venerdì 22 Novembre 2024

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Addio a Raoul Casadei, l’ultimo saluto al re del liscio

Il mondo della musica piange la scomparsa del musicista romagnolo

In questo ultimo sabato d’inverno, oggi 13 marzo, rivolgiamo l’ultimo saluto a Raoul Casadei, musicista noto per il suo cinquantennale impegno per il liscio, eredità presa dallo zio Secondo Casadei, violinista soprannominato lo Strauss della Romagna.

Nato a Gatteo il 15 agosto del 1937, dopo il diploma alle magistrali ha esercitato la professione di maestro per quasi vent’anni, alternando l’attività didattica con l’impegno musicale assieme all’orchestra di famiglia, la famosa Orchestra Casadei.

Nel 1971, dopo la morte dello zio, si incarica della conduzione del gruppo, riuscendo nell’impresa di continuare ad esportare il genere liscio in giro per il mondo. Tra i brani che ha composto, ricordiamo: “Ciao mare“, “Simpatia“, “La mazurka di periferia”, “Romagna e Sangiovese”, “Musica solare”, “Romagna capitale” e “Tavola grande”.

Risale al 1974 l’unica partecipazione dell’Orchestra Casadei al Festival di Sanremo con “La canta”, pezzo che viene eliminato nel corso della prima serata. Nel 1980 si ritira dal palcoscenico pur continuando a gestire l’orchestra da dietro le quinte, fino al definitivo passaggio dell’attività in favore degli figlio Mirko, avvenuto nel 2001.

E’ scomparso oggi, all’età di 83 anni, dopo essere stato ricoverato lo scorso 2 marzo per Covid. Ricorderemo Raoul Casadei per il suo entusiasmo, per essere riuscito a raccogliere un’eredità importante, continuando a portare con spensieratezza “Romagna mia”, composta in realtà dallo zio, e il resto del suo repertorio folk nelle sale da ballo di mezzo mondo.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.