sabato 7 Settembre 2024

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Blind: “Le popolari mi hanno fatto diventare adulto prima del tempo” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane artista umbro, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Popolari

Tempo di nuova musica per Franco Rujan, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Blind, talento che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare durante la sua partecipazione alla quattordicesima edizione di X Factor, oltre che per il grande successo del singolo Cuore nero. A distanza di qualche mese dalla pubblicazione dell’omonimo EP, lo ritroviamo in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Popolari”, una sorta di ritorno alle origini, alla trap dai ritmi più serrati e a tematiche che affondano le radici nei luoghi da dove tutto è partito. Insomma, un brano che restituisce identità ad un genere musicale, ma anche ad una condizione sociale.

Ciao Franco, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Popolari“, cosa lo ha ispirato?

«Ho scelto di scrivere un pezzo come questo per tornare alle origini e per ritrovare il mio vecchio pubblico, quello che mi aveva conosciuto prima della mia esperienza ad X Factor. “Popolari” è anche un pezzo che racconta la mia attualità, oltre che il mio passato».

Dal punto di vista testuale, affronti dei temi importanti, tra cui quello del pregiudizio. Cosa ha rappresentato esattamente per te crescere in un quartiere popolare? 

«Molta gente ti giudica per come ti vede, senza sapere chi sei realmente. La partecipazione al talent show mi ha permesso di farmi conoscere, di far capire che persona sono e che passato pesante ho avuto alle spalle. Per arrivare fin qui ho lottato, le popolari mi hanno fatto diventare adulto prima del tempo, insegnandomi cose che mi porterò dietro per sempre».

Popolari Blind

A distanza di un anno, cosa ti ha lasciato di concreto l’esperienza di X-Factor?

«Tutto, perché X-Factor mi ha preso e mi ha messo nel mondo dello spettacolo, fornendomi i mezzi per imparare a conoscerlo. Mi ha insegnato ad avere pazienza, a superare anche i momenti di crisi, formandomi ad allenare la mia forza interiore. Un qualcosa che si sta rilevando fondamentale anche fuori e che reputo sia fondamentale per il percorso di ciascun artista».

A cosa attribuisci il grande successo di “Cuore nero”? Quali pensi siano stati gli elementi che hanno hanno fatto breccia nel pubblico?

«Secondo me la sincerità e la naturalezza con la quale ho scritto quel pezzo. Un brano leggero e non complicato, che ti entra in testa sin dal primo ascolto. Quando l’ho composto ero sotto un treno, ho buttato fuori tutto quello che avevo dentro, aggiungendo successivamente le parti più divertenti e ironiche, per far uscire fuori “Cuore nero” così com’è».

Il 2021 è stato un anno per te ricco di incontri, hai lavorato con Guè Pequeno, Nicola Siciliano, Mameli, Nashley e Giaime. In che termini ti hanno arricchito questi collaborazioni?

«Sicuramente mi hanno fatto crescere come artista, arricchendo il mio curriculum, perchè parliamo di figure importanti della scena. Personalmente mi hanno anche dato una marcia in più, la forza per continuare a credere in quello che faccio e capire che veramente posso farcela ad arrivare dove voglio».

Per concludere, quali sono gli elementi e le caratteristiche che ti rendono orgoglioso di un pezzo come “Popolari“?

«A me è sempre piaciuta la trap, sono nato con questo genere, quindi mi sento orgoglioso di essere tornato con un pezzo come questo. Mi piace, mi sento soddisfatto del lavoro svolto e sono felice della reazione della gente, sia negativa che positiva, perchè è un qualcosa che mi crea adrenalina».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.