Letterina a Babbo Natale…
Caro Babbo Natale,
ci risiamo. Ormai, lo sai, è una tradizione questa letterina. Ogni anno, da quando sono diventato grande, ho smesso di scriverti “privatamente” per farlo da queste pagine virtuali augurando a me e a tutti tanta buona musica, qualche sana emozione e giusto qualche canzone vera che possa conquistare, oltre alle classifiche, anche i cuori di tanti tanti ascoltatori.
Per quest’anno, ovviamente, ti rinnovo queste basilari richieste confidando nella tua bontà d’animo, nel tuo buon cuore e pure nella tua pietà perché, non so se te ne sei accorto dalla tua casa tra le (poche) nevi perenni, ma quaggiù la situazione non è delle più rosee da qualche mese a questa parte. Inutile dirti che ci mancano i concerti, le file degli instore, i raduni con i fan più accaniti, i Festival rock con tanta birra e sudore d’estate, le piazze gremite di gente pronta a cantare a squarciagola, gli stadi sold-out e persino le conferenze stampa di persona. Ma poi, a tanti di noi, mancano gli abbracci, gli amici, lo sport, gli aperitivi al bar, i popcorn al cinema, il teatro, la palestra, la piscina, lo scii, i nonni, gli affetti e persino l’ufficio ed i parenti che si vedono solo il giorno di Natale. Non sto qui a tediarti con ulteriori paranoie e tristezze perchè, sopra ogni cosa, siamo soprattutto stanchi di sentirci ripetere in continuazione quella parola che finisce con “virus” e che tutti, almeno una volta, abbiamo desiderato cancellare. Vedi tu che puoi fare insomma…
Quest’anno, però, vorrei leggermente cambiare questa mia letterina forse anche sull’onda di tutto questo che ci circonda. Quest’anno, caro Babbo, vorrei semplicemente rivolgerti il mio personale e sincero Grazie. Grazie per quanto di bello ho: la famiglia, gli amici, la salute ecc… ma anche, e soprattutto in questo caso, grazie per questa nostra Recensiamo Musica.
Tu Babbo bianco e rosso lo sai, tutto questo è nato ormai ben 8 anni fa. Era un giorno di festa e preso dalla noia ho avuto l’idea di trovare uno spazio che potesse essere soltanto mio da dedicare a ciò che più mi appassionava in quel momento: la musica e la scrittura. Ne è nato Recensiamo Musica. E’ nata per così come poteva pensarla e concepirla un ragazzino di 16 anni, completamente solo, lontano dalle grandi città e senza alcuna esperienza o formazione particolarmente appropriata per questo campo. E’ nata sull’onda di una passione che, mi ritengo fortunato di poterlo ancora dirlo, dura tutt’ora. All’inizio, non ti nascondo, è stato difficile: non pensavo di raggiungere nulla in particolare e, forse, proprio per questo faticavo a trovare i giusti mezzi e le più appropriate strade da seguire per realizzare quanto immaginavo. Scrivevo durante le notti senza svelare mai la mia reale identità per non incorrere nel pericolo di trovarmi schiacciato dal giudizio che ‘di musica non si mangia’. Figuriamoci dello scrivere di musica…
Sono passati anni così. Le cose divenivano via via più grandi ed impegnative. Poi un giorno, con non poca fatica, mi convinsi che era arrivato il momento di ampliare gli orizzonti e di provare a fare un salto necessario per portare avanti quel sogno che mi macinava dentro. Fu allora che scelsi di rinunciare alla “mia” Recensiamo Musica per renderla “nostra” ed accogliere altri appassionati per davvero di tutto questo per creare insieme qualcosa di bello. Ecco, questo è il secondo motivo del mio “grazie” di oggi. Grazie per avermi ispirato questa scelta, grazie per avermi “costretto” a fidarmi degli altri, grazie per avermi contornato di persone speciali che non mi hanno mai abbandonato e che mi hanno dato tutto ciò che avevano. Negli anni abbiamo imparato a conoscerci, ad apprezzarci e a stimolarci a vicenda formando una squadra fantastica fatta di passione vera per la musica e nulla di più. Loro che mi hanno imparato a conoscere lo sanno quanto io sia restio a queste pubbliche (ma anche private) dimostrazioni di affetto, apprezzamento o gratitudine ma questa volta sentivo il bisogno interiore di farlo. E per questo vorrei ringraziarli uno ad uno.
Grazie a Nico che mi accompagna come un amico vero. Ci siamo conosciuti quando ciascuno di noi aveva rispettivamente bisogno esattamente dell’altro pur senza saperlo ed insieme siamo cresciuti imparando tanto uno dall’altro. Anche se disponiamo di due caratteri diversissimi, di due modi di fare e di ragionare che stanno all’antipodo e di gusti musicali spesso in disaccordo alla fine, nonostante tutto, lui per me rimane il collaboratore, la penna e l’amico migliore che ci sia. Ho provato ad insegnargli il dialetto, lo disdegnare le proposte sfigate e a pretendere ciò che ci spetta. Lui mi ha insegnato la dedizione, la certosina preparazione ed organizzazione ed un’imbattibile dote diplomatica che, costa ammetterlo, a volte da i suoi frutti. In ognuna delle decine di telefonate che ci scambiamo quotidianamente non manca mai la battuta, la gara a chi ne sa di più o la risata sulle vicende che ci accadono e, malgrado abitiamo a chilometri di distanza, riesco sempre ad avere la sensazione di parlare con una persona amica, pronta a sostenermi e ad aiutarmi nel lavoro come nella vita. A lui, al suo carattere incompatibile e alla sua passione insostituibile ho imparato a voler bene (anche se mi risulta più divertente percularlo che consolarlo).
Grazie a Francesco che per primo è entrato in questa nostra grande famiglia e che tutt’ora è “l’instancabile”. Animato da una passione profonda per la musica custodisce in sé l’animo dell’artista tenebroso e maledetto. Di poche parole è, però, sempre in prima linea per qualsiasi idea o iniziativa dimostrandosi dotato di mille capacità ed intuizioni. Negli anni è stato, forse, il mio orgoglio più grande: colui che mi ha sorpreso in più di un’occasione per un talento cristallino nella comunicazione, per una sensibilità fuori dal comune nella lettura senza confini della musica e per la volontà di lanciarsi (anche senza paracadute) in tutte le sfide che gli si trovino davanti.
Grazie a Donato, al suo gusto “indie” e al suo attaccamento per quelle playlist che odio perché rimango tutt’ora un fervido sostenitore della musica reale, concreta e fisica. A lui, che non ricordo come e perché ho “assunto”, devo forse una buona dose di nuove scoperte musicali, un discreto allargamento dei miei confini di apprezzamento stilistico ed un’autentica riconoscenza per quella sua capacità di ascoltare senz’altro fuori dal comune. Grazie a Flavia, una romana d.o.c. che sul suo passaporto custodisce tutti i pregi della sua città: la schiettezza, l’incosciente ironia e l’irrefrenabile capacità di apparire esattamente per come è. Da lei e dal suo spirito dovremmo tutti, forse, imparare qualcosa. Grazie a Nicolò che dal principio mi sta accanto dimostrandosi tagliente, curioso e coraggioso verso i giudizi ed i meccanismi del grande mondo della musica. Appassionato vero non perde occasione per dire la sua, per confrontarsi con gli altri e per andare alla ricerca di quei nuovi linguaggi evolutivi che sottostanno anche all’arte di oggi. Grazie a Giulia, alla sua educata e riservata ammirazione e partecipazione. Grazie per quel suo equilibrio, mai sopra le righe bensì composto e desideroso di apprendere, conoscere ed acquisire dimostrando dedizione e curiosità verso ciò che la appassiona.
Grazie a Luca e Riccardo che, senza troppo sforzo, costituiscono verosimilmente quella che, nel campo del lavoro, oggi diremmo una “coppia di fatto” con quella loro sinergia che la radiofonia ha catalizzato e premiato. Li ho conosciuti che sognavano una grande opportunità ed anche ora che è arrivata li trovo continuamente intenti a migliorarsi, ad impegnarsi e a sforzarsi di trovare la giusta quadra per ogni loro prossimo obiettivo. Realmente “dipendenti” dalla radio, dalle sue possibilità e dai suoi strumenti hanno sviluppato in questo tempo quelle capacità che, ne sono certo, li porteranno ad essere assoluti protagonisti del loro domani. Grazie anche a Tommaso ed Elisa che, invece, coppia lo sono per davvero e che condividono, oltre all’amore, anche una visibile passione per l’oggi, per il mondo che li circonda e per quella voglia di scoprirlo, viverlo e raccontarlo di cui già ampiamente dispongono. Animati entrambi da un’amore folle per la lettura e per le piccole cose sono due tra le penne più istrioniche e godibili che ho avuto la fortuna di leggere in tutto questo tempo.
Grazie, infine, caro Babbo anche per tutti quei nuovi ragazzi che si sono aggiunti di recente a questa nostra grande famiglia dimostrandosi volenterosi di farne parte, curiosi di scoprirla nel profondo e sorprendentemente grati di poterne condividere le strade. Grazie, dunque, ad Alberto, in cui già ho riconosciuto una passione ed una personalità a me particolarmente affine. Grazie a Gloria, ascoltatrice viscerale per davvero e cuore in cerca della sua casa nel paese meraviglioso della musica. Grazie a Sophia, che scrivere lo vuole fare per davvero guardando il mondo con i suoi occhi per raccontarlo, poi, con le sue parole. Grazie ad Andrea, professionista per davvero sempre pronto a dare una mano e a manifestare riconoscenza. Grazie, infine, a Samuele, che ha lottato per conquistare un proprio spazio e che manifesta tutta quella sua giovane età nei sogni di cui dispone, nelle aspettative che custodisce e nella voglia di crescere e migliorare.
Caro Babbo Natale avrai, dunque, capito che quest’anno va un po’ così: niente ironia ma solo un briciolo di gratitudine. Grazie per le belle cose che ci hai permesso di vivere, per l’affetto della tanta gente che ogni giorno ci legge, ci condivide, ci chiede un consiglio piuttosto che un aiuto, ci critica o ci apprezza. Grazie per le possibilità che ci hai voluto dare e per quelle che magari ci darai. Grazie per tutto questo e grazie soprattutto perché continui a mantenere sogno ciò che come sogno è nato permettendoci di vivere tutti insieme di passioni, di idee sempre nuove, di curiosità da soddisfare prima di tutto per un nostro personale bisogno. Di quello che ne sarà del nostro domani non so che dirti, ci affidiamo a te che di sogni te ne intendi…
Grazie,
Ilario
Ilario Luisetto
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