martedì 8 Ottobre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Buon compleanno Cristina D’Avena, 55 sigle per renderle omaggio

Tanti auguri alla regina dei ricordi più belli della nostra infanzia, ecco la nostra speciale playlist

Traguardo importante per Cristina D’Avena, nostra regina incontrastata delle sigle dei cartoni animati, che oggi festeggia il suo cinquantacinquesimo compleanno. Nel corso della sua fortunata  carriera ha inciso più di settecentocinquanta brani, vendendo oltre sei milioni di dischi, diventando una vera e propria icona sia per i grandi che per i piccini, abbracciando diverse generazioni. Noi di RecensiamoMusica abbiamo deciso di renderle omaggio selezionando nel suo vastissimo repertorio le 55 canzoni più significative, quelle che consideriamo maggiormente rappresentative del suo percorso.

1. Il nostro viaggio inizia dal 1968 con “Il valzer del moscerino”, brano con il quale la nostra beniamina partecipa allo Zecchino d’Oro, a soli tre anni e mezzo. Ad aggiudicarsi la vittoria dell’edizione è “Quarantaquattro gatti”, ma Cristina e il suo Beppone riescono  a superare la prova del tempo, diventando uno dei pezzi più amati della storica rassegna canora, manifestazione alla quale l’artista rimarrà sempre profondamente legata.

 2. Passano gli anni, Cristina cresce e si iscrive alla facoltà di medicina all’università, con l’intento di seguire le orme paterne, parallelamente continua a coltivare la sua passione per il canto iniziando ad incidere alcune sigle per pagarsi gli studi. L’obiettivo di diventare neuropsichiatra infantile viene messo a dura prova da un centinaio di piccoli esserini di colore blu, “Canzone dei Puffi” diventa uno dei pezzi rivelazione del 1982.

3. Spinta dall’incredibile successo, a partire dall’anno seguente comincia a sfornare una cifra incommensurabile di sigle, tanto da ottenere in breve tempo il monopolio assoluto. Per la serie animata “Il tulipano nero” incide “I ragazzi della Senna”, di recente interpretata insieme a Fabrizio Moro in “Duets forever” (qui la nostra recensione). Insomma, “colpi di qua, colpi di là, cosa accadrà, cosa accadrà”.

4. Accade che dal clima di ribellione della rivoluzione francese ci ritroviamo catapultati in un paesino di montagna delle Alpi svizzere, “Là sui monti con Annette” è un altro pezzo che consolida lo stato di grazia di Cristina. Siamo nel 1984 e tra una “All night long” di Lionel Richie e una “People from Ibiza” di Sandy Marton, si canticchia di come in montagna il cielo sia sempre blu.

5. Sempre nella stessa gloriosa annata irrompe sugli schermi della tv commerciale italiana “Georgie”, un cartone che non ha nulla da invidiare alle telenovelas messicane. La bella sigla di Cristina fa da colonna sonora ad una storia a metà tra le tragedie shakespeariane e i romanzi Harmony, con l’entusiasmo e il pathos tipici dei migliori anime giapponesi che ci piacciono tanto.

6. Nonostante nella sigla viene raccontato che sia stata creata in un laboratorio da uno scienziato, “Nanà supergirl” è in realtà un’aliena piovuta dal cielo, priva di memoria ma dotata di poteri supernaturali di ogni tipo, roba che Superman era un pivello. Il brano è stato reinterpretato di recente in compagnia di Giusy Ferreri nel fortunato disco “Duets” (qui la nostra recensione).

7. Ma che ne sanno i 2000 della mitologia greca da quando in televisione non viene più trasmessa la serie “C’era una volta Pollon”? Nessun libro di scuola ci racconterà mai le avventure e le gesta di questa fanciulla un po’ naif, graziosa e birichina proprio come canta Cristina nella celeberrima sigla “Pollon, Pollon combinaguai”, che possiamo tranquillamente inserire tra i suoi intramontabili evergreen.

8. In Italia l’articolo 624 del codice penale prevede una reclusione dai sei mesi ai tre anni per il reato di furto, in Giappone no. “Occhi di gatto” è il cartoon che ci ha insegnato come si possa rubare per un nobile intento, per un valore morale specifico, senza rischiare di passare dal “gabbio”. La sigla di Cristina datata 1985, scritta da Alessandra Valeri Manera e musicata da Ninni Carucci, non fa altro che sancire il successo del cartone.

9. Parimpampum, eccola qua. “L’incantevole Creamy” è un altro anime che dal Sol Levante ha fatto letteralmente il giro del mondo, con la velocità di un semplice “pampulu pimpulu, pimpulu pampulu”. La sigla di Cristina non fa altro che narrare la storia di questa ragazzina dai capelli blu che, con un tocco di magia, si ritrova trasformata in una popstar senza neanche aver partecipato ai provini di “Amici” o “X-Factor”.

10. Tra i capolavori daveniani di indiscusso splendore troviamo “Kiss me Licia”, la cui sigla è uno dei successi commerciali del 1985, rimasta in classifica per ben quattro settimane, arrivando alla settima posizione dei singoli più venduti. Numeri che catapultano la serie animata in una memorabile saga televisiva, con protagonista proprio la nostra Cristina, alla sua prima esperienza da attrice.

11. “Gira e spera, spera e gira quel che vuoi si avvererà” recita il testo di “Magica, magica Emi”, illudendoci che la vita sia governabile con un semplice colpo di bacchetta. Crescendo abbiamo un po’ tutti capito che non è così, ma riascoltando queste canzoni riusciamo a ricordarci i momenti in cui ci credevamo davvero, quando il massimo dei nostri problemi era scegliere la merenda da fare sul divano guardando “Bim bum bam”.

12. Il 1986 non sarebbe stato lo stesso senza “Memole dolce Memole”, uno dei cartoon che ha accompagnato l’infanzia di molti. Più che un folletto, come raccontato nella sigla, la minuscola protagonista non è altro che un piccolo extraterrestre, proveniente dal pianeta Filo Filo, insieme ad altri 242 esemplari della sua stessa specie. Nonostante la somiglianza del cappello, non vi è alcuna parentela con David Gnomo.

13. Se col tempo ho sviluppato una sorta di allergia nei confronti di qualsiasi disciplina sportiva la colpa è di “Mila e Shiro due cuori nella pallavolo”, la cui protagonista azzera completamente la sua esistenza per inseguire il sogno di giocare in nazionale, insegnando ai bambini che se pratichi uno sport non puoi avere una vita sociale e, soprattutto, una relazione con un tuo collega. Da grandi scopriremo, grazie a Federica Pellegrini, che non è esattamente così.

14. Ponilandia è la valle della felicità, una terra fatata dove sarebbe carino costruissero un agriturismo per andare a trascorrerci un weekend ogni tanto. “Vola mio Mini Pony” è un altra bella sigla affidata alle corde vocali di Cristina D’Avena che, nel giro di qualche anno, ha già maturato grande esperienza nel settore, incidendo canzoni di generi musicali differenti, dimostrando tutta la propria versatilità.

15. Lo ammetto, quando sono triste penso a lei e mi risollevo immediatamente. “Pollyanna” è una bambina di otto anni, orfana prima di madre e poi anche di padre, bullizzata dalla zia Polly, che nel corso della sua esistenza subisce una sequela infinita di ineguagliabili sfighe. Ad impreziosire la sigla, l’ottima rivisitazione realizzata in compagnia di Malika Ayane, pubblicata lo scorso novembre.

16. Chi condanna l’autotune non ha considerato Energy, un computer in grado di proiettare immagini tridimensionali e realistiche, volgarmente chiamati ologrammi, camuffando sia la voce che le sembianze. Così “Jem” e compagnia bella mettono su un gruppetto tutto al femminile, con un look per certi versi simile a quello dei Kiss in versione pink/punk con i glitter. Et voilà ecco a voi le Spice Girl degli anni ’80.

17. Reduce dal successo dell’epopea televisiva di “Kiss me Licia”, la D’Avena viene scritturata per un’altra serie per ragazzi, intitolata “Arriva Cristina”, proprio come l’omonima sigla cult. E’ l’inizio di una nuova saga che impegnerà l’artista per ben quattro anni e che la porterà ad incidere ben diversi album con le canzoni interpretate nei vari episodi che, in tutto, saranno ben 180.

18. Avere una barca di soldi e girare per le vie di Los Angeles a bordo di una limousine con tanto di piscina. Questa la bella vita dei protagonisti di “Siamo quelli di Beverly Hills”, figli di papà ricchi da fare schifo e fancazzisti per vocazione, che trascorrono le loro giornate a sbocciare in discoteca, tra shopping sfrenato e il pensiero costante di come sperperare il proprio patrimonio.

19. Una delle sigle più belle e profonde di Cristina D’Avena, con parole che toccano il cuore, la giusta colonna sonora per uno dei cartoni più tristi della storia. “Prendi il mondo e vai” racconta la storia di due fratelli gemelli, Kim e Tom, il primo muore nell’episodio numero 27, una puntata che non scorderò mai. Se ci penso ancora oggi, mi viene da piangere. Andiamo avanti.

20. Ispirato al celebre plurirappresentato romanzo francese di Alexandre Dumas, “D’Artagnan e i moschettieri del re” racconta la storia, un po’ travisandola, che tutti conosciamo. Il protagonista è un giovane guascone campagnolo che sogna di diventare uno spadaccino, per il suo praticantato si affida ad Athos, Porthos e Aramis. Com’era il motto? Ah si: “Uno per tutti, tutti per uno”!

21. “Il triangolo no, non lo avevo considerato” cantava Renato Zero, ménage à trois che ritroviamo anche in “E’ quasi magia, Johnny”. Il protagonista è un ragazzo dotato di poteri paranormali, robette tipo: teletrasporto, telecinesi, viaggi nel tempo, ma no… non legge nel pensiero cara Cristina, come canti ormai da trent’anni nella sigla. In più non convince nemmeno quel “timido e sincero”, visto che Johnny ha la sindrome del playboy incallito, per giunta fedifrago.

22. Camuffare un dinosauro mettendogli su due stracci e un paio di occhiali da sole rosa, questa la trovata geniale dei sei protagonisti di “Ti voglio bene Denver”, che racconta le gesta del “cucciolotto verde senza età” per antonomasia, bestione alto due metri che passa le sue giornate in giro in skateboard, suonando la chitarra elettrica, inghiottendo interi sacchetti di patatine, ripetendo di continuo “Oh mamma saura!”.

23. Esplorando il corpo umano, o almeno questa era l’intenzione degli ideatori di questo utilissimo cartone animato, che ha spronato intere generazioni di bambini ad iscriversi alla facoltà di medicina o, in alcuni casi, come per il sottoscritto, a diventare ipocondriaci.  “Siamo fatti così” è un altro caposaldo della discografia di Cristina, il cui testo è firmato dall’insostituibile Alessandra Valeri Manera, su musiche di Massimiliano Pani, figlio di Mina.

24. Orfana pure lei, come nella migliore delle tradizioni dei cartoni animati giapponesi, “Dolce Candy” trascorre parte della sua esistenza nell’istituto di Miss Pony, più che una casa-famiglia un vero e proprio carcere. Se la sua infanzia non è propriamente una passeggiata, l’adolescenza diventa una tragedia, dato che ogni ragazzo di cui s’invaghisce perde la vita in tragiche circostanze, al punto da decidere di diventare infermiera.

25. Trasferiamoci in Transilvania dove, in un sinistro castello, vive da secoli una dinastia di vampiri, una famiglia di paperi umanoidi. Al contrario dei suoi antenati, “Conte Dacula” è in realtà un pacifista vegano, che preferisce un bicchiere di succo di pomodoro piuttosto che una spremuta di sangue fresco. La sigla di Cristina non fa altro che rendere ancora più piacevole e divertente il tutto.

26. Protagonisti di questa serie animata sono tre tamia striati, detti anche chipmunk orientali o volgarmente scoiattoli, che inquietano la vita del povero Dave Seville, un cantautore che trasforma dei piccoli roditori nei nuovi One Direction. Alvin rock’n’roll” racconta la storia di quell’egocentrico di Alvin, quel secchione di Simon e quel gran tenerone di Theodore, oltre che della loro scalata al successo.

27. Alfred Jodocus Kwak è il primogenito di sette paperotti che vivono felici e spensierati con i genitori nel paese di Acqualandia, in una casa a forma di zoccolo. Tempo due puntate e la sua famiglia viene sterminata, travolta da una macchina mentre attraversavano la strada, sotto il diluvio. Nonostante la sigla bella energica e molto positiva, “Niente paura c’è Alfred” mi ha messo sempre una gran tristezza. Ecco, l’ho detto.

28. Francia, seconda metà del XVIII secolo, ultimi anni di una felice e spensierata monarchia, mentre nell’aria si respira già il clima sanguinario della rivoluzione. Oscar François de Jarjayes è una donna che si finge uomo per entrare a far parte dell’esercito di sua maestà. Per farla breve, “Una spada per Lady Oscar” non finirà benissimo, ma almeno ci ha regalato una delle più belle sigle di Cristina. Il resto è storia.

29. Judy è una trovatella (grazioso sostantivo femminile che vuol dire sempre orfana) che vive fino al giorno della sua maggiore età in un istituto, ergo nessuno la vuole. Per tutta la serie riceverà denaro da un misterioso benefattore, che lei chiama “Papà Gambalunga”. Dopo varie peripezie, alla fine della fiera incontra un certo Jervis, si innamora di lui e scopre che altro non era che il suo bancomat. Toh, il destino!

30. Altra bella canzone datata 1991 per Cristina D’Avena, di recente rispolverata in compagnia di Max Pezzali. La storia di “Robin Hood” la conosciamo tutti, il protagonista ruba ai ricchi per dare ai poveri, è innamorato perso della bella Lady Marian e sa tirare con l’arco meglio di Katniss Everdeen di “Hunger games”. Sigla a parte, questo cartone è imparagonabile rispetto al grande capolavoro Disney del ’73.

31. Ammetto senza troppi problemi che di questo cartone non ricordo minimamente la trama, sono andato a rileggermela ma è così incasinata che ve la risparmio. “Il mistero della pietra azzurra” si lascia apprezzare soprattutto per la sigla, affidata a Cristina (e a chi sennò) e ricantata lo scorso anno in compagnia nientepopòdimenoche Alessandra Amoroso, una delle collaborazioni più riuscite tra i due “Duets”.

32. Siamo nella foresta indiana, un bambino di due anni viene trovato e adottato da un branco di lupi, dopo che i suoni genitori si sono spiaccicati con l’aereo in un burrone. Il piccolo cresce nel mondo animale fino a che, per farla breve, conosce una ragazza e decide di tornare a far parte della civiltà umana. “Il libro della giungla” è un’altra bella sigla di Cristina, un po’ sottovalutata, che andrebbe riscoperta.

33. Andiamo avanti con “Scuola di polizia”, adattamento animato della celebre saga cinematografica. Il tutto si svolge in una cittadina non ben identificata del nord America, dove quel genio di sindaco decide di eliminare i requisiti di selezione per entrare a far parte dell’arma, così si palesano gli impresentabili e viene formata una vera e propria banda di smidollati. Rispetto a molti dei cartoon già citati, almeno questo fa ridere un po’.

34. Diciamocelo, nei due volumi di “Duets” Cristina ha duettato con numerosi e prestigiosi rappresentanti della musica leggera italiana, cosa che in realtà aveva già fatto a livello internazionale nel ’92 insieme ad uno dei beniamini più conosciuti e amati di sempre. “Bentornato Topo Gigio” è la sigla del cartone che riporta alla ribalta il celebre roditore svizzero che ognuno di noi, in cuor suo, vorrebbe strapazzare di coccole.

35. Sulla scia del successone del film di Tim Burton, irrompe nei pomeriggi delle reti Mediaset la serie animata di “Batman”. Siamo a Gotham City, cittadina che vanta un tasso di criminalità maggiore dei peggiori bar di Caracas. La storia la conosciamo tutti, anche se in realtà il personaggio è apparso per la prima volta in un fumetto nel ’39, ergo quest’anno Bruce Wayne compie ottant’anni, auguri! 

36. Amico dei cavalieri della tavola rotonda, fedele servitore di Re Artù, “Prince Valiant” combatte con la sua spada magica gemella della leggendaria Excalibur. Lui è coraggioso, in gamba e generoso, agisce sempre con tanta umiltà, è un condottiero valoroso, la sua forza indomita è profonda, proprio come canta nella bella sigla di apertura la nostra Cristina D’Avena.

37. Tra i più amati personaggi dei Looney Tunes troviamo “Tazmania”, per gli amici semplicemente Taz, animale simpatico e vorace, che inghiottirebbe persino un camion. Sempre affamato, mangia per cento, fa le boccacce appena può, non sta mai fermo per un momento ed è più veloce anche del vento. Nonostante si capisca la metà di quello che dice, ispira comunque tanto affetto. Zaza bazula baba.

38. Una delle ballad più belle cantante da Cristina, “Cantiamo insieme” è colonna sonora di questo cartone liberamente ispirato al famoso romanzo autobiografico di Maria von Trapp, dal quale è stata tratta la famosa pellicola “Tutti insieme appassionatamente”. La storia è troppo lunga per raccontarla, ma vi consiglio di approfondirla poiché molto interessante e davvero senza tempo.

39. Decisamente sprecata, invece, la bellissima “Chiudi gli occhi e sogna”, sigla dell’omonima serie animata canadese di cui non vi è traccia sia in rete che nei miei ricordi. Composta dall’onnipresente Alessandra Valeri Manera e da Silvio Amato, si tratta di una delle canzoni più belle cantate dall’interprete emiliana, un brano pop a tutti gli effetti che emoziona ascolto dopo ascolto.

40. Calciofili vicini e lontani unitevi al grido di “Che campioni Holly e Benji”, sigla dell’omonimo cartoon datato 1995 che narra le gesta sportive di un gruppo di giapponesini e dei loro inumani gesti atletici. La serie, molto realistica, spiega ai bambini le teorie di Galileo Galilei, infatti, basta vedere almeno una puntata per accorgersi attraverso l’interminabile campo che la terra in realtà è rotonda. 

41. Nell’universo di canzoni interpretate da Cristina D’Avena, non possiamo non citare anche “Brividi e polvere con Pelleossa”. Protagonista della serie è uno zombie verde con gli occhi gialli, affetto dalla sindrome di Alfred Hickok poichè, all’inizio di ogni episodio inizia a raccontare, seduto su una poltrona nel suo castello, una storia paurosa, essendo lui un grande appassionato dell’horror, grazie al cielo in maniera molto soft.

42. Cinquantasette anni e non sentirli, “Calimero” è il pulcino più longevo della storia, figlio del compianto “Carosello”, creato inizialmente soltanto con l’intento di sponsorizzare un detersivo. Soffre di complessi d’inferiorità ed è affetto da un innato vittimismo, insomma, non se la passa proprio benissimo, proprio per questo motivo gli vogliamo tutti un gran bene!

43. Più intelligente di Braccobaldo, meno romantico di Lilli e il Vagabondo, più socievole di Nebbia, meno impasticcato della Pimpa, più intuitivo di Scooby-Doo, meno attivo sessualmente di Pongo e Peggy della carica dei 101, più utile alla società di Snoopy e decisamente meno penoso di Spank, “Beethoven” è un grandissimo e adorabile cagnone che nessuno di noi vorrebbe in casa, ma che ispira comunque tanta simpatia.

44. Tra le altre sigle degne di nota troviamo “È un po’ magia per Terry e Meggie”, legata all’omonimo cartoon con protagoniste due gemelle, splendide sorelle, dotate di poteri paranormali, tipo la telepatia e il riuscire a teletrasportarsi sempre qua e là (sì sempre qua e là). Nel caso in cui fosse un programma un terzo “Duets”, questo pezzo dovrebbe essere preso assolutamente in considerazione.

45. Pregna di profondità e magia è “C’era una volta”, una delle canzoni meno note dello sconfinato repertorio di Cristina, indubbiamente tra le più delicate e romantiche, un pezzo che mette in risalto le doti da interprete dell’artista, nobilitandone l’estensione sia nelle note alte che in quelle basse. Uno dei tanti esempi di pezzi pop prestati a diventare sigle di cartoni animati, scritte da autori di tutto rispetto.

46. A tal proposito, tra le cinque sigle della saga infinita di Sailor Moon, ho scelto “Sailor Moon e il mistero dei sogni” che, di fatto, è meno nota delle altre, ma è decisamente tra le più interessanti, perché musicata magistralmente da Piero Cassano, storico tastierista dei Matia Bazar e produttore di artisti del calibro di Anna Oxa ed Eros Ramazzotti, nonché uno dei maggiori hitmaker degli anni ’70-’80-’90.

47. Altro autore che non ha bisogno certo di presentazioni è Franco Fasano, sua è “Piccoli problemi di cuore”, altra perla della discografia di Cristina D’Avena, di recente reinventata in maniera impeccabile insieme ad Ermal Meta. Una di quelle canzoni dolci e universali che negli anni ’90 avrebbero raggiunto il podio del Festival di Sanremo senza battere ciglio.

48. Probabilmente questa non se la ricorda nemmeno Cristina, ma l’articolo è mio e ci metto quello che voglio! “Spicchi di cielo tra baffi di fumo” è il mio cartone animato preferito, accompagnato da questa meravigliosa sigla, perché ambientato nella seconda metà del XIX secolo nella mia bella Milano, all’ombra della Madunina. Pagherei purché venisse rimesso in onda, sarei disposto a svegliarmi all’alba pur di vederlo in tv.

49. L’ho ammetto, questo cartone non l’ho mai visto, ma la sigla di “Pesca la tua carta Sakura” ha un inciso così aperto e orecchiabile che sarebbe stato perfetto anche tra le corde di una Laura Pausini o una Giorgia. Per questo non possiamo parlare di svolta pop, perché Cristina D’Avena ha sempre cantato canzoni di questo genere, il fatto che siano state destinate ai cartoon non le rendono musicalmente di minor valore. Anzi.

50. Altra ballatona degna di nota è Ascolta sempre il cuore Remì”, firmata dalla coppia Alessandra Valeri Manera-Franco Fasano, incisa nel ’99 in occasione del ventennale dal lancio della fortunata serie “Remi – Le sue avventure”. Nuova sigla e nuovo doppiaggio per uno dei racconti più belli che siano stati mai scritti, tratto dal romanzo “Senza famiglia” del francese Hector Malot.

51. Storia del tutto inedita, invece, quella di “Rossana”, undicenne di Tokyo che, nonostante la giovane età, svolge già una prolifica attività di attrice e presentatrice tv, pur frequentando ancora le elementari. Il brano, inizialmente realizzato in duetto con Giorgio Vanni, è stato riarrangiato ed eseguito nuovamente in coppia con Nek, incluso all’interno di “Duets forever”.

52. Sulla scia di un ritmo molto vicino al “Mambo n. 5” di Lou Bega, la sigla di “Picchiarello” rappresenta un insieme di energia e virtuosismi vocali che, se ce ne fosse bisogno, mette ancora una volta in risalto la tecnica di Cristina. Il pezzo non è tra i più conosciuti o ricordati, ma fa tanto estate e di questi tempi non sfigura minimamente in mezzo ai tanti tormentoni tipici della bella stagione.

53. Scritta dall’irreprensibile Alessandra Valeri Manera, musicata da Max Longhi e Giorgio Vanni, “All’arrembaggio!” è la sigla di uno degli ultimi anime di successo, vale a dire “One Piece”. Il cartoon non l’ho mai visto, ma questo pezzo si presta molto bene soprattutto negli spettacoli dal vivo della D’Avena, al di là della serie animata questo rimane uno dei brani dove ci si scatena di più.

54. Datata 2003, la sigla di “Doraemon” è una delle ultime sigle di successo incise da Cristina, prima che la televisione italiana smettesse di credere nel valore educativo e terapeutico dei cartoni animati, lasciando le nuove generazioni in balia degli youtuber e dei dubbi contenuti morali a portata di tablet/smartphone, per non parlare dei videogame che creano solo dipendenza.

La mancanza di una tv che parli ai bambini e ai ragazzi è un grosso problema, le cui conseguenze si noteranno ancora di più tra qualche anno. Moralismi a parte, tanto di cappello a Cristina D’Avena che continua a portare alta la bandiera e i valori dei cartoon attraverso la sua attività live, oltre che con operazioni di successo come le due edizioni di “Duets”.

55. Siamo giunti all’ultima canzone selezionata, perdonate se non ho potuto metterle tutte o se sono stato troppo prolisso (a seconda dei punti di vista), ma vi lascio con “L’estate più bella che c’è”, canzone che traccia un nuovo inizio per la nostra beniamina, che resterà sempre nei secoli e nei nostri cuori come la regina delle sigle dei cartoni animati, ma che ha saputo dimostrare ampiamente di avere tutte le carte in regola per poter essere anche molto altro.

Buon Compleanno Cristina D’Avena | Playlist

The following two tabs change content below.

Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.