venerdì 22 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Sanremo 2021, le pagelle della quarta serata

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della quarta serata del Festival di Sanremo 2021

E’ arrivato il momento anche per la quarta serata della kermesse canora. Si alza nuovamente il sipario sul Festival di Sanremo 2021! In questa quarta serata sentiremo le 26 canzoni in gara e i 4 finalisti delle Nuove Proposte (qui la scaletta con l’ordine di uscita) e spezzeremo il ritmo della gara con tanti attesissimi ospiti (qui per scoprirli tutti). Noi e le nostre pagelle in diretta, però, ci siamo, come sempre!

Nuove Proposte |

  • Davide Shorty – Regina: lui è un vocalist pazzesco. La sua canzone è tra le più difficili da affrontare tecnicamente. Lui canta benissimo e questo è un punto a suo favore. La canzone, però, è troppo difficile e piena di cambi musicali per arrivare ad una grande platea. VOTO: 6.5
  • Folcast – Scopriti: la canzone è assolutamente tra le più belle di quest’annata. Ma la sua resa dal vivo è la più bella in assoluto. Il brano acquista ad ogni esibizione live dei punti in più. Meriterebbe la vittoria per questa padronanza sul palcoscenico a livello vocale. VOTO: 8
  • Gaudiano – Polvere da sparo: lui è intensissimo. La sua esibizione è coinvolgente e passionale. La canzone è la più sentita ed emotivamente sentita. Potrebbe essere una scheggia impazzita e stravolgere ogni possibile pronostico. VOTO: 7.5
  • Wrongonyou – Lezioni di volo: la sua voce è piena di sfumature, la sua personalità da musicista è ben definita e la canzone è la più spendibile nel mercato. Canta benissimo, scrive alla perfezione e può avere l’unica vera possibilità di affermarsi sul mercato tra queste 4 Nuove Proposte. VOTO: 8.5

Campioni |

  • Annalisa – Dieciè la sorpresa della classifica generale fino a questo momento. Piazzata al secondo posto gode del beneficio di una canzone sentimentale che si adatta perfettamente a raccontare una storia d’amore che si potrebbe rileggere anche con altre chiavi di lettura. La sua voce è sempre speciale. La canzone è sincera e funzionale anche se ha fatto di meglio. VOTO: 7
  • Aiello – Ora: dispone di una vocalità preziosa e di una presenza scenica invidiabile. Questa sua teatralità stasera si coniuga anche ad una modulazione vocale più precisa che fa comprendere il testo più di quanto fosse avvenuto nel corso della prima serata. La canzone così spicca il volo e funziona più di quanto avesse dato impressione di poter fare. Qualche esagerazione di troppo la si potrebbe ancora pulire VOTO: 7=
  • Maneskin – Zitti e buoni: a livello di performance di performance sul palco sono probabilmente tra i più bravi di questo Festival. Damiano è una bomba a mano di energia. Il suo graffio vocale ma indiscutibilmente la differenza in una canzone che testualmente non si distingue particolarmente. Nel loro mondo comunque funzionano anche se non sono ai loro fasti. VOTO: 7.5
  • Noemi – Glicine: è una Noemi nuova, più sicura di sè, più moderna ma anche più centrata vocalmente. Il suo ritornello è martellante ma è anche garanzia di una classe e di una grazia da grande interprete. Questo può essere per davvero il Festival della rinascita per la rossa Leonessa. VOTO: 8+
  • Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: Orietta gioca un campionato a sè stante grazie ad una voce precisissima e ad una canzone che non può avere alcuna collocazione nella contemporaneità. Per il pubblico sovietico, forse, sarebbe ancora spendibile ma nell’oggi italiano anche Sanremo inizia ad essere un palco inadatto a questo tipo di proposta. Lei bravissima, la canzone è onesta. Il resto è un grande mah… VOTO: 6 (politico)
  • Colapesce e Dimartino – Musica leggerissimapiù sciolti e spigliati sul palcoscenico rispetto all’esordio. Ne beneficia la performance che tira fuori tutto il potenziale radiofonico del pezzo. Le loro due voci si fondono alla perfezione e la canzone funziona. I passaggi radiofonici se li meritano tutti ma il messaggio è stato colto solo in parte. VOTO: 7/8
  • Max Gazzè – Il farmacista: Max quest’anno è particolarmente impegnato nella messa in scena del suo brano. La canzone, come spesso accade nel suo caso, gioca con le parole per nascondere un messaggio ben preciso facendo ricorso ad ironia e duttilità. Funziona anche se è ben lontana dalle sue cose migliori. VOTO: 6+
  • Willie Peyote – Mai dire mai (La locura): è una canzone che va compresa e che va seguita con il testo davanti per rendersi davvero conto che, forse, è l’unica canzone dell’anno a dire qualcosa per davvero. Attuale e pungente ma comunque accessibile musicalmente. Si gioca un posto nell’alta classifica. Anche se live perde qualche pezzo per strada. VOTO: 8
  • Malika Ayane – Ti piaci così: Malika a Sanremo non è mai stata così movimentata e danzereccia eppure convince questa volta. La sua prova convince dall’inizio alla fine grazie alla capacità di farsi canticchiare con facilità e risultare comunque elegante. La sua performance convince anche a livello scenico e ribadisce il suo essere un fuoriclasse. VOTO: 8+
  • La Rappresentante di Lista – Amare: queste deve essere il Festival in cui l’Italia può finalmente conoscere il talento di questi due ragazzi. Una vocalità preziosa, una ricerca concettuale profonda e ricercata ed un’attenzione spasmodica alla complessità musicale. Semplicemente la rilevazione di questo Sanremo con una delle canzoni più belle, funzionali e non scontate. VOTO: 9
  • Madame – Voce: lei fuori dall’Ariston è già una promessa. Al Festival, però, appare come una mosca bianca. Sostanzialmente di Sanremo la sua carriera non aveva bisogno e questa canzone, seppur funzionante, fa fatica a risplendere per davvero in questo contesto. Rispetto alla performance d’esordio stasera le è mancato qualcosa. VOTO: 6.5
  • Arisa – Potevi fare di più: la canzone è una gran bella canzone d’amore che Gigi d’Alessio ha saputo tirare fuori al momento giusto per rivitalizzare una Arisa che aveva bisogno di una canzone come questa. Vocalmente è piuttosto impegnativa ma Arisa ha tutte le carte in regola per farsi valere. Abbiamo bisogno di canzoni scritte con mestiere. Abbiamo bisogno di voci che sappiano cantare. Abbiamo bisogno di semplicità ed emotività. Colossale. Può dare lezione di canto a tutti. VOTO: 9+
  • Coma_Cosa – Fiamme negli occhi: questo Festival non ha capito loro e la loro proposta. Gran parte della colpa è anche loro che vocalmente hanno spesso perso il fulcro del discorso. La canzone, a ben vedere, potrebbe essere un’interessante dedica. L’emozione e l’ansia, probabilmente, hanno avuto la meglio su Francesca che, sostanzialmente, nemmeno stasera è riuscita a far vedere ciò di cui è capace. Peccato. VOTO: 4.5
  • Fasma – Parlami: E’ un brano prudente che ricalca una ricetta ben precisa collocandosi sulla scia di un mondo rap-rock che Fasma ha già dimostrato di saper esaltare. A danneggiare la resa live del pezzo è il ricorso eccessivo all’autotune che a tratti infastidisce e proibisce alle sfumature vocali godibili di Tiberio di arrivare a destinazione attraverso una comunicazione più efficace. Stasera, poi, ci sono evidenti problemi di respirazione. VOTO: 5.5
  • Lo Stato Sociale – Combat pop: il loro genio si è offuscato e questa volta, rispetto al 2018, convincono meno di quanto ci si sarebbe aspettati. Il ritornello funziona e si fa canticchiare con piacevolezza ma l’impressione è di una confusione un po’ troppo accentuata. VOTO: 6-
  • Francesca Michielin e Fedez – Chiamami per nome: Francesca rimane la vera star di questa canzone ma Fedez stasera risulta più in bolla dell’esordio. Ne esce un’esibizione più equilibrata e convincente. Al netto di questo rimane lontano dal titolo delle cose più belle e riuscite di questo Festival. Un pezzo fatto per vendere e poco più. VOTO: 6.5
  • Irama – La genesi del tuo colore: di Irama abbiamo detto praticamente già tutto ma ripetere che questa canzone funziona e che lui sarebbe il più degno inviato all’Eurovision non è mai una ripetizione di troppo. E allora via che si balla… VOTO: 7/8
  • Exatraliscio e Davide Toffolo – Bianca luce nera: sono abilissimi musicisti e ottimi performer. Contemporaneamente, però, sono anche la cosa più lontana da qualsiasi aderenza musicale e logica sanremese. Incomprensibili. VOTO: 4.5
  • Ghemon – Momento perfetto: Ghemon è un esecutore perfetto ma non ha ancora trovato il suo giusto equilibrio tra sperimentazione e necessità di farsi comprendere ed apprezzare dal largo pubblico. Non gli manca nulla ma deve andare alla ricerca di una forma-canzone più accessibile e meno fine a se stessa. Troppo concentrato su se stesso. VOTO: 5
  • Francesco Renga – Quando trovo te: è una canzone di per sè difficile da cantare. A questo si aggiunge qualche problema tecnico ma, soprattutto, una vocalità che non è più quella di una volta. Francesco, purtroppo, ha bisogno di concentrarsi sulla propria voce e sulla ricerca di canzoni che la esaltino senza dover per forza risultare anche contemporanee. VOTO: 5.5
  • Gio Evan – Arnica: è una bella canzone che si scopre essere una dedica interessante alla vita e all’esistenza. Questa seconda esibizione esalta il risultato in modo nettamente maggiore rispetto all’impressione che aveva lasciato il debutto. Cresce. VOTO: 7
  • Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: è il vincitore della viglia dato che parte dalla prima posizione in classifica. E, in effetti, in questo Festival non sta sbagliando niente. L’unico errore è una canzone che non è la sua migliore. Testualmente ci sono dei passaggi poetici mentre, invece, altri risultano stridenti. Il “problema” è la costruzione dell’arrangiamento che la rende troppo impalpabile, difficilmente canticchiabile e troppo proibitiva. Delicata (fin troppo per buona parte del pezzo). VOTO: 7.5
  • Bugo – E invece si: Bugo non sa cantare. E’ ormai un dato di fatto. Ed il problema è che la canzone è pure bella, radiofonica e facilmente canticchiabile. Ma sostanzialmente così viene buttata al vento. Un urlo disperato che non trova motivo di esistere in tutto questo. VOTO: 2 (vocalmente) / 6.5 (alla canzone)
  • Fulminacci – Santa Marinella: lui è un cantautore vecchia scuola che, però, ha la forza per risultare credibile anche nell’oggi musicale. Piace che abbia scelto di accompagnarsi con la chitarra. Piace che abbia dalla sua una faccia sincera e pulita. La canzone non è delle più semplici da assimilare ma ha in sè una certa forza testuale. VOTO: 7-
  • Gaia – Cuore amaro: non è in forma vocalmente ma la canzone non le richiede troppi sforzi. Il problema, però, è una canzone fin troppo prevedibile e senza troppo mordente. Lei prova a risollevarne le sorti impegnandosi particolarmente a livello fisico ma il risultato convince poco. Piace alle radio e ce lo faremo andar bene. VOTO: 6+
  • Random – Torno a te: Random non fa Random e qui stanno tutti i suoi problemi. La canzone potrebbe anche essere gradevole per qualche altra ugola ma Random ha bisogno di cantare altro. Soprattutto in questa sua giovinezza e spensieratezza. Scelta sbagliatissima che non lo aiuterà affatto nel suo prossimo futuro musicale. VOTO: 4

Commentiamo in diretta la serata qui:

The following two tabs change content below.

Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.