Entriamo dentro il testo di una canzone per comprenderne il significato
Nuovo appuntamento con Canzone per te, la rubrica che ogni mese ti porta alla scoperta di una canzone, con l’obiettivo di comprenderne il significato e il messaggio che vuole trasmettere. La canzone protagonista di questo mese è C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones di Gianni Morandi.
La sua chitarra mi regalò
Come spesso accade è l’attualità a darci lo spunto per decidere quale canzone “scandagliare”. Avremmo senza dubbio preferito occuparci di temi ben diversi ma la guerra, dopo diversi decenni, è tornata in Europa. L’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina, infatti, rischia di essere il primo passo di un’escalation di violenza che potrebbe ben presto portare a conseguenze irreparabili e inimmaginabili. Le lancette della storia, nel giro di pochi giorni, sembrano essere tornate indietro di decenni, rendendo ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’ un brano più che mai attuale e contemporaneo. In realtà, è bene ricordare che si tratta di un brano concepito nel 1966, più di mezzo secolo fa.
Il periodo storico a cui fa riferimento è la guerra del Vietnam, terminata ufficialmente il 30 aprile 1975 con la conquista di Saigon (la capitale del Vietnam del Sud) da parte dei nordvietnamiti. Anche gli Stati Uniti presero parte al conflitto con l’obiettivo di porre un freno all’espansione del Vietnam del Nord, guidato dalla dittatura comunista di Hồ Chí Minh. Il risultato di questo intervento fu disastroso. Gli Stati Uniti si ritirarono dal conflitto con due anni di anticipo. Più di 58mila soldati persero la vita. Ancora oggi la guerra in Vietnam viene ricordata come il primo grande fallimento militare degli Stati Uniti d’America.
Tra le più di 58mila vittime statunitensi vi è anche il protagonista del brano interpretato da Gianni Morandi. Un ragazzo come tanti. Un ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones. Che cantava a squarciagola capolavori indimenticabili come ‘Yesterday’ o ‘Lady Jane’. Un ragazzo che un giorno dovette posare la chitarra che tanto amava per impugnare un fucile: «c’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Girava il mondo, veniva da gli Stati Uniti di America. Non era bello, ma accanto a sé aveva mille donne se. Cantava “Help”, “Ticket To Ride” o “Lady Jane” o “Yesterday”. Cantava “Viva la libertà”, ma ricevette una lettera. La sua chitarra mi regalò, fu richiamato in America».
Nel suo paese non tornerà più
Anche questo ragazzo fu spedito in Vietnam. L’epilogo del brano è noto a tutti. Se nelle prime strofe si respira aria di libertà e leggerezza, nell’ultima parte del brano si è travolti da un profondo senso di tristezza e sconforto. Il suono della chitarra è sostituito da quello degli spari, il terrore prende il posto della spensieratezza e la morte “trionfa” sulla vita.
Questo ragazzo non tornerà più nel suo paese. Il suo viaggio finisce qui. Nel petto ha due o tre medaglie. Ma il suo cuore non batte più: «c’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Girava il mondo, ma poi finì a far la guerra nel Vietnam. Capelli lunghi non porta più, non suona la chitarra ma uno strumento che sempre dà la stessa nota “tatatata”. Non ha più amici, non ha più fans, vede la gente cadere giù. Nel suo paese non tornerà, adesso è morto nel Vietnam. Stop, coi Rolling Stones! Stop, coi Beatles, stop! Nel petto il cuore più non ha, ma due medaglie o tre».
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