Raccontiamo l’amore con una canzone
Sarebbe bello nella vita poter dare una spiegazione a tutto, poter trovare una risposta pronta senza dover passare ore ed ore a cercare e poi rischiare di sbagliare. Infondo è un po’ come quando ci siamo appena tagliati le unghie e dobbiamo trovare l’inizio sul rotolo dello scotch.
Come però gli appassionati di questa rubrica sapranno, per noi le cose non sono mai così chiare e limpide, perché a parlare di storie d’amore a lieto fine che volano tra nuvole di zucchero filato, regali costosi e lunghissimi pranzi in famiglia, ci pensano i film. E nemmeno San Valentino è riuscito a far partire una freccia che vada diretta da un punto all’altro, ma si perde per le strade innevate di una città di provincia, suona a decine di campanelli sbagliati, imbocca sensi unici al contrario, insomma… San Valentino, come cupido sei proprio una frana.
Ho tenuto questo pezzo in serbo da un po’ di settimane, se chiudo gli occhi mi rivedo sulla statale in una mattina d’autunno, come se fosse un ponte tra ciò che era ieri e quello che sarà domani.
“Il meno possibile” è il pezzo che Marco Mengoni ci regala insieme ad un artista che per noi ormai è di casa, Gazzelle. Un flusso di coscienza di immagini che si alternano, tra una relazione che non c’è, ma che vorremmo tutti che ci fosse e la voglia di guardare avanti.
Se piove, la gente per strada non sa più guidare
Si copre la testa con il giornale, sotto il primo balcone
Poi dietro le scuse, non ho voglia di uscire
Lo vedi, succedono cose anche senza noi due
E ti scrivo un messaggio, che però non ti mando
Che magari ti manco, o che ne so
La sveglia suona anche se ci siamo lasciati la sera prima, così come suonerà quella del ragazzo che ha appena consegnato un mazzo di fiori alla mia vicina di casa, ma lei le sta dicendo che non vuole impegnarsi perché “ho tutti i miei problemi e non ho testa per uno in più”. Sta nevicando fuori e la gente anche qui non sa più guidare, guardo i palazzi dalla mia finestra e vedo che il mondo va avanti, un po’ a rilento, ma va. Poi prendo in mano il telefono e fisso lo schermo, come se con la mente riuscissi a controllare le notifiche e a farne apparire una magicamente, quella più importante.
Che prima o poi arriveranno i giorni in cui ti manco
E pensеrai soltanto a un cielo blu cobalto
A noi sopra l’asfalto, le mani sul tuo fianco
E non avrai nessun rimorso e nessun rimpianto
Ma se ne avrai bisogno
Magari ti sogno, o che ne so
Dicono che ammettere le proprie debolezze sia riservato agli stupidi, che rivelare le proprie crepe sia un passo falso. E ammettere che una persona ci manca, soprattutto in alcuni giorni, non è da persone forti. Così lo diciamo solo alla nostra migliore amica e rimaniamo fermi alla finestra a fissare ancora una volta il mondo che si muove, quando in realtà nel nostro cuore passa tutt’altro. I ricordi cadono goccia a goccia e piano piano scavano una voragine dentro di noi, così profonda che ci fa augurare all’altra persona di provare la stessa cosa. Arriveranno i giorni in cui qualcuno sentirà la nostra mancanza.
Andare, andare, andare, andare via non serve a niente
Ho messo una fotografia tua e mia tra quelle belle
L’amico tuo e l’amica mia che dicono: “Fa niente”
Ma intanto sono mesi che diluvia e che non smette
Continua a diluviare ma questa volta decidiamo che non ne vale la pena rimanere in casa a guardare il mondo, quando il mondo è là fuori. Allora scendiamo ed iniziamo a scappare, a correre sempre più forte, via da tutto ciò che è stato, da tutto ciò che è sbagliato, via da tutto quello che avrebbe potuto essere bellissimo. Ci rifugiamo nei consigli di chi è sempre stato dalla nostra parte, consigli che puntualmente non seguiamo perché ormai la fotografia l’abbiamo messa tra quelle belle. Più corriamo e più capiamo che è inutile perché non possiamo correre via da una situazione più grande di noi, i sentimenti sono sempre più veloci e si appiccicano alla pelle come la sabbia quando siamo appena usciti dall’acqua.
Se mi vieni in mente, un po’ rimani qui
In questo sporco amore invisibile
Ti chiederò una cosa difficile
Tu stammi lontano
Tu stammi lontano, ma il meno possibile.
Gli amori più forti spesso sono quelli invisibili, quelli che si insinuano nella nostra pelle e che facciamo fatica a mandare via. Da fuori non li vediamo, ma dentro sono più presenti che mai. Abbiamo provato a scappare, ma non ci siamo riusciti, così prendiamo i nostri dubbi, le nostre domande, la paura di fallire e quella di essere sempre la seconda scelta e ce li riportiamo in casa, per farci compagnia in una notte di febbraio. Poi ci fermiamo a pensare a quegli occhi del colore del mare e sembra che quegli occhi siano proprio lì accanto a noi, tutt’altro che sporchi e tutt’altro che invisibili.
Lo spirito è forte ma la carne è debole e la nostra preghiera da un “stammi lontano” si trasforma in qualcosa di diverso. Perché vorremmo davvero vivere come se dentro di noi non avessimo il Carnevale di Rio, ma non si può più fingere, l’amore non si può più nascondere, anche se è finito e anche se c’è un’altra persona. Stammi lontano sì, ma, ti prego, il meno possibile.
C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist
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