40 anni di carriera per l’iconica ed ipnotica Anna Oxa
Era la notte del nascente 29 gennaio 1978 quando a Sanremo calava il sipario della 28° edizione del Festival della canzone vinto, in quell’occasione, dai Matia Bazar con il brano “… e dirsi ciao”. A spiccare, però, era la giovanissima Anna Oxa, talento cristallino di appena 16 anni debuttante nel mondo della discografia italiana. In abiti punk e agilmente impegnata in una coreografia per supportare il messaggio della sua Un’emozione da poco, uno di quei capolavori autorali scritto da Ivano Fossati, accompagnato, in questo caso, da Guido Guglielminetti.
Da quel secondo posto l’artista barese tornerà sul palco dell’Ariston per altre 13 volte dimostrandosi continuamente un’artista dotata di una vocalità unica, di una sensibilità artistica votata alla continua ricerca e innovazione e di un’ipnotica presenza scenica capace di catturare lo spettatore, oltre che con la propria musica, anche con l’inconfondibile bellezza e l’indiscutibile capacità di stravolgere il proprio look a favore dei propri brani.
Da quel 1978 Anna Oxa ha vinto due volte il Festival di Sanremo (nel 1989 e nel 1999), condotto diverse trasmissioni televisive (tra cui proprio Sanremo nel 1994, Fantastico e Torno Sabato) e pubblicato 25 album capaci di spaziare dal pop al cantautorato passando per l’acustico, l’urban, il pop-lirico e il sinfonico. Tra i suoi successi indimenticabili sono alcune perle come Quando nasce un amore, Senza pietà, Ti lascerò, E’ tutto un attimo, Donna con te, Storie e Cambierò.
Per lei hanno scritto Ivano Fossati, Roberto Vecchioni, Enrico Ruggeri, Mario Lavezzi, Franco Fasano, Alberto Salerno, Pacifico, Francesco Bianconi, Piero Cassano, Danilo Amerio, Adelio Cogliati e tante altre penne illustri del nostro panorama autorale.
Negli ultimi anni Anna Oxa si è dimostrata unica e vera sperimentatrice creando opere uniche ed elevate come la brillante La mia anima d’uomo o l’avanguardista Processo a me stessa, presentata a Sanremo nel 2006 anticipando di fatto le tendenze urban attuali (qui la nostra disamina a proposta), fino all’ultimo gioiellino de L’America non c’è, brano presentato nel 2016 in attesa di nuovi sorprendenti lavori.
Ilario Luisetto
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