A tu per tu con il cantautore romano classe ’92, in gara ad AmaSanremo con il brano “Scopriti”
Tempo di nuova musica per Daniele Folcarelli, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Folcast, artista che stiamo imparando a conoscere in occasione della sua partecipazione ad AmaSanremo, spin-off di Sanremo Giovani, con il brano “Scopriti”, un pezzo composto insieme a Tommaso Colliva e Raffaele Scogna, con l’arrangiamento degli archi curato da Rodrigo D’Erasmo.
Ciao Daniele, benvenuto. Partiamo da “Scopriti”, brano con cui parteciperai ad AmaSanremo, com’è nato e cosa rappresenta per te?
«“Scopriti” è nato piano e voce diversi anni fa. Non sono un pianista e questo mi permette un approccio molto più intuitivo e puro. In questo caso ricordo di essere partito dal ritornello per poi scrivere le strofe. È un po’ come avere la risposta prima ancora della domanda».
Il brano parla di quella solitudine che ci viene imposta, spesso e volentieri anche da noi stessi, ma soprattutto della voglia di rialzarsi. In un momento storico come questo, quanto pensi possa essere terapeutico un messaggio del genere?
«Spero davvero possa essere terapeutico. Anche se non è stato scritto nello specifico per la triste situazione in cui ci troviamo, è sicuramente adatto al momento».
C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?
«“Seguimi per stare meglio, ogni rammarico è una bolla d’aria nel cervello. Tipo le volte che tu vuoi uscire, io ti rispondo che son preso male ma che se vuoi andare vai vai, vai vai!”, perché rivendica l’importanza della propria indipendenza. “Seguimi per stare meglio” vuol dire stai con me se ti fa stare bene, ma se non è così vai. Che non sempre significa mollare».
Come siete arrivati a questo risultato sonoro e come ti sei trovato con il tuo team di lavoro?
«Lavorare con Tommaso è un’esperienza formativa che mi fa crescere ogni volta che ci incontriamo. Riesce a trovare la direzione musicale più adatta alle mie parole e alla mia produzione homemade. È un professionista con cui ci si può confrontare e che ha un costante ascolto attivo. Tommaso sta veramente facendo “volare” le mie canzoni e scopriti ne è l’esempio.
Mi ha poi fatto conoscere Raffaele con cui ci siamo trovati subito benissimo. Lui è riuscito a dare un sound ancora più caldo e accattivante alla canzone (non solo questa). Rodrigo invece non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo di persona, ma per me è stato veramente la ciliegina sulla torta. I suoi archi sono incredibili. Sono tre grandi artisti e nonostante la distanza abbiamo fatto un grande lavoro!».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinato alla musica?
«Da bambino in casa ascoltavamo tanti vinili e cassette. È lì che ho iniziato a seguire il tempo. Poi la batteria, i dischi e lo “scouting” di mio fratello mi hanno fatto apprezzare tanta musica nuova. La mia famiglia è musica. Tanto di quello che faccio a livello musicale lo devo a loro. Ho iniziato a studiare chitarra classica in prima media con il Maestro Franco Todde che mi ha fatto legare allo strumento e ancora oggi ringrazio. Poi sono passato alle altre chitarre studiando prima jazz alla Percentomusica e laureandomi in seguito in chitarra pop al conservatorio Licinio Refice».
Quali artisti e quali generi hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?
«Con uno sguardo al passato posso dire di essere cresciuto tra i Led Zeppelin, Genesis, Pink Floyd e Jimi Hendrix che associo a mio padre. Ma anche Mina, Mango, Matia Bazar e Vasco che erano i dischi di mamma. Evolvendo poi con SOAD, RHCP, Incubus, Jeff Buckley di mio fratello. Mi sono avvicinato ai cantautori italiani più avanti e amo follemente Lucio Dalla e Pino Daniele. Mi hanno comunque accompagnato tantissimi generi diversi. Oggi apprezzo molto Anderson .Paak, John Mayer, Tom Misch, The Roots, Daniele Silvestri, Ghemon, Willie Peyote. Se inizio non smetto più però…».
A cosa si deve la scelta del tuo nome d’arte?
«Il mio cognome è Folcarelli. Quando stavo dando forma al progetto non volevo usare il mio vero nome e così optai per Folcast. Mi piaceva molto il suono».
Al netto dell’attuale incertezza dovuta al momento, quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci in futuro dalla musica di Folcast?
«A prescindere da Sanremo voglio far uscire altre canzoni e riprendere a suonare dal vivo il prima possibile. È tanto, troppo tempo, ormai che non suono e sto iniziando a scalpitare».
Per concludere, al di là del passaggio e della conseguente possibilità di calcare l’ambito palco dell’Ariston, quale sarebbe per te il riconoscimento più importante, il vero traguardo personale di questo tuo Sanremo Giovani?
«Poter vivere di questo, della mia musica».
© foto di Emanuele Giacomini
Nico Donvito
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