Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in radio
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TU, MI PERDICION – Arisa
Arisa cambia ancora. Intrapresa la strada di un pop più contemporaneo ed aperto all’idea espressiva di una maggiore sensualità con l’ultimo album ‘Ero romantica‘ ecco che, stavolta, la cantante potentina ci da dentro con il mondo latino. L’intro quasi parlato potrebbe portare su altre strade, poi, però la canzone evolve con i giusti tempi verso un qualcosa di più simile a quelle atmosfere latine che hanno ampiamento contagiato la scena italica (soprattutto d’estate ma non solo). La differenza con le altre proposte, però, sta ancora nell’evidenza di come Arisa sappia davvero cantare bene. La sua voce è così preziosa che riesce a rendersi credibile anche in questo mondo così apparentemente distante da lei impegnandosi anche in un testo tutto in spagnolo. Arista da applausi. VOTO: 7.5
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LA MIA VOCE – Fabrizio Moro
E’ un Fabrizio Moro che ritrova la voglia di cantare una denuncia o meglio una protesta quello di questo inatteso nuovo estratto radiofonico per la stagione in cui viene proposto. “Non temete io non sono e non sarò quello che volete” canta in un ritornello cantato con la foga che deriva da un’interpretazione di chi ci crede davvero in ciò che scrive e sottolinea con la propria voce. La volontà del cantautore romano è quella di combattere e non lasciarsi mettere in ginocchio dall’identità di un’epoca che sente distante dai propri ideali, dalle proprie esigenze e da quell’impagabile bisogno di percepire la propria musica coerente con il proprio sentire. Pezzo anti-estivo ma necessario. VOTO: 6.5
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POCAHONTAS – Federica Marinari
Federica sa cantare e lo sa fare davvero bene. Questo nuovo singolo lo ribadisce con forza qualora ce ne fosse ancora bisogno. Ciò che probabilmente le manca è il coraggio di rinunciare alle esigenze imposte da un’idea superata di contemporaneità che vede nell’obbligatorietà di un suono sintetico e frizzante un elemento indispensabile per proporsi. Un pezzo dal crescendo così potente avrebbe probabilmente meritato una sessione d’archi reali e non un’idea ritmica riprodotta al PC. A rimanere è un pezzo ben scritto da Matteo Faustini (che finalmente torna a narrare di inquietudini e difficoltà senza espedienti) ed una voce che è alla ricerca della canzone giusta per dimostrare tutta la sua bravura. Abbi coraggio Federica! VOTO: 7
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L’ULTIMO FIORE – Gaudiano
“Devi avere il sole dentro per resistere” si ripete un Gaudiano che rimane (fortunatamente) fedele al proprio animo pop-classico. Il testo coniuga anche il verbo ‘obnubilare’ e questo è sinonimo di come l’aspetto testuale sia centrale in questa proposta perché l’idea fondamentale della musica di Gaudiano è quella di trasmettere per davvero un messaggio. Il pezzo ha delle strofe serrate ma poi cresce insieme alla melodia dell’inciso che guarda a quella tradizione italica del bel-pop dei primi anni ’00 che metteva in evidenza le belle voci ed i loro crescendo. VOTO: 7+
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PARAGUAI – Nayt
Prosegue la collaborazione di Nayt con la produzione di Michele Canova Iorfida che, negli anni, ha saputo ben destreggiarsi nel mondo del pop da contaminare con le influenze elettroniche. Anche in questo caso il tappeto sonoro riprende alcuni accenti sintetici ma tiene la propria essenza in un minimale che non vada ad intaccare l’ambientazione del pezzo intero che, invece, scorre via con armoniosità. Non un pezzo per l’estate. Piuttosto è un pezzo per comunicare. VOTO: 6/7
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NOI CONTRO DI NOI – Silvia Salemi
Anche qui a scrivere è Matteo Faustini che alla cantante sicula regala un pezzo che ha dentro di sé anche quegli elementi adatti a ritagliarsi un proprio posto nell’ambiente di un’estate sempre più affollata musicalmente. Lo fa tuttavia senza perdere di vista il focus di un portamento vocale ed interpretativo nettamente sopra la media. Silvia, forse, paga lo scotto di questa sua impostazione cantautorale che trasmette l’idea di un non pieno slancio verso questo tipo di sonorità. A delle buone strofe si contrappongono dei ritornelli che avrebbero probabilmente meritato qualche diversa soluzione e che non convincono eccessivamente. VOTO: 6.5
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GRIDERO’ IL TUO NOME – Tecla
Approfondisce ancora il mondo dell’urban-pop la brava Tecla che prosegue a contrapporre la sua voce pulita e soave ad un suono tutto elettronico che risulta, invece, duro per quella preminenza della componente ritmica. Quest’intuizione continua a proporre una giovane artista che sta cercando una propria strada ed identità con qualità non rinunciando alle sfide che il giocare con la musica ed i suoni permette di affrontare. Non è questo il pezzo della vita nè quello più riuscito fin qui nella produzione di Tecla ma rimangono forti le aspettative su di lei per il futuro. VOTO: 6-
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CONTRABBANDO – Tropico, Cesare Cremonini e Fabri Fibra
E’ la grande occasione di Davide Petrella, da cantante Tropico. Un’occasione molto più grande del tentativo di accesso al Festival di Sanremo tra i giovani e qualche altro duetto eccellente nel suo ultimo album d’inediti. Stavolta l’operazione sembra avere una buona base commerciale su cui iniziare a partorire l’intero progetto. Anche il pezzo si distingue tra tutte le seppur buone proposte che fin qui Tropico ha proposto al suo pubblico andando anche a rinunciare a quelle caratteristiche “di moda” che ben conosce da autore iper-inflazionato nelle classifiche degli ultimi anni. Cremonini non è così abituale tra gli artisti che si concedono ai duetti ed il fatto di sentirlo così impegnato non fa che alzare l’asticella di un pezzo che suona per davvero bene e che trasmette un’idea di autenticità. Bel trittico. VOTO: 7.5
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Ilario Luisetto
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