giovedì 21 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore a Sanremo): Fiamme negli occhi

Raccontiamo l’amore con una canzone

È domenica e il cielo è azzurro. Chiudo gli occhi e fingo di essere sulla spiaggia di Sanremo al tramonto con una birra in mano e le occhiaie che si nascondono dietro ad un paio di occhiali scuri. Fingo di avere un treno da prendere che mi riporta a casa e fingo di avere respirato aria di mare. Me lo immaginavo così il giorno dopo la finale del Festival di Sanremo quest’anno, ma tutti sappiamo com’è andata. Al posto della birra sulla spiaggia c’è il the con i biscotti della nonna, ma le occhiaie, quelle non possono mancare. E c’è anche la musica che veramente non si ferma mai e poi c’è l’amore, che è ancora la forza che ci fa andare avanti.

Ancora con la musica di Ibrahimovic mentre scende le scale dell’Ariston nelle orecchie, provo allora a fare mente locale e a pensare a quale pezzo potrebbe descrivere al meglio il mio concetto di amore. Potrei parlare ore ed ore di Ermal Meta e delle milioni di cose che ho da dire anche io, ma poi penso ad una coppia che è salita su quel palco e quindi, sì, ho trovato la canzone d’amore di oggi.

Loro sono i Coma_Cose, Fausto e Francesca, coppia artistica e coppia nella vita, che hanno portato sul palco dell’Ariston un pezzo che arde di passione. Fausto e Francesca si amano e si vede, si vede come i loro sguardi si incontrano, come i loro occhi si cercano e come le parole della loro “Fiamme negli occhi” sembrano incastrarsi perfettamente.

Quando ti sto vicino sento
Che a volte perdo il baricentro
E ondeggio come fa una foglia
Anzi come la California

È una storia d’amore universale, che chiunque si sia mai innamorato potrebbe raccontare. Come quella sensazione di perdere l’equilibrio, quando tutto il mondo si muove e tu non senti più niente sotto i piedi. Il tuo baricentro si sposta e cadi, ma per una volta puoi contare su qualcuno al tuo fianco che ti sorregge.

Metà sono una donna forte
Decisa come il vino buono
Metà una Venere di Milo
Che prova ad abbracciare un uomo

Ogni tanto poi proviamo a fare quelli forti, quelle persone che scrivono sui muri che non hanno bisogno di amare, decisi e spietati. Da una parte siamo così, come se avessimo un paraocchi che non ci permette di guardarci intorno, dall’altra parte, invece, siamo persone fragili. Come una Venere di Milo senza braccia che prova a fare di tutto per abbracciare l’uomo che ama e ci riprova mille volte perché per una volta vorrebbe sentire il calore di due corpi avvinghiati.

Resta qui ancora un minuto
Se l’inverno è soltanto un’estate
Che non ti ha conosciuto

E non sa come mi riduci
Hai le fiamme negli occhi ed infatti
Se mi guardi mi bruci

Il sentimento è così intenso che anche se la Venere non ha le braccia, riesce ugualmente a farsi capire. Perché l’amore supera tutto, anche gli ostacoli. Gli ostacoli che la vita ci mette davanti, come quando da un giorno all’altro devi fare le valigie, quando ti ritrovi bloccata a migliaia di km di distanza, come quando hai dei sogni nel cassetto ma hai paura che se lo aprirai troverai solo ragnatele. Questo viaggio fatto di salite e di discese è più bello se lo si fa in due, così ogni tanto occorre urlarselo in faccia: resta qui ancora un minuto. E l’inverno resterà sempre inverno se non conoscerà l’amore, se non conoscerà quel sorriso e quegli occhi che ci trasmettono tutto il calore che ci serve.

Resta qui e bruciami piano
Come il basilico al sole
Sopra un balcone italiano

Ma il fuoco non è solo distruzione, il fuoco è energia, è passione. E le fiamme negli occhi sono quelle dell’amore, sono le fiamme della luce e dei desideri. Una volta un’amica mi ha detto che quando ti innamori non lo capisci subito, lo vedono tutti, tranne te. Poi ci arrivi con il tempo, con i pensieri, con il cuore che si stringe un po’ di più e con quel sorriso che ti gira nella testa che vorresti vedere tutti i giorni anche se non puoi. Ecco, l’amore ti brucia piano, si accende una fiamma dentro di te e magari non la vedi neanche. Poi all’improvviso prendi fuoco ma quando ti bruci è già troppo tardi, non riesci più a tornare indietro.

Così ripenso al mio tramonto sulla spiaggia lasciato dentro a un film mentale, ripenso agli occhiali da sole e alla birra che sprofonda nella sabbia perché non si rovesci. Ripenso ai capelli che profumano di salsedine e alle occhiaie che sarebbero state ancora più nere. Poi torno alla realtà e sento che fuori fa freddo ma stranamente non ho bisogno di una coperta. Sarà forse che stiamo già bruciando?

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