lunedì 13 Gennaio 2025

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Beato tra le donne: ritratto di Nada

Omaggio alle voci femminili e alle signore della canzone, autentiche icone di fascino e bellezza che hanno scritto pagine di storia. A cura di Marco Fioravanti

La domenica è l’unico giorno il cui nome è di genere femminile, per questo motivo non potevamo che dedicarlo alle donne che hanno fatto grande la nostra canzone, celebrandone il talento, il coraggio e l’unicità.

In ogni puntata di “Beato tra le Donne”, Marco Fioravanti ci accompagna alla scoperta e riscoperta delle più grandi protagoniste della scena musicale italiana e non. Attraverso un racconto appassionato e ricco di dettagli, si ripercorrono le carriere straordinarie di queste voci femminili che hanno segnato la storia della musica. L’appuntamento di oggi è dedicato ad Nada.

Nada, ribelle di successo

Nada, fin dal suo nome di battesimo, partiva diversa da tutte le altre. Racconta la mamma che una zingara di nome Nada le predisse la nascita di una bambina che avrebbe viaggiato tanto e che avrebbe avuto successo. Così la mamma la chiamò Nada e tutto si avverò.

Debuttò giovanissima Nada, al suo primo Sanremo nel 1969 aveva da poco compiuto quindici anni. Il successo fu grandissimo, il brano che cantò “Ma che freddo fa“, in coppia con i Rokes, non vinse ma arrivò ai primi posti della classifiche per settimane, il successo si proiettò anche in diversi paesi europei e del mondo ed ancora oggi è un brano molto conosciuto.

La canzone orecchiabile e la voce inconfondibile crearono un nuovo personaggio, soprannominato dalla stampa il pulcino di Gabbro, sua città natale in provincia di Livorno. Tutto cambiò nella sua vita nel giro di tre minuti, all’improvviso tutti volevano Nada. Gli anni successivi seguì il percorso di tutte le cantanti dell’epoca, Canzonissima, Sanremo, programmi televisivi, tutto precisamente e diligentemente. Vinse addirittura un Festival di Sanremo nel 1971 in coppia con Nicola Di Bari con “Il cuore è uno zingaro” e l’anno dopo invece arrivò terza con “Il re di denari”.

A nemmeno vent’anni, Nada aveva già raggiunto traguardi che altri colleghi non sarebbero riusciti ad avere in tutta la loro carriera, ma questa realtà cominciava a starle stretta. Lasciato il suo mentore Franco Migliacci, autore dei testi di molti suoi successi, si unì professionalmente e sentimentalmente a Gerry Manzoli, bassista dei Camaleonti. Tutta la sua produzione degli anni successivi sarà caratterizzata da scelte assolutamente diverse da quello che il mercato discografico cercava.

Nel 1973 pubblicherà l’album Ho scoperto che esisto anche io, con brani del conterraneo Piero Ciampi e di Pino Pavone, nel 1975 ci sarà “1930: il domatore di scimmie”, con il gruppo rock Reale Accademia di Musica. Entrambi i dischi saranno due mezzi fiaschi a livello di vendite, molto apprezzati invece dalla critica. Anche le serate con alcuni compagni della sua casa discografica, la RCA, e cioè Paolo Conte, Renzo Zenobi e Piero Ciampi non ebbero il seguito sperato. Sembrava che a questo punto la carriera di Nada fosse già arrivata alla fine.

Contemporanemente all’attività di cantante, Nada si rivelerà anche una brava attrice, ottenendo un buon successo nello sceneggiato televisivo Puccini, ne “L’acqua cheta”, ne “Il diario di Anna Frank” e in “My fair Lady”. Negli anni successivi ebbe l’occasione di lavorare anche con Dario Fo, Marco Messeri, Francesca Archibugi.

Nel 1978 ci sarà un cambio di casa discografica, passando alla Polydor. Una manciata di 45 giri, pubblicati per l’estate, riportano Nada all’attenzione del pubblico. Saranno canzoni nettamente distanti dal lavoro di ricerca che aveva intrapreso qualche anno prima. Nel 1978 pubblica “Pasticcio universale“, nel 1979 “Dolce più dolce“, nel 1980 “Rosa“, nel 1981 “Dimmi che mi mai, che mi ami, che tu ami, che tu ami solo me“, forse la canzone italiana con il titolo più lungo di sempre, la riporta dopo diversi anni nelle zone alte delle classifiche di vendita.

Anche nella musica di Nada si percepisce il disimpegno degli anni ’80, uniti ad una forte nostalgia per i suoni degli anni ’60. Inizia il ritorno al successo più grande, nel 1982 incidendo “Ti stringerò” ed ancora maggiore sarà il riscontro con “Amore disperato”, colonna sonora dell’estate 1983, che le fece vincere la manifestazione Azzurro in coppia con Alice e Vota la voce come miglior cantante dell’anno.

Anche il 33 giri “Smalto” del 1983 ottiene un buon riscontro di vendite. L’anno dopo viene pubblico il disco “Noi non cresceremo mai” e nel 1986 “Baci rossi“. Il grande successo ritrovato con “Amore disperato” piano piano purtroppo cala e, addirittura, nel 1987 partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Bolero“, classificandosi ultima.

Per qualche anno Nada si allontana dal mondo della musica leggera. Nel 1992 ritorna in RCA con il disco L’anime nere, di cui scrive parte dei testi, senza però alcun esito commerciale. Nel 1994, per i venticinque di carriera pubblica “Malanima: successi ed inediti 1969-1994“, dove finalmente vedono la luce canzoni di Cocciante e Baglioni scritte all’inizio della loro carriera, incise da lei e poi anche dagli autori stessi ma mai pubblicate.

Nel 1999 torna a Sanremo con “Guardami negli occhi”, scritto interamente da Nada, contenuto nell’album “Dove sei sei“. I lavori degli anni successivi non avranno più un elevato riscontro commerciale, ma saranno sempre apprezzati dalla critica, ritagliando per lei, ormai diventata autrice di quasi tutti i suoi pezzi, un ruolo molto importante nella musica leggera italiana alternativa e di ricerca.

I dischi che pubblicherà nel nuovo millennio avranno tutti titoli belli e particolari: nel 2001 “L’amore è fortissimo e il corpo no“, nel 2004 “Tutto l’amore che mi manca“, nel 2007 “Luna in piena“, con cui partecipò a Sanremo, nel 2011 “Vamp”, nel 2014 “Occupo poco spazio“, nel 2016 “L’amore devi seguirlo“, nel 2019 “E’ un momento difficile tesoro” e “Materiale domestico”, nel 2022 “La paura va via da sé se i pensieri brillano”. Molti dei suoi lavori vinceranno premi prestigiosi e riconoscimenti di vario genere.

Ci sono anche alcuni album live, nel 2005 “L’apertura“, nel 2008 “Live stazione Birra“, nel 2012 “30 anni di Ortodossia”. Nel corso degli anni, Nada si è rivelata anche ottima scrittrice con ben cinque romanzi pubblicati dal 2003 al 2023. L’inizio della carriera di Nada è stato romanzato e portato sullo schermo in una fiction dalla Rai nel 2021, intitolata “La bambina che non voleva cantare”, tratto dal suo romanzo autobiografico “Il mio cuore umano“.

La forza e la particolarità dei brani di Nada si evince anche da un fatto curioso. Nella fiction The Young Pope di Paolo Sorrentino del 2016 viene inserita una scena dove il Papa, interpretato da Jude Law, ascolta un disco dono del primo ministro della Groenlandia. Il brano è di Nada, “Senza un perché“, contenuto nel disco “Tutto l’amore che mi manca” del 2004. La canzone schizzò subito ai primi posti della classifica di iTunes. Se al tempo della sua pubblicazione non venne considerata, è bastata una vetrina prestigiosa per regalarle l’importanza che meritava.

È proprio di queste ore la notizia del suo ritorno discografico, con il singolo “Un giorno da regalare”, che anticipa l’uscita del nuovo album di prossima pubblicazione.

La carriera di Nada si potrebbe sintetizzare in periodi di grosso successo con brani di facile ascolto e poi una notevole parte con tanti lavori prestigiosi con però minor riscontro commerciale, tutti legati però dalla voce unica e particolare della brava cantante, creando una sua unicità che l’ha sempre resa diversa da tutte le altre.