Le dichiarazioni della conferenza stampa del cantautore calabrese, in gara al Festival con “Ora“
All’indomani dal debutto ufficiale sul palco dell’Ariston di Sanremo, Aiello racconta le emozioni provate nel corso della serata d’apertura della 71esima edizione del Festival della canzone italiana. Si intitola “Ora” la canzone presentata in concorso, che anticipa il suo secondo album in studio “Meridionale“, la cui uscita è prevista per il prossimo 12 marzo.
«Questo non è un palco come tutti gli altri – precisa il cantautore calabrese nel corso dell’incontro stampa virtuale avvenuto nel pomeriggio – perchè un conto è fare il proprio concerto e non dover dimostrare o farsi conoscere. Ieri sera ho avvertito questo peso, spero di fare sempre meglio, affinché la canzone possa bussare a più persone possibili e trovare le porte spalancate».
L’emozione ha giocato qualche scherzetto all’artista, al punto da portarlo ad essere il fanalino di coda della classifica provvisoria redatta dalla giuria demoscopica. «Preferisco una performance imperfetta che ti arriva dritta nella pancia, piuttosto che una performance perfetta che non ti dice nulla. Sono per questo tipo di approccio musicale».
«Quello dell’Ariston è un palco che chiede tantissima lucidità, mentre io sono una persona carnale, quindi non è stato facile gestire l’impeto. L’obiettivo è quello di imparare a gestire sempre al meglio la mia emotività, senza snaturarmi o perdere la mia identità». Sulla scelta della cover precisa: «Domani sera avrò il grande onore di cantare “Gianna” di Rino Gaetano. Insieme a Vegas Jones proporremo una versione più “strong” della canzone».
Per poi concludere con un pensiero sul caso che ha coinvolto suo malgrado Irama e sulla scelta unanime di tutti i cantanti di acconsentire al suo proseguo in gara, seppur da remoto: «Sono contento che Filippo possa resti a far parte della competizione, sono solidale con lui e tutto il suo staff. Siamo tutti molto attenti, nonostante questo possono capitare queste cose. Proprio per questo credo che questo Festival sia speciale, ma anche particolarmente impegnativo e per nulla facile».
Nico Donvito
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