A tu per tu con il popolare cantautore classe ’88, in uscita con il suo quarto album in studio intitolato “Casa“
Tempo di nuova musica per Pierdavide Carone, artista che non ha bisogno certo di presentazioni, che ritroviamo con piacere in occasione dell’uscita di “Casa“, un disco atteso che arriva a nove anni di distanza dal precedente album di inediti. Anticipato dal singolo “Buonanotte“, questo bel lavoro è disponibile negli store a partire dallo scorso 28 maggio.
Ciao Pierdavide, bentrovato. Partiamo da “Casa”, ci racconti la genesi di questo progetto?
«Questo è un disco che nasce da lontano, era la fine del 2016, mi stavo spostando da Roma a Milano in maniera definitiva, con lo stato d’animo di chi lascia un posto in cui ha vissuto metà della sua vita. Avevo dei sentimenti contrastanti, che ho cercato di rappresentare anche attraverso la scelta dell’ordine della tracklist. “Casa” è un album di transizione, perchè l’ho scritto in un momento di profondo cambiamento per me, proprio per questo parla di un tempo che è finito e di un altro che deve ancora venire».
E’ un disco che ho trovato in linea con i tuoi precedenti lavori, nonostante siano passati nove anni dalla tua ultima produzione. Quali skills pensi di aver affinato nel corso di questo lasso di tempo?
«L’abilità più utile che ho potuto acquisire in questi nove anni… sono questi nove anni! Più passa il tempo e più diventa facile scrivere, ma al tempo stesso difficile, perchè hai più cose da raccontare, magari però perdi quella frizzantezza e quella spensieratezza degli esordi. Il valore aggiunto di questo disco credo che sia l’esperienza, mista sempre alla voglia di fare. Sono abbastanza sicuro del fatto che, tra nove anni, riascoltando “Casa” non ci troverò cose che avrei potuto evitare, questa sensazione è la soddisfazione più bella».
Nel corso della tua carriera hai scritto canzoni meravigliose, da “Di notte” a “Nanì”, passando per “Basta così” e molte altre. C’è un brano del tuo passato che, secondo te, avrebbe meritato maggiore visibilità e un pezzo di questo nuovo album a cui auguri particolare fortuna?
«Del mio passato, col senno di poi, ci sono state delle canzoni relegate esclusivamente all’ascolto dell’album a discapito di altre che, tutto sommato, non meritavano l’onore e l’onere di essere scelte come estratti. Rispetto a questo discorso, se penso al mio primo disco, “Guarda caso” secondo me sarebbe stata la giusta prosecuzione di “Di notte”, così come “Ottobre” sarebbe stato il miglior singolo apripista del mio secondo disco. Naturalmente si tratta di cose che a vent’anni devi ancora imparare. Già dal successivo album “Nanì e altri racconti” credo siano state scelte le giuste canzoni per rappresentarlo. Del disco di oggi, c’è un brano che spero abbia la possibilità di diventare un singolo, ovvero “Prima di addormentarti”, un pezzo con una sua magia».
Per concludere, qual è l’insegnamento più importante che senti di aver imparato dalla musica fino ad oggi?
«Quello che ho imparato è che chi fa musica in maniera intensa e viscerale non può rinunciarci, mai. E’ come se fossi “condannato” a fare questo, nonostante a volte ci sia dello scoramento, perchè non sempre le cose vanno bene, non sempre il telefono squilla e magari passano nove anni in cui ti interroghi sul perchè stiano passando così velocemente. Ti capita di pensare di voler fare altro, ma non trovi mai un’altra risposta, secondo me perchè un musicista non ha un’altra risposta. Per tutte queste ragioni, probabilmente, questo è il momento giusto per tirare fuori un disco di transizione come “Casa”».
Intervista a Pierdavide Carone | Podcast
© foto di Virginia Bettoja
Nico Donvito
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