giovedì 21 Novembre 2024

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Alessandro Casillo: “La musica mi ha insegnato ad essere felice” – INTERVISTA

Tempo di nuova musica per il giovane artista lombardo, fuori con il singolo “After” feat. Mose

A poche settimane dall’uscita del precedente singolo “Russian Roulette”, Alessandro Casillo pubblica per l’estate un nuovo brano intitolato “After”, realizzato in collaborazione con Simone Reo, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Mose, scritto dai due assieme e a Francesco Sponta e Marco Di Martino, alis Dima, con quest’ultimo che ha anche prodotto il pezzo. In occasione di questa nuova uscita abbiamo raggiunto via Skype il cantautore classe ’96, per approfondire la conoscenza della sua visione di vita e di musica.

Ciao Ale, bentrovato. Partiamo dal tuo nuovo singolo “After”, quali riflessioni e quali stati d’animo hanno accompagnato la fase di scrittura di questo pezzo?

«La scrittura di questo brano, come si può intuire, è iniziata durante la quarantena, un momento un po’ difficile per tutti quanti. Ho voluto concentrarmi sugli aspetti divertenti di questo lockdown, devo dire che sono stati veramente tanti, ne ho viste davvero di tutti i colori tramite internet, ma le ho vissute anche io sulla mia pelle, come tutti. Ho voluto ironizzare su quanto accaduto, in un momento così difficile ho cercato di strappare un sorriso alle persone che ascolteranno il brano, ma anche attraverso le immagini del videoclip. Sono molto contento del risultato finale, anche a livello di sound, volevo fare una cosa diversa rispetto alle solite proposte che si sentono d’estate e penso di esserci riuscito».

Un brano che arriva dopo il precedente “Russian Roulette“, decisamente più intimo. Sei voluto tornare con due pezzi differenti tra loro, che mettono in luce due aspetti del tuo lato caratteriale e artistico. Pensi che siano quelli che più ti rappresentano?

«Sicuramente sono due brani che mi rispecchiano, prima di tutto perché li ho scritti in prima persona. Ogni artista ha le sue sfumature, questi due brani rappresentano tutto ciò quello che voglio dire in questo momento, nonostante siano molto diversi tra loro. L’obiettivo è quello di far vedere che Alessandro non è solo il ragazzino che canta canzoni d’amore, bensì tante altre cose. A giudicare dalle persone che hanno ascoltato il brano e che mi scrivono quotidianamente, il messaggio è stato recepito, sono contento perché hanno capito cosa volevo trasmettere, per me è un grande risultato a livello personale».

Una canzone che esce d’estate, in un’estate particolare, ma comunque ricca di tormentoni. Cosa ti ha spinto ad un uscire proprio con questa traccia e come valuti la situazione del mercato estivo? 

«Secondo me “After” è una cosa diversa, non è la solita canzone che esce d’estate, non qualcosa che hai già sentito. C’è un verso del testo in cui dico “questo era l’anno della svolta ma va sempre diritto appena appare una curva”, cioè quando pensi che questo è il tuo momento, alla fine, succede sempre qualcosa. A proposito del mercato musicale, secondo me sta ripartendo alla grande, pur essendo una situazione difficile per tutti, noi artisti siamo fortunati perché viviamo facendo ciò che ci piace, siamo dei privilegiati».

Forse di tormentoni ce ne sono davvero troppi negli ultimi tempi, lo scorso anno hai fatto uscire “Hasta luego”, che personalmente ho trovato una delle proposte estive più interessanti. Eppure, proprio per questa sovrabbondanza, non ha ottenuto lo giusto spazio e, di conseguenza, la giusta attenzione….

«Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti sul brano, sono d’accordo con te, secondo me “Hasta luego” è una bellissima canzone estiva, perché così si può definire, ma che non ha avuto il giusto spazio, essendoci tante cose uguali diventa anche difficile farsi riconoscere. Quest’anno ho voluto differenziarmi, ho voluto fare una cosa diversa, non è detto che funzioni, non è detto che possa spopolare, ma ho voluto dare un’impronta alla mia musica, alla fine sarà la gente a giudicare. Non mi sono andato a buttare nella mischia, la stessa in cui sono mi ci sono ritrovato l’anno scorso, questo non significa che ritengo di aver fatto un errore, il pezzo è forte, proprio come “Afeter” che ha questo plus in più di non somigliare a nient’altro».

Al netto dell’attuale incertezza dovuta al momento storico, quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo Alessandro Casillo?

«Di sicuro Alessandro non starà più fermo, questo te lo assicuro. In passato diverse volte mi sono preso dei periodi di riflessione, momenti in cui mi sono fatto un sacco di paranoie, oggi sono più sereno e molto più determinato, penso di essere cresciuto tantissimo, le persone con cui lavoro da sempre me lo fanno notare ogni giorno. Durante la quarantena ho scritto veramente tanto con il mio team, sono uscito con due pezzi a distanza di un mese e mezzo, sarà così per un bel po’ di tempo perché voglio far sentire che ci sono e che non mi fermo per niente al mondo, per nessun motivo».

Per concludere, qual è la lezione più importante che senti di aver imparato dalla musica in questi dieci anni di attività?

«Guarda, penso che la musica sia la cosa più bella del mondo, è quella particella che riesce a cambiarti la giornata, è qualcosa che unisce tutti. Con fatica e impegno sono riuscito a renderla un vero e proprio lavoro, oltre che una grandissima passione, pur avendo 24 anni mi ritengo ormai un veterano perché ho iniziato veramente da piccolo. La musica è la mia vita, faccio questo da quando ho tredici anni, mi ha insegnato ad essere felice».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.