Baustelle, tutto quello che c’è da sapere su “El Galactico”

Baustelle

Tempo di nuova musica per i Baustelle, che tornano sul mercato con “El Galactico”, il loro nuovo album fuori per BMG da oggi, venerdì 4 aprile.

È il 4 aprile il nuovo album “El Galactico”, un viaggio nel folk rock californiano degli anni ’60 rivisitato in chiave moderna. La formazione composta da Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi torna con un lavoro che sintetizza in modo originale e contemporaneo le atmosfere folk-rock scintillanti e lisergiche di quell’epoca dorata.

El Galactico” è il nuovo album dei Baustelle che segna il loro ritorno dopo l’ultimo progetto discografico “Elvispubblicato nel 2023, con il quale la band aveva marcato il ritorno alla loro essenza rock, senza rinunciare all’esplorazione di sound a loro inedito fatto di strutture blues, soul, rock and roll e boogie.

L’album nasce come titolo, ed è il punto di partenza da cui hanno preso forma le canzoni: «Una notte, tornando a casa in macchina, vagando a vuoto da qualche parte in fondo a via Padova, la mia attenzione venne attirata da una luce rossa e da un’insegna. Milano sembrava tutta buia, pareva che ci fosse stato un blackout, e quelle luci apparivano magicamente come le uniche rimaste accese. Accostai, c’erano dei ragazzi fuori a bere e a parlare, in piedi. L’insegna diceva: “El Galactico”. Il titolo è arrivato con la visione di quel  faro nella notte, un bar che poteva stare benissimo a Los Angeles e che soprattutto poteva fare da riassunto all’idea sonica che avevamo in mente» confessa Francesco Bianconi.

Attraverso la vetrina di quel bar lungo Via Padova si percepiva un’atmosfera sospesa tra Hopper e il Messico. Da quel nome e da quella suggestione è nato il concept del progetto: un disco che richiama i tramonti sulla West Coast, le chitarre Rickenbacker a 12 corde, gli arpeggi ipnotici, le armonie vocali e l’eco di artisti come The Byrds e Brian Wilson. Ma i Baustelle non aspiravano ad una riproduzione nostalgica: il loro obiettivo era reinventare quelle atmosfere, traghettandole nel presente, con una visione originale e contemporanea.

«Credo che le canzoni non debbano avere paura di parlare del presente – spiega Francesco Bianconi – ma mi auguro possano durare nel tempo. I testi di questo progetto sono stati scritti in un periodo molto concentrato, dopo aver lavorato alle musiche. Gli anni ’60 sono molto iconici e hanno un suono molto caratterizzante. Da ascoltatore mi ha sempre appassionato questa cifra, che non è mai entrata in maniera così massiccia in un disco dei Baustelle, storicamente più influenzati dagli anni ’70. Al di là dell’amore per quel genere, mi sembrava facesse contrasto con le storie del presente»

Nel disco risuonano lo struggimento e l’entusiasmo di quel periodo aureo della storia del rock: “i tramonti, il surf, Brian Wilson e i suoi fratelli, guidare su Mullholland Drive, parcheggiare su Sunset Strip, andare in spiaggia, suonare e parlare per ore”. L’obiettivo era raccontare l’essenza di quel suono-mondo, portando quelle sonorità iconiche in una dimensione contemporanea. «Dato che compiamo venticinque anni, a dicembre abbiamo questo spegnimento di candeline. Siamo contenti di esserci ancora, proponendo dischi nuovi, senza operazioni nostalgia. Abbiamo ancora molte cose da dire, festeggiamo i primi venticinque e inauguriamo i prossimi venticinque» ammette Bianconi.

Per la produzione dell’album, i Baustelle hanno coinvolto Federico Nardelli: insieme hanno dato vita ad un sound ricco e stratificato, capace di intrecciare passato e futuro in una sintesi evocativa e potente. Il disco prende vita attraverso un mix di strumenti e voci, con Francesco Bianconi (voce, cori, kazoo, organo, sintetizzatori, Mellotron), Rachele Bastreghi (voce, cori) e Claudio Brasini (chitarre elettriche) come fulcro del progetto.  A loro si aggiunge lo stesso Nardelli, che ha suonato batteria, percussioni, basso elettrico, chitarre elettriche e acustiche, chitarra baritono, organo, sintetizzatori, pianoforte, piano elettrico, Mellotron e cori. L’ossatura sonora dell’album si arricchisce poi grazie al contributo di musicisti d’eccezione: Alberto Bazzoli (organo, organo Hammond, sintetizzatori, Mellotron, clavicembalo, vibrafono, glockenspiel, pianoforte, piano elettrico), Lorenzo Fornabaio (chitarre elettriche, cori), Julie Ant (batteria, percussioni, cori) e Milo Scaglioni (basso elettrico, cori). Alla componente orchestrale partecipano Enrico Gabrielli (flauto, sax, clarinetto, fischio), Davide Albrici (tromba, trombone), Dario Romano (fagotto) e Luca Tognon (oboe), mentre le parti di archi sono affidate a Feyzi Brera (violino, viola) e alla Budapest Art Orchestra.

L’album “El Galactico” si apre con Pesaro, un brano folk rock psichedelico che parla dei momenti in cui si prova un dolore profondo mentre fuori splende il sole. Quelle volte in cui si vorrebbe solo essere altrove, lontano, e si riesce invece a trovare in qualche modo un appiglio per stare in piedi e continuare ad amare. Segue Spogliami, una canzone sulla purificazione, sul desiderio di disintossicarsi dall’iper-stimolazione della vita quotidiana. Il terzo brano, Canzone verde, amore tossico, è un pezzo politico sulla crisi ambientale ma anche sulla retorica del discorso ambientalista nato in risposta alla crisi. L’album prosegue con Filosofia di Moana un brano in cui si assume il punto di vista di Moana Pozzi, icona enigmatica del porno e della società dello spettacolo. Una storia, secondo singolo del disco, racconta un fatto di cronaca nera ripreso sui social dal punto di vista della vittima, una ballata lenta in cui si mette in scena una tragedia “ordinaria”. Con L’imitazione dell’amore, l’album si sofferma sul tema amoroso e su come venga trattato nella musica pop. Segue L’arte di lasciar andare, un pezzo folk rock scintillante, veloce e leggero come un viaggio in macchina sulla Pacific Coast Highway. Nella canzone si parla di un livello di frenesia che può spingere al tormento. Per sempre nasce come coda strumentale di L’arte di lasciar andare, ma si trasforma in un pezzo orchestrale, nello stile delle colonne sonore di Ennio Morricone. A seguire Giulia come stai, una canzone d’amore per una persona in particolare, e per tutti, con un testo che abbraccia e una musica lennoniana. Lanzarote è una sorta di Azzurro, dove Rachele presta la voce ad un personaggio che rimane da sola in città estiva deserta. L’album si avvia alla conclusione con La nebbia, una ballad pianoforte e voce con l’arrangiamento orchestrale che dona al brano un respiro hollywoodiano, che elogia la nebbia come unico elemento del reale capace di mitigare l’orrore della realtà nel completo suo disvelarsi. Infine, Non è una fine chiude il viaggio musicale con un’esperienza psichedelica strumentale in cui a ogni ripetizione di giro armonico entrano piccole frasi melodiche e timbri nuovi fino a formare una delle composizione più stratificate della storie dei Baustelle.  

Per coronare i loro 25 anni di carriera i Baustelle torneranno live con due speciali feste finali nei palazzetti di Roma e Milano – organizzate da Vivo Concerti – a coronare questo 2025. Nell’attesa delle date estive, il gruppo ha dato appuntamento con il PALA 25 il 5 dicembre a Roma – Palazzo dello Sport e il 12 dicembre ad Assago (MI) – Unipol Forum per concludere in maniera gloriosa un 2025 di cui i Baustelle saranno protagonisti.

Tra gli altri appuntamenti in programma ci sarà L’el Galactico Festival, un evento unico per celebrare la loro storia e la loro evoluzione artistica, con un cast d’eccezione e una scaletta irripetibile per ciascuna giornata. L’1 giugno – già sold out – saliranno sul palco dell’Anfiteatro Ernesto de Pascale a Firenze Emma Nolde, i Neoprimitivi, Matteo Bordone & Daniela Collu con un podcast live e infine Pierpaolo De Sanctis (Four Flies Records DJ Set). Il 2 giugno invece gli artisti presenti saranno Marta Del Grandi, i Delicatoni, Stefano Nazzi con una speciale puntata di Indagini e Bassolino per il DJ Set. Il palinsesto è stato pensato per respirare l’essenza del gruppo. 

EL GALACTICO FESTIVAL – in collaborazione con il Post – è organizzato anche grazie al sostegno di Shaft. Lungarno è Local Media Partner del Festival e Controradio è la Local Radio Partner. «Prima è nato il titolo, “El Galattico”, e poi l’idea del Festival, che per noi sarà il palco di chi si pone in maniera alternativa al modo di fare musica pop rock in Italia. Mi piace che sia più aperto possibile, senza cancelli o delimitazione in generi» conclude Bianconi.

Baustelle, track by track “El Galactico”

PESARO

Bianconi-Scaglioni-Bazzoli

Eravamo a Pesaro per suonare all’alba a un concerto. Siamo arrivati il giorno prima, in una sera magnifica di inizio estate, e appena entrato in hotel ho ricevuto una chiamata in cui mi è stata comunicata una notizia tragica. Credo che la canzone parli di questo, del provare dolore profondo mentre fuori splende il sole; e mentre vorresti morire, essere altrove, lontano dagli ombrelloni, dal vociare della gente, dall’azzurro e dal celeste, riuscire invece a trovare in qualche modo un appiglio per stare in piedi e continuare ad amare. Musicalmente, direi che è un pezzo molto indicativo del suono “Laurel Canyon” di El Galactico: riff di chitarra elettrica 12 corde, andamento folk rock psichedelico, cori alla “Pet Sounds”.

SPOGLIAMI

Bianconi-Palazzo-Nardelli

Una canzone sulla purificazione: mi rendo conto di quanto un po’ in tutto il disco sia ricorrente un desiderio di disintossicazione da una qualche forma di inquinamento. Siamo iper-stimolati, bombardati da comunicazione oramai solo retorica. Il linguaggio è oggi solo fatico, per dirla con Jakobson (in linguistica, “fatica” è la funzione del linguaggio propria dei messaggi che hanno il solo scopo di stabilire, mantenere, verificare o interrompere il contatto tra mittente e destinatario; avviene nelle espressioni tipo: “pronto, mi senti?”, “mi segui?”, “chiaro?”; nelle formule convenzionali di saluto e di augurio; nelle frasi che si usano per rompere il ghiaccio o mantenere in vita la conversazione, come “allora, eccoci qui, bella giornata, vero?”). Se il linguaggio è oramai solo questo, o tendente a questo, a me viene voglia di uscire dal gioco. Se manca la sostanza e tutto è solo mise en place, passa la fame.

CANZONE VERDE, AMORE TOSSICO

Bianconi-Brasini-Bazzoli-Nardelli

Un pezzo politico, forse sul senso dell’ecologia, sulla crisi ambientale ma anche sulla retorica del discorso ambientalista nato in risposta alla crisi.

Ho vissuto in paesino della campagna toscana in cui per anni sono stati usati pesticidi in maniera indiscriminata, senza che nessuno dicesse nulla, e in cui si è allevato in maniera intensiva. Gli ambientalisti dell’epoca con grande slancio se la prendevano invece coi cacciatori. Nel frattempo nei laghetti dove io e i miei amici andavamo a pescare improvvisamente venivano a galla gigantesche carpe morte. Questa è una canzone sul quanto in questo Paese dal dopoguerra abbiano governato i vecchi, e come questi vecchi per egoismo non abbiano saputo abdicare, e di conseguenza formare i giovani. È una canzone su come i giovani, non formati, non specializzati, cresciuti comodi, si siano ritrovati col disastro e la cassetta degli attrezzi per governarlo completamente vuota. Ai “giovani” (buffa categoria fatta dai vecchi) è rimasto il cinismo, che è però una categoria filosofica e non politica, e non basta purtroppo a salvare il pianeta.

FILOSOFIA DI MOANA

Bianconi-Bazzoli

Volevo scrivere una canzone immaginando di essere Moana Pozzi, adottandone il punto di vista. È un personaggio che mi ha sempre affascinato: il suo modo elegante di muoversi dentro l’Impero dell’Oscenità, la sua parabola di diva, di stella cadente, l’aura di tristezza che l’ammantava. Il porno mi interessa come esempio di mercificazione, come prodotto automatico civiltà occidentale; direi che esso rappresenta forse il modo supremo in cui, nella società dei consumi e dello spettacolo, la bellezza si declina. “Porno è la bellezza se la Storia va veloce”, dice la nostra Moana, immaginata oramai morente, sul letto di un ospedale.

UNA STORIA

Bianconi-Bastreghi

Come da titolo, è una storia possibile. È più nello specifico una storia di cronaca nera: c’è una ragazza, un’adolescente, che è stata coinvolta in un fattaccio di qualche tipo. Ha subito una violenza: fisica, sessuale, psicologica, chi lo sa, oppure tutto questo insieme. Questa violenza è stata documentata: forse filmata e diffusa in rete. La ragazza ci mette a conoscenza della violenza subita, della propria umiliazione, della propria vergogna. È stato compiuto un sacrificio “social”; si è messa in scena una nuova (ordinaria) tragedia. Da sempre cerco un modo sperimentale di approcciarmi alla forma-canzone; cerco di suggerire delle interpretazioni, e una narrazione che giochi a scombinare i canoni; qui non si fa eccezione, anzi, Una storia è forse la storia più “aperta” che abbia mai scritto. Musicalmente, è una ballata lenta, e ci trovate dentro echi di Folkstudio, gli archi, il clavicembalo e l’Hammond (suonati da Alberto Bazzoli), e di nuovo, i coretti alla Beach Boys.

L’IMITAZIONE DELL’AMORE
Bianconi

Il testo è abbastanza chiaro, in questo caso. Lo spunto è la sensazione, da ascoltatore di musica italiana, di assistere a un sovraffollamento di canzoni pop il cui unico oggetto siano le dinamiche amorose. E di come il tema amoroso sia diventato monopolista all’interno dei temi possibili che la canzone può trattare. Inoltre: mi pare di assistere a una invasione di un solo modo di trattare l’amore; un modo “vezzeggiativo” di trattare l’amore che porta alla formazione di un unico grande genere. Il risultato è che tutto è smussato, che non c’è più giusta differenza, e tutto è uguale e ciò che è diverso e perturbante fa paura e va evitato. “L’amore imitato” è il contrario dell’amore, ed è la metafora di un mondo in cui il desiderio di tutti è quello di essere confortati e non stimolati, il desiderio di essere uguali e non diversi.

L’ARTE DI LASCIAR ANDARE

Bianconi-Scaglioni-Brasini-Nardelli

L’arte di lasciar andare è una canzone folk rock; la volevamo scintillante e leggera, breve come la giovinezza, veloce come un giro in macchina sulla Pacific Coast Highway e sull’Aurelia. Ora, se proprio vogliamo dare al testo una spiegazione sintetica, direi che si tratta di parole con le quali cerco di raccontare la mia difficoltà di stare al mondo. Penso che come esseri umani siamo tutti noi agitati da demoni che ci spingono alla ricerca spasmodica del senso, e che spesso ci fanno girare a vuoto come trottole. “La bussola gira impazzita all’avventura”, diceva Montale. Nella canzone si parla di un livello di frenesia che può spingere al tormento, certo. Non intendiamo però riferirci a una diffusa moda dell’uomo metropolitano contemporaneo, ovvero quella della volontà sedicente eroica di “riprendersi il proprio corpo”, “riappropriarsi del tempo libero”, “ricongiungersi con la lentezza”, magari licenziandosi da un lavoro alienante per cercarne un altro in campagna in mezzo ai polli. No (arriverà un giorno in cui saremo stanchi anche della lentezza). Ci interessa di più l’aspetto filosofico e cosmico della faccenda. Ed è per questo che nella canzone cerchiamo di descrivere a modo nostro, su un tappeto di arpeggi di Rickenbacker, il sudar sangue e le capriole derivanti dal non saper accettare la morte.

PER SEMPRE

Bianconi-Scaglioni-Brasini-Nardelli

Volevamo una coda strumentale, sontuosa, orchestrale e iper arrangiata che arrivasse a sorpresa sul finale di L’arte di lasciar andare. Volevamo lo struggimento di certe colonne sonore che amiamo, lo stile di Ennio Morricone (ebbene sì, sempre lui); volevamo evocare una California immaginaria, la nostra Los Angeles ideale, fatta di tutto il meglio dei sixties, di Brian Wilson, Jack Nietzsche, Glen Campbell, fatta delle lacrime (non sai se di felicità o di dolore) che ti dà ogni volta l’ascolto di Expecting to fly dei Buffalo Springfield. Se El Galactico ha un suono, è sintetizzato qui.

GIULIA COME STAI

Bianconi-Brasini-Fornabaio

Una canzone d’amore per una persona in particolare, e per tutti. Ma anche la canzone che vorrei che qualcuno dedicasse a me. Mi piacciono a volte i testi così, quelli che sembrano dire “coraggio, non buttarti giù”. Quelli che ti abbracciano quando sei solo e disperato e ti fanno segno di non mollare. Musicalmente lennoniana (ma anche harrisoniana, e quindi, vabbè, beatlesiana), con un grande lavoro chitarristico di Claudio e Lorenzo Fornabaio.

LANZAROTE

Bianconi-Bastreghi

L’idea era quella di scrivere una specie di nuova “Azzurro”. Rachele presta la voce a un personaggio che rimane da solo in una città deserta a causa delle vacanze estive, e forse a causa di altre “vacanze”, di altre mancanze di significato.

LA NEBBIA

Bianconi-Brasini-Bazzoli-Nardelli

Una ballad pianoforte e voce, con l’orchestra arrangiata in maniera hollywoodiana da Federico Nardelli e me. Un elogio della nebbia, l’unico elemento del reale capace di mitigare l’orrore della realtà nel completo suo disvelarsi.

NON È UNA FINE

Bianconi-Brasini-Bazzoli-Nardelli

Viaggio psichedelico finale del disco. Uno strumentale in cui a ogni ripetizione di giro armonico entrano piccole frasi melodiche e timbri nuovi. Una delle composizioni più stratificate della storia dei Baustelle, con band, orchestra, Enrico Gabrielli ai fiati e al fischio, Julie Ant alle percussioni ultrariverberate, Milo Scaglioni al basso Mustang sensuale.

EL GALACTICO

CREDITI

EL GALACTICO BAUSTELLE

Prodotto da Federico Nardelli e Francesco Bianconi

Registrato da Federico Nardelli al NASA Studio,

da Ivan A. Rossi al 8brr.rec Studio e da Francesco Bianconi al BBC2 Studio, Milano.

Assistente di studio: Andrea Dal Zotto

Mixato da Ivan A. Rossi al 8brr.rec Studio

Masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Studio

Testi di Francesco Bianconi

Produzione esecutiva e coordinamento Matteo Zanobini

Assistente di produzione Giovanni Panini

Management Matteo Zanobini / Picicca Mgmt

Direzione creativa & Artwork Gian Luca Fracassi

Foto: Marco La Conte, Gian Luca Fracassi, Francesco Bianconi

Styling: Michela D’Angelo

Francesco Bianconi: voce, cori, kazoo, organo, sintetizzatori, Mellotron

Rachele Bastreghi: voce, cori

Claudio Brasini: chitarre elettriche

Federico Nardelli: batteria, percussioni, basso elettrico, chitarre elettriche, chitarre acustiche,

chitarra baritono, organo, sintetizzatori, pianoforte, piano elettrico, Mellotron, cori

Alberto Bazzoli: organo, organo Hammond, sintetizzatori, Mellotron, clavicembalo, vibrafono,

glockenspiel, pianoforte, piano elettrico

Lorenzo Fornabaio: chitarre elettriche, cori

Julie Ant: batteria e percussioni, cori

Milo Scaglioni: basso elettrico, cori

Enrico Gabrielli: flauto, sax, clarinetto, fischio

Davide Albrici: tromba, trombone

Dario Romano: fagotto

Luca Tognon: oboe

Feyzi Brera: violino, viola

Budapest Art Orchestra: archi

EL GALACTICO FESTIVAL 

il primo festival ideato, scritto e diretto dalla band
1 – 2 giugno a Firenze
Anfiteatro Delle Cascine Ernesto de Pascale

EL GALACTICO SUMMER LIVE

 10 date in tutta Italia sui palchi dei principali festival estivi

PALA 25

Due imperdibili appuntamenti live 

5 DICEMBRE – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT

12 DICEMBRE – MILANO – UNIPOL FORUM 

per concludere insieme l’anno che celebra i

25 anni di carriera della band

Nel 2025 i Baustelle – band formata da Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini – sono lieti di invitare il loro pubblico a festeggiare il loro primo quarto di secolo insieme non solo con un nuovo progetto discografico, ma anche con una fitta programmazione di eventi live. 

I Baustelle festeggeranno il 25° anniversario dall’inizio della loro carriera con PALA 25, due speciali feste finali nei palazzetti di Roma e Milano – organizzate da Vivo Concerti. Appuntamento il 5 dicembre a Roma – Palazzo dello Sport e il 12 dicembre ad Assago (MI) – Unipol Forum per concludere in maniera gloriosa un 2025 di cui i Baustelle saranno protagonisti.

I Baustelle hanno dato appuntamento dal vivo in grande stile al loro pubblico con EL GALACTICO FESTIVAL che si terrà l’1 e il 2 giugno a Firenze sul palco dell’Anfiteatro Delle Cascine Ernesto de Pascale, lì dove tutto è cominciato. Durante EL GALACTICO FESTIVAL –  prodotto e organizzato da Vivo Concerti – il primo festival ideato, scritto e diretto dalla band, i Baustelle si esibiranno insieme ad ospiti a sorpresa con una scaletta unica e irripetibile per ciascuna giornata.  L’1 giugno – già sold out – saliranno sul palco del festival Emma Nolde, i Neoprimitivi, Matteo Bordone & Daniela Collu con un podcast live e infine Pierpaolo De Sanctis (Four Flies Records DJ Set). Il 2 giugno invece gli artisti presenti saranno Marta Del Grandi, i Delicatoni, Stefano Nazzi con una speciale puntata di Indagini e BASSOLINO per il Dj Set. 

EL GALACTICO FESTIVAL – in collaborazione con il Post – è organizzato anche grazie al sostegno di Shaft. Lungarno è Local Media Partner del Festival e Controradio è la Local Radio Partner.

Alle due date evento seguirà EL GALACTICO SUMMER LIVE, una serie di appuntamenti dal vivo che si terranno questa estate nei principali festival italiani.

EL GALACTICO SUMMER LIVE, per un totale di 10 date, partirà il 24 giugno da Bologna (SEQUOIE MUSIC PARK c/o Parco Caserme Rosse) per poi proseguire il 2 luglio a Perugia (L’UMBRIA CHE SPACCA c/o Giardini del Frontone), il 4 luglio a Genova (BALENA FESTIVAL c/o Arena del Mare Porto Antico), il 6 luglio a Sesto Al Reghena (PN, SEXTO ‘NPLUGGED c/o Piazza Castello), l’8 luglio a Collegno (TO, FLOWERS FESTIVAL c/o Parco della Certosa), il 18 luglio Sarzana (SP, MOONLAND FESTIVAL c/o Piazza Matteotti), il 10 agosto a Locorotondo (BA, LOCUS FESTIVAL c/o Masseria Ferragnano), il 12 agosto a Roccella Jonica (RC, Teatro al Castello), il 16 agosto a Palermo (DREAM POP FEST c/o Teatro Di Verdura) e infine si concluderà il 5 settembre a Bellaria Igea Marina (RN, Beky Bay).

DATE – BAUSTELLE PALA 25

Venerdì 5 dicembre 2025 – Roma @ Palazzo dello Sport

Venerdì 12 dicembre 2025 – Assago (MI) @ Unipol Forum

 DATE – EL GALACTICO FESTIVAL 

Domenica 1 giugno 2025 – Firenze @ Anfiteatro Delle Cascine Ernesto de Pascale – SOLD OUT

Lunedì 2 giugno – Firenze @ Anfiteatro Delle Cascine Ernesto de Pascale

 DATE – EL GALACTICO SUMMER LIVE

Martedì 24 giugno 2025 – Bologna @ SEQUOIE MUSIC PARK c/o Parco Caserme Rosse

Mercoledì 2 luglio 2025 – Perugia @ L’UMBRIA CHE SPACCA c/o Giardini del Frontone

Venerdì 4 luglio 2025 – Genova @ BALENA FESTIVAL c/o Arena del Mare Porto Antico

Domenica 6 luglio 2025 – Sesto Al Reghena (PN) @ SEXTO ‘NPLUGGED c/o Piazza Castello

Martedì 8 luglio 2025 – Collegno (TO) @ FLOWERS FESTIVAL c/o Parco della Certosa

Venerdì 18 luglio 2025 – Sarzana (SP) @ MOONLAND FESTIVAL c/o Piazza Matteotti

Domenica 10 agosto 2025 – Locorotondo (BA) @ LOCUS FESTIVAL c/o Masseria Ferragnano

Martedì 12 agosto 2025 – Roccella Jonica (RC) @ Teatro al Castello

Sabato 16 agosto 2025 – Palermo @ DREAM POP FEST c/o Teatro Di Verdura

Venerdì 5 settembre 2025 – Bellaria Igea Marina (RN) @ Beky Bay

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.            

Info e biglietti su vivoconcerti.com       

Scritto da Redazione RM
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