giovedì 21 Novembre 2024

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“Ci siamo capiti male”, Biagio Antonacci riqualifica intimità e melodia – RECENSIONE

Il cantautore milanese rompe il suo silenzio con il nuovo singolo intitolato “Ci siamo capiti male

In un’epoca in cui comprendersi sembra essere diventata l’impresa del secolo, Biagio Antonacci torna in rotazione radiofonica con “Ci siamo capiti male”, singolo che anticipa l’uscita del suo quindicesimo album in studio, previsto per il prossimo 29 novembre, intitolato Chiaramente visibili dallo spazio. L’artista milanese sceglie una canzone d’amore non convenzionale, diversa dalle romantiche ballad che contraddistinguono il suo vasto repertorio, intingendo il tutto in atmosfere latine che, in genere, accompagnano i suoi pezzi uptempo. Il risultato è interessante, anche se rimanda ad altre passate sperimentazioni, tra tutte gli arpeggi di “Mio padre è un re”, ma senza risultare particolarmente ripetitiva e già sentita.

Prodotta a sei mani con Taketo Gohara e Placido Salamone, “Ci siamo capiti male” è un invito al confronto, al non lasciarsi andare all’abitudine e all’incomunicabilità, cercando di riprendere in mano le redini di una storia ormai logora, lastricata di incomprensioni. “Sarò capace anche di vivere se tu non stai con me” canta Biagio, con tutta la maturità dei suoi appena compiuti cinquantasei anni.

Musicalmente parlando, Antonacci prosegue il discorso di riqualificazione della melodia (come già aveva nuovamente inaugurato con In mezzo al mondo), con quel carico di intimità e di passione che, da sempre, contraddistinguono i suoi più ispirati successi. Il brano rappresenta il giusto biglietto da visita per quello che promette essere un album importante del suo percorso, oserei dire cruciale.

In un momento storico in cui si parla tanto di ricambio generazionale, artisti del suo calibro dovrebbero limitarsi a confermare se stessi e non sentirsi braccati in un angolo, costretti a dover dimostrare qualcosa per allungare il più possibile il proprio restare sulla cresta dell’onda. Il rischio è quello di snaturarsi e di confondere le idee, tradendo parte del pubblico affezionato, quello zoccolo duro che apprezza quel tipo di musica a prescindere dalle classifiche.

In tal senso, Ci siamo capiti male và in tutt’altra direzione, come è giusto che sia, perché resta fedele al proprio discorso e non cerca di compiacere nessuno. Non che Biagio Antonacci sia stato particolarmente “ruffiano” nel corso degli ultimi anni, anzi, rispetto ad altri colleghi della sua stessa generazione, ha spesso osservato le mode senza frequentarle. Questo si sente, questo è da apprezzare, questo è da tenere assolutamente in considerazione.

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Ci siamo capiti male | Audio

Ci siamo capiti male | Testo

Ci siamo capiti male
ma siamo capitati bene
ci siamo capiti male
abbiamo tempo per rifare
abbiamo tempo per morire
ci siamo capiti male.

Amore no, no, no
amore mio non posso perderti
non ho più voce per convincerti
amore no, no, no

Ci siamo capiti male
ma abbiamo cominciato bene
ci siamo capiti male
è stato un canto di sirene
ero distratto e senza vele
ci siamo capiti male

Amore no, no, no
amore mio non posso perderti
ho chiesto ancora scusa al tuo Dio
che non sarà mai il mio
c’è un insieme di pericoli
sarò capace anche di vivere
se tu non stai con me

Amore no, no, no
amore mio non posso spegnerti
ho chiesto ancora scusa al tuo Dio
che non sarà mai il mio
c’è un insieme di pericoli
sarò capace anche di vivere
se tu non stai con me
ci siamo capiti male
ci siamo capiti male

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.