La nostra rubrica dedicata agli emergenti che ci scrivono
Nel nostro appuntamento settimanale dedicato alla nuova musica italiana con Risponde Recensiamo diamo spazio a tutte le proposte che ogni settimana ci arrivano dagli artisti emergenti nostrani. Con il supporto della piattaforma internazionale di ‘Groover’ diamo modo ogni settimana ai giovani talenti che ci scrivono di ricevere un nostro feedback, di poterci contattare direttamente e di veder pubblicati nei nostri canali i loro brani (qui trovate spiegato esattamente come funziona).
Se anche tu vuoi proporci il tuo progetto e vuoi che sia pubblicato su ‘Risponde Recensiamo’ l’unico modo per farlo è scriverci qui:
f o l l o w t h e r i v e r – November, as a water well: Brano intensissimo e davvero particolare nella sua costruzione della forma-canzone che riesce a mettere insieme sfumature internazionali ad una struttura melodica tipicamente italocentrica. Bella l’evoluzione dell’arrangiamento che saggiamente cresce insieme allo stesso racconto narrativo del brano trovando uno spunto interessante quando s’inserisce la ritmica che accompagna con più corpo le potenzialità di una voce profonda e spessa. Bellissimi i colori timbrici che si rifanno ad una grande tradizione blues e soul che ad oggi, in Italia, pare mancante ma che all’estero ultimamante ha avuto grande fortuna con esponenti come Sam Smith, Tom Walker o Lewis Capaldi. Le potenzialità per seguire quelle orme ci sono tutte e sarebbe interessante scoprire questa vocalità anche in un pezzo più impegnativo dinamicamente.
ITACA REVESKI – Andiamo sulla luna: Una bella canzone intimista che racconta la solitudine che si percepisce attorno a sè quando si potrebbe anche scomparire senza essere notati. Stupisce la scelta dell’apertura dell’inciso che opta per una distorsione vocale con l’utilizzo dell’elettronica creando delle vibrazioni inaspettate per come erano state confezionate le strofe. La contrapposizione tra i due mondi, però, ci sta e risulta abilmente sfruttata.
JIMMY DAMASI – I segreti dei grandi chef: Trasportare il rock in italiano non è mai un’operazione semplice e comporta numerosi rischi sia a livello di contenuti credibili che di sonorità suggerite dalla lingua. In questo caso la sfida viene colta con coraggio trovando anche un curioso espediente. Il risultato è godevole e riesce a superare credibilmente la sfida.
SONO – La tua eternità: L’intro strumentale di quasi un minuto è elemento non così abituale nel nuovo linguaggio cantautorale come anche la filigrana della timbrica e dell’intenzione interpretativa che colloca questa proposta più vicina al cantautorato 1.0 che a quello attuale. Tutto ciò suona come un pregio se si pensa di voler sfuggire ad un’omologazione stilistica sempre più soffocante e, per definizione, non più avanguardistica. Nel suo è una canzone credibile che poggia su radici solide.
Ilario Luisetto
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