venerdì 4 Ottobre 2024

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Pierdavide Carone e i Dear Jack cantano il retrogusto amaro della vita in “Caramelle” – RECENSIONE

Il cantautore pugliese e il gruppo romano insieme nel nuovo singolo in radio dal 22 dicembre

Pierdavide Carone Dear JackCi sono canzoni che definirle tali sarebbe riduttivo, è proprio il caso di “Caramelle”, penetrante singolo composto da Pierdavide Carone e inciso insieme ai Dear Jack, scartato dalla commissione artistica della 69esima edizione del Festival di Sanremo perché non ritenuto sufficientemente meritevole. Vabbè. Senza entrare troppo nel merito dei criteri di idoneità sempre personali e spesso discutibili, partiamo dal presupposto che questo brano è oggettivamente un capolavoro, sia per la sua struttura musicale che per le tematiche affrontate con poesia e delicatezza. Niente e nessuno mi toglierà dalla testa che questo brano meritava assolutamente il palco dell’Ariston, anche perché analizzandolo attentamente non si discosta molto dalle sonorità e dal potenziale narrativo di “Non mi avete fatto niente”, canzone vincitrice della passata edizione.

E’ inutile domandarselo, ma se fosse stata proposta da Ermal Meta e Fabrizio Moro? Meglio non sapere cosa sarebbe successo, preferisco restare nel dubbio piuttosto che pensare a parametri di selezione che riguardano più gli artisti che le canzoni proposte che, a questo punto, andrebbero presentate in forma anonima. Pur non avendo ancora ascoltato i pezzi in gara al prossimo Festival, possiamo considerare a dir poco clamorosa l’esclusione di “Caramelle”, ma non resta che affidarci alle radio affinché diano il giusto risalto a un brano così bello. Unica pecca la vaga somiglianza con “Vietato morire”, ma è più una suggestione dettata anche dall’argomento, piuttosto che un parere oggettivo o realistico.

Precisato questo, passiamo all’analisi del pezzo che non ha certo bisogno di polemiche per porre in risalto una bellezza in grado di mettere d’accordo chiunque. Il testo racconta la storia di Marco e Marika, rispettivamente di dieci e quindici anni, due giovanissimi che entrano in contatto con la crudezza e il marcio della vita. Versi che descrivono uno spaccato terribile e purtroppo attuale della nostra società, affrontando in punta di piedi il tema delicato e drammatico della pedofilia, sul quale è sempre difficile trovare le giuste parole di denuncia e ribrezzo, almeno senza sfociare nello squallore della retorica.

Impossibile restare indifferenti alle strofe discorsive che narrano la quotidianità di due adolescenti come tanti, con passioni e desideri comuni, un’innocenza infranta da mani adulte, le stesse che dovrebbero proteggerli e indicare loro la giusta strada da seguire. Invece, dietro quel falso sorriso e due caramelle si insidia il mostro della violenza, rappresentato in modo tagliente nell’ipnotico inciso: “Dammi la mano bambino e vieni nel bosco, no che non sono un estraneo, io ti conosco, vengo dal tuo stesso posto”, fino a sfiorare il disumano nello special: “Ti prego fa’ in fretta ciò che devi fare, ti prego fallo in fretta senza farmi male, ti giuro non avrò niente da raccontare, però fa’ in fretta così torno a respirare”.

“Caramelle” ci restituisce un Pierdavide Carone in grande spolvero e conferma il momento positivo dei Dear Jack che, dopo gli ultimi singoli “Non è un caso se l’amore è complicato” e “L’impossibile”, hanno trovato la giusta dimensione con questa inedita formazione a quattro e la voce di Lorenzo Cantarini che ben si presta a questo genere di interpretazioni impegnate. Un brano che meriterebbe una platea ancor più grande di quella sanremese, che andrebbe fatto sentire nelle scuole e portato alla conoscenza del pubblico più giovane, per tornare a restituire centralità alla musica, la forma d’arte che in assoluto può smuovere coscienze e trasmettere emozioni. Questa canzone fa bene al cuore di tutti e, proprio per questa ragione, supererà la prova del tempo, il riconoscimento più importante per qualsiasi opera musicale.

Caramelle | Audio

Caramelle | Testo

Ciao, sono Marco e dieci anni è la mia età
ho i capelli biondi e vado in quarta a
tranne matematica a me piace studiare
mio papà e mia mamma hanno un negozio alimentare
ho una sorella cinque anni più di me
ed un fratellino che sta per nascere
e non vedo l’ora che arrivi in fretta maggio
che se farò il bravo potrò tenerlo in braccio
il mio migliore amico si chiama Giosuè
pensa che anche in classe siede vicino a me
poi alla campanella voliamo come piume
e finché fa buio tiriamo sassi al fiume
ieri pomeriggio però lui si è ammalato
e perciò alla fine da solo sono andato
e mentre giocavo uno strano sconosciuto
prima mi ha guardato e poi si è avvicinato
e con fare misterioso ma gentile
si è seduto accanto a me sopra il pontile
e prima che io prendessi un sasso da tirare
lo strano sconosciuto ha cominciato a dire:

“Dammi la mano bambino e vieni nel bosco
no che non sono un estraneo, io ti conosco
vengo dal tuo stesso posto”
nel mio silenzio il ricordo di cose più belle
il colore delle stelle, mentre prendi la mia pelle
in cambio un sorriso e due caramelle

Ciao, sono Marica e ho fatto quindici anni
sono già un’adulta e ho fatto molti sbagli
primo, mettermi con Luca invece che con Dario
sì, forse è più bello ma è troppo autoritario
e così per dispetto sono uscita con le amiche
e dopo una per una a casa siam tornate
che palle, casa mia è sempre l’ultima
in fondo a quella via buia e torbida
e come non bastasse è anche scoppiato il temporale
ho fatto anche lo shampoo stamattina, porco cane
perché da qualche tempo il mondo è un’agonia
qualsiasi cosa faccia è sempre colpa mia
fortuna che un signore mi ha offerto un passaggio
non l’ho mai visto prima però mi sembra saggio
la vita non è un film, cosa vuoi che mi succeda?
E mentre penso questo all’improvviso cambia strada

“Dammi la mano bambina e vieni nel bosco
no che non sono un estraneo, io ti conosco
vengo dal tuo stesso posto”
nel mio silenzio il ricordo di cose più belle
il colore delle stelle, mentre prendi la mia pelle
in cambio un sorriso e due caramelle
due caramelle

Ti prego, fa’ in fretta ciò che devi fare
ti prego, fallo in fretta senza farmi male
ti giuro, non avrò niente da raccontare
però fa’ in fretta così torno a respirare
ti prego, fa’ in fretta ciò che devi fare
ti prego, fallo in fretta senza farmi male
ti giuro, non avrò niente da raccontare
però fa’ in fretta così torno a respirare

“Dammi la mano bambino e vieni nel bosco
no che non sono un estraneo, io ti conosco
vengo dal tuo stesso posto”
nel mio silenzio il ricordo di cose più belle
il colore delle stelle, mentre prendi la mia pelle
in cambio un sorriso e due caramelle

“Dammi la mano bambina e vieni nel bosco
no che non sono un estraneo, io ti conosco
vengo dal tuo stesso posto”
nel mio silenzio il ricordo di cose più belle
il colore delle stelle, mentre prendi la mia pelle
in cambio un sorriso e due caramelle

Ti prego, fa’ in fretta ciò che devi fare
ti prego, fallo in fretta senza farmi male
ti giuro, non avrò niente da raccontare
però fa’ in fretta così torno a respirare

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.