Raccontiamo l’amore con una canzone
Mi piace scrivere la domenica pomeriggio, sul tardi, quando ormai il weekend è già passato e ti restano solo da preparare i vestiti per il giorno dopo, insieme alla sveglia, quella più temuta, del lunedì. Il cielo terso che vedevo poco fa fuori dalla mia finestra e il freddo che mi entrava nelle ossa mentre camminavo su stradine di montagna, mi fanno ancora di più temere il fatidico giorno della settimana.
Così, mentre scattavo una foto da mettere come storia su Instagram, mi è venuta in mente la canzone della quale vi parlerò oggi. È un pezzo al quale tengo molto, un pezzo che mi fa piangere ogni volta che lo ascolto, un pezzo che recito a memoria pesando al significato di ogni singola parola, perché in questo pezzo ci sono io, c’è tanto amore, ci sono tante vite mescolate insieme. Un pezzo del quale ho provato a scrivere tante volte ma mi fermavo perché mi sembrava di non prendere mai la strada giusta, perché è così prezioso che mettere su un foglio tutto ciò che significa per me, vuol dire rischiare tutto. Ma se Lodo ha rischiato tutto pubblicandolo, chi sono io per non provarci?
La canzone di oggi arriva da Lo Stato Sociale ed è “Niente di speciale”, sicuramente uno dei pezzi più apprezzati e cantati all’unisono dal vivo. Scritta da Lodo Guenzi e accompagnata dalla voce di Carota, viene definita dall’autore stesso una nota vocale mai spedita, una fuga di notizie dal cuore, un cassetto di lettere chiuso e poi aperto all’improvviso. Un po’ come se Lodo si fosse tenuto tutto dentro per troppo tempo e poi eccola lì, una canzone che in cinque minuti ci racconta di una storia d’amore e di bisogno reciproco, di tradimenti, di amanti, di paura. Una canzone che dovrebbe essere tenuta lontana da chi la deve ascoltare.
“Se sapesse quanto ho scritto di te, ti farebbe un contratto il mio editore”
“Niente di speciale” è una bomba a mano pronta ad esplodere; scrivere di sé stessi può essere un atto liberatorio, ma è anche un’arma a doppio taglio. Sarebbe tutto più facile se potessimo mettere nero su bianco i nostri sentimenti senza inutili giri di parole, frecciatine, frasi di canzoni pubblicate qua e là. Ma dietro a tutte le parole d’amore che diciamo e scriviamo, ci sono sempre e solo un viso, un nome e un cognome. Passiamo ore a scrivere e a parlare di quella persona, che sia con le amiche, su un diario segreto, sulle note dell’iPhone oppure in una rubrica su Recensiamo Musica. Ma poi abbiamo paura anche solo di scrivergli un messaggio. Perché spesso parlare dei propri sentimenti a persone sconosciute è molto più semplice.
Quindi abbiamo paura, ma di che cosa abbiamo paura davvero? Di amare? Di soffrire? Di parlare della nostra storia alla luce del sole? O forse facciamo finta di niente e abbiamo solo paura che la gatta scappi per le scale?
“Vorrei una domenica pomeriggio, per ogni lunedì che non ho saputo iniziare, ma siamo una storia che non si può dire, non abbiamo niente di speciale”
Ed eccoli, i lunedì che non abbiamo mai saputo iniziare, perché siamo ancora fermi alla domenica. E amare qualcuno vuol dire anche essere la sua domenica pomeriggio, perché essere il sabato sera ormai è qualcosa di superato. Chi ti ama davvero, è la tua domenica, quella domenica in cui ti svegli sul divano con i postumi della sera prima, ti guardi allo specchio e non riesci a capire come mai lui abbia scelto te e per quale strano allineamento di pianeti lui sia piombato nella tua vita.
“Non fosse che io ho paura di crescere e tu quella di nuotare”
Ma le paure ritornano a fare capolino tra i nostri pensieri, anche se quello che proviamo è limpido come una giornata di sole. Ritornano come una storia tra due persone che si amano ma non riescono ad incastrarsi, persone giuste nei momenti sbagliati. Abbiamo paura di crescere e di prendere decisioni che ci cambieranno la vita e abbiamo paura di nuotare, nuotare al largo con le nostre braccia e con le nostre forze. Siamo una storia che non si svela per paura di fallire, come se senza la certificazione ufficiale vidimata da cupido, al momento della rottura, soffrissimo di meno. Assumersi il rischio di costruire qualcosa insieme, accettando tutto ciò che comporta, mettendo in disparte timori e paura di non farcela, senza guardare la libreria dei nostri sbagli, ma riconoscendoli, perché è facile odiare il terremoto, il difficile è costruire. E se riuscissimo davvero a costruire una bella storia?
“Potrà capitarti di bere ma non annegherai”
L’amore rimane comunque più forte di noi, rimane quella cosa che non ci fa annegare anche se dobbiamo ancora imparare a nuotare, rimane quel vortice che ci avvolge quando abbracciamo chi amiamo. Anche se ogni tanto ci sembra che vada tutto a rotoli, se ogni tanto pensiamo che non siamo niente di speciale o qualcosa per il quale non vale la pena lottare. In amore, per l’amore, ne vale sempre la pena. Potrà anche capitarci di bere, ma non annegheremo se c’è qualcuno accanto a noi. Qualcuno che ci lasci liberi di scegliere, liberi di provare a nuotare da soli, qualcuno che ci lasci sbagliare e che ci insegni come cantare in francese. Qualcuno che ci faccia respirare un po’ meglio, anche quando siamo intrappolati dentro ad un lunedì che non abbiamo saputo iniziare.
C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist
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