Recensione dell’ultimo singolo del cantautore romano
Torna con un nuovo singolo Gazzelle che, dopo l’incredibile successo di ‘Destri’ (di cui qui la nostra recensione) e la pubblicazione dei successivi ‘Lacri-ma’ e ‘Scusa’, sceglie di pubblicare ‘Belva’. Il brano rappresenta il quarto anticipo estratto dal nuovo album di inediti ‘Ok‘ che uscirà il prossimo 12 febbraio per Maciste Dischi con distribuzione Artist First, a quasi tre anni di distanza dall’ultimo progetto di inediti ‘Punk’, certificato disco di platino dalla FIMI e seguito, nei mesi successivi alla sua pubblicazione, dalla riedizione ‘Post Punk’.
Nella sua carriera, fatta di numerosi successi, sia sul piano discografico che su quello live, il cantautore romano non hai abbandonato la sua essenzialità. Passando da brani più ritmati alle classiche ballad indie pop, ha saputo mantenere intatta la sua capacità di parlare della vita in modo diretto e senza dover ricorrere a grandi costruzioni narrative. Il discorso iniziato con ‘Superbattito’, la sua opera prima, e proseguito poi con ‘Punk’, viene riproposto anche in questo nuovo progetto dove, grazie ai primi singoli pubblicati, è chiara la volontà di rimanere legato, dal punto di vista tematico, a tutto ciò che così tanta fortuna gli ha portato finora.
Chi apprezza Gazzelle lo fa soprattutto appellandosi alla sua parte più struggente, quella capace di parlare d’amore con un retrogusto amaro, mischiando vita vissuta e dettagli quotidiani a grandi riflessioni universali. L’uso di frasi brevi ed immediate ha reso l’artista uno degli esponenti più noti di quella che può essere definita come una nuova idea di produzione musicale che, soprattutto dal punto di vista dei testi, ha portato una ventata d’aria fresca all’interno della scena mainstream italiana.
‘Belva’ non tradisce l’essenza di Gazzelle e si mostra in linea con tutto quello che è stato proposto finora dal cantautore. L’arrangiamento parte con un semplice arpeggio di chitarra e rimane fedele alle idee del suo autore, anticipando con tutta probabilità quello che sarà lo stile dell’intero disco. Il testo è semplice e meno struggente rispetto a quello dei singoli precedenti, Gazzelle riflette sulle dinamiche di coppia e lo fa con la solita e inconfondibile scelta poetica. Tante parole e tante frasi brevi che si alternano in maniera martellante, fino al ritornello: potente, anche se non ai livelli di ‘Destri’.
Il risultato è un brano godibile che, pur non facendo saltare l’ascoltatore dalla sedia, contribuisce a rendere ancor più chiara la strada intrapresa dall’artista. Gazzelle rimane ancorato al suo mondo e giustamente sceglie di battere il ferro finché è caldo, scegliendo di non allontanarsi più di tanto dalla sua comfort-zone. Ora non resta che attendere il disco per capire quanto questa operazione risulterà una scelta azzeccata.
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Belva | Testo
Non mi chiedi mai veramente come sto
Come vuoi che sto?
Non lo so nemmeno io, boh
Guardami la faccia e poi decidi tu
Tienimi le braccia, così non casco giù, giù
Giurami che cercherai di stare qui
Anche se vorrai strappartimi di dosso
Anche se perdo la testa e divento uno stronzo
Un mezzo orso
Non mi chiedi mai veramente come sto
Come vuoi che sto?
Non lo so nemmeno io, boh
Guardami la faccia e poi decidi tu
Tienimi le braccia, così non casco giù, giù
Giurami che cercherai di stare qui
Anche se vorrai strappartimi di dosso
Anche se perdo la testa e divento uno stronzo
Un mezzo orso
E non è vero che tutto si aggiusta
Che tutto ha un senso e che tutto ci serve
E non è detto ‘sta frase sia giusta
Che se ti perdo pure te sei un po’ persa
Che non sto bene, ma nemmeno di merda
Che se ti sposti io casco per terra
Che stavo in pace prima di questa guerra
Che tu sia buona e che io sia una belva
Non mi chiedi mai veramente come sto
Come vuoi che sto?
Non lo so nemmeno io, boh
Guardami la faccia e poi decidi tu
Tienimi le braccia, così non casco giù, giù
Giurami che cercherai di stare qui
Anche se vorrai strappartimi di dosso
Anche se perdo la testa e divento uno stronzo
Un mezzo orso
Non è veramente com’è
Se ti fa star meglio
Puoi dormirmi dentro
Anche se poi non è
Mica il Grand Hotel
Non mi chiedi mai veramente come sto
Come vuoi che sto?
Non lo so nemmeno io, boh
Guardami la faccia e poi decidi tu
Tienimi le braccia, così non casco giù, giù
Giurami che cercherai di stare qui
Anche se vorrai strappartimi di dosso
Anche se perdo la testa e divento uno stronzo
Un mezzo orso
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