domenica 24 Novembre 2024

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Sarai: “La musica mi ha capita sin da subito” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista romana, in uscita con il nuovo singolo intitolato “T’ho sognato

Tempo di nuova musica per Sara Bassotti, alias Sarai, al suo ritorno discografico con T’ho sognato, inedito disponibile per The Bluestone Records a partire dallo scorso 10 dicembre. A pochi mesi dalla partecipazione ad X Factor e dall’uscita dei precedenti singoli Ci hai perso tu”, “Laissez-faire” e “Gift”, approfondiamo la conoscenza della giovane e talentuosa cantautrice romana.

Ciao Sara, bentrovata. Partiamo da “T’ho sognato“, com’è nato e cosa racconta?

«“T’ho sognato” racconta e nasce da due sogni che ho fatto l’anno scorso sulla stessa persona a distanza di poco tempo. Nasce durante le mattine che seguivano la notte dei due sogni. Vi capita mai di sognare qualcosa e dire “questo vorrei proprio ricordarlo?” bene, a me è successo proprio così, e li ho voluti ricordare tramite questa canzone, “T’ho sognato”». 

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso di questa canzone?

«Sicuramente il titolo, racchiude l’atto principale, il senso e da come nasce la canzone. Ancora meglio potrebbe essere la frase più completa “Mi sveglio ed è tutto sbagliato, t’ho sognato” che trovate nella canzone, e fa capire che tutto quello che dico è, ahimè, soltanto un sogno».

A livello musicale, pensi di aver raggiunto con questo pezzo il sound che meglio si addici al tuo tipo di vocalità?

«Assolutamente sì, è come l’ho scritta e “onirica” come l’avevo immaginata. All’inizio mi ha fatto strano sentirla così, abituata a suonarla sola con la mia chitarra anche sul palco, ma è giusto vedere tutti e due i lati della medaglia, entrambi bellissimi».

Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

«La mia passione per la musica nasce da bambina, quando guardavo mio fratello suonare il basso e pensavo “che figata”. Da lì prendo in mano la chitarra per puro divertimento, e suonando scopro che è invece la mia vocazione. C’era un’intesa unica, mi sembrava di parlare con una persona oltre che con me stessa. Essendo tanto riservata, la musica mi ha capita da subito e non poteva che essere la mia più grande ambizione e passione».

Quali ascolti hanno influenzato e accompagnato la tua crescita?

«Sicuramente tanto rock “adolescienziale”, Green day, Arctic monkeys, Sum 41 e Blink-182. Crescendo, Ed Sheeran e Pino Daniele. Ho sempre ascoltato tanta musica, questi sono quelli più rilevanti, ma ogni genere musica e ogni ascolto ti fa crescere e ti dà ispirazioni diverse. Ad esempio sto studiando Jazz, che piano piano si inizia a sentire anche nei miei pezzi, stay tuned».

Sei reduce da un 2021 estremamente positivo. Qual è il tuo personale bilancio di questo anno?

«È stato un anno fantastico, sono usciti quattro singoli, ho partecipato a X Factor e iniziato a collaborare con The Bluestone Records che è diventata una grande famiglia. Nonostante il covid ho suonato per vari locali e accumulato consapevolezza. Sono davvero contenta e spero che le cose continuino ad andare per questo verso, e sempre meglio!».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Oggi si rivolge a chi è dedicata, e a chi ci si vuole ritrovare. In futuro vorrei arrivare al cuore della gente, condividere emozioni e dolori con gli altri, e dare sollievo, perché no! Non nego che vorrei arrivare alla gente anche come musicista e chitarrista che sono, quindi dirò che vorrei arrivare anche ai musicisti e a persone più grandi di età».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.