venerdì 22 Novembre 2024

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Giorgio Gaber, vent’anni de “La mia generazione ha perso”

Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare

Sono già passati vent’anni dalla pubblicazione de La mia generazione ha perso, il penultimo album di inediti di Giorgio Gaber, rilasciato il 13 aprile del 2001. A quattordici anni di distanza dal suo precedente progetto discografico in studio, l’artista milanese regala al pubblico un ritratto fedele della sua poetica, una manifesto dal forte valore simbolico e contenutistico, che riecheggia oggi come un vero e proprio testamento.

Funziona ed emoziona dalla prima all’ultima traccia, comprese quelle musicalmente più scanzonate, come “Destra-sinistra” e “Si può”, riletture di brani già editi, lanciati rispettivamente nel 1994 e nel 1976, due pezzi leggeri solo all’apparenza. Dodici canzoni composte a quattro mani con Sandro Luporini, che evidenziano le contraddizioni dell’era moderna attraverso gli atteggiamenti insalubri della politica e della società.

Già dal titolo, si nota il malcontento per le mancate conseguenze delle lotte ideologiche della sua generazione, come sottolineato dalla traccia più rappresentativa presente in scaletta, ovvero “La razza in estinzione”, in cui dispiacere e rassegnazione lasciano spazio al disappunto e alla repulsione. Un discorso che viene proseguito anche ne “Il conformista”, “Verso il terzo millennio” (già incisa in precedenza con il titolo “E tu mi vieni a dire….”) e “Qualcuno era comunista”.

Altro gioiello è “Quando sarò capace d’amare” (già contenuto nell’album dal vivo “E pensare che c’era il pensiero”), un brano che in molti considerano il suo più ispirato testamento insieme a “Non insegnate ai bambini”. Con questo disco Giorgio Gaber rivendica le vittorie e celebra le sconfitte dell’uomo, con la maturità di chi ha vissuto abbastanza per potersi concedere qualcosa in più della semplice libertà di pensiero, riuscendo nel delicato compito di uniformare rabbia e gentilezza.

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La mia generazione ha perso | Tracklist e stelline

  1. Si può ★★★★☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  2. Verso il terzo millennio ★★★★★
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  3. Il conformista ★★★★★
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  4. Quando sarò capace d’amare ★★★★★
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  5. La razza in estinzione ★★★★★
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  6. Canzone dell’appartenenza ★★★★☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  7. Il potere dei più buoni ★★★☆☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  8. Un uomo e una donna ★★★☆☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  9. Destra-Sinistra ★★★★★
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  10. Il desiderio ★★★★☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  11. L’obeso ★★★☆☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
  12. Qualcuno era comunista (live) ★★★★☆
    (Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.