giovedì 21 Novembre 2024

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“Apri tutte le porte” è un frac cucito su misura per Gianni Morandi – ANALISI

Analisi della canzone che ha conquistato la medaglia di bronzo al Festival di Sanremo

Una delle star della nostra musica leggera, un monumento che ha indiscutibilmente contribuito a portare le 7 note, nell’aspetto più popolare che si conosca, all’interno delle nostre case. Per motivi di trasversalità il vero colpaccio del terzo capitolo targato Amadeus, forse ancor più dei super vincitori e sbrana-classifiche Mahmood e Blanco (qui la recensione di “Brividi). Questo, e molto di più, è Gianni Morandi, terzo classificato al Festival di Sanremo 2022 con Apri tutte le porte.

Malgrado queste captatio benevolentiae, è doveroso tener bene in mente che la seguitissima kermesse ligure porta il nome di Festival della canzone italiana ed è una gara tra generazioni spietate, non un omaggio alla carriera. La quantità di grandi nomi passati in sordina e l’altrettanto numero di leoncini sollevati dai cosiddetti “signor nessuno” hanno dimostrato che i quattro minuti dell’esibizione incidono infinitamente di più rispetto al repertorio trascorso per chiunque.

Questa premessa, che sembrerebbe una mise en place preparatoria a una feroce critica, in realtà non scalfisce minimamente il Gianni nazionale, che nei suddetti quattro minuti ha innegabilmente dimostrato di essere sul pezzo come non mai, proponendo ai 2000 dell’Ariston e ai 13 milioni da casa una performance convincente ed energica, a dispetto delle 77 primavere compiute lo scorso dicembre.

Analisi del brano di Gianni Morandi |

La canzone, frutto di un anno di intenso lavoro svolto in collaborazione con Jovanotti, autore del testo, e con Mousse T, produttore del brano, si apre con degli allegri fiati che permettono un balzo indietro agli anni ‘60, decennio di debutto della voce di “Andavo a cento all’ora”. La produzione del brano sarebbe stata, a ragione, oggetto di lapidazione in pubblica piazza se fosse stata proposta da un qualsiasi cantante con meno esperienza sulle spalle. Anacronistica, obsoleta, antiquata, questo avrebbe subito il malcapitato di turno da parte di esperti e platea.

Gianni Morandi schiva questi epiteti proponendo un brano come “Apri tutte le porte” che sta nel suo DNA ed è perfettamente riconducibile ai suoi successi passati.  E’ un lavoro di perfetta cucitura a cominciare dal testo, che si snoda partendo da una spiccata positività e si articola con un lessico semplice ed efficace. Etichettate da una fetta di ascoltatori come “banali” e “degne di una filastrocca”, le liriche di Lorenzo rispecchiano nel migliore dei modi l’andazzo della melodia e, ancora una volta, la vibrante personalità di uno dei personaggi più amati dagli italiani. Un successo, quindi. Un terzo posto che sa di vittoria. L’evidente dimostrazione che anche andando per gli 80 è possibile “far entrare il sole” e combattere con chi potrebbe essere tuo nipote. A colpi di musica, si intende.

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