Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio”, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono.
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Century Radio, il Maestro Lelio Luttazzi
È capitato, nei nostri articoli precedenti, di citare il grande Lelio Luttazzi. Avvicinatosi alla musica sin da bambino, nel 1950, assume il ruolo di direttore d’orchestra alla Rai a Torino.
creando la prima orchestra d’archi ritmica in Italia della televisione italiana; nel 1954 si trasferisce a Roma per dirigere una delle orchestre della Rai con le quali parteciperà a diversi programmi di varietà.
In radio, comincia a dirigere l’orchestra per la trasmissione “Il motivo in maschera”, condotta da Mike Bongiorno tra il 1954 e il 1955. Il programma andava in diretta sul Secondo Programma Rai. Oltre a dirigere l’orchestra, Lelio Luttazzi, interpretava, assieme ad Isa Bellini, la scenetta Gallarate e Frosinone. Attraverso un’immaginaria conversazione telefonica, Luttazzi interpretava il ragazzino di Gallarate, Isa Bellini la ragazza di Frosinone, e gli ascoltatori, estratti a sorte, erano chiamati a scoprire il motivo “mascherato”.
Il primo motivo in maschera, Firenze Sogna composta da Cesare Cesarini e portata al successo da Claudio Villa. Scoperto dopo parecchi mesi, la vincita fu abbastanza sostanziosa.
Nella stagione successiva, dirige l’orchestra per il programma “Il Rosso e Nero”, trasmissione ideata da Corrado e dal fratello Riccardo e, condotta da Mario Carotenuto e poi dallo stesso Corrado. Il programma lanciò tantissimi protagonisti dello spettacolo come Sophia Loren, Alberto Sordi e Claudio Villa.
Popolare fu il quiz fatto tra gli spettatori presenti nella sala, che potevano vincere il Piatto d’argento Palmolive, sponsor della trasmissione. Ma il più grande successo di Lelio Luttazzi alla Radio è stato, senza ombra di dubbio, “Hit Parade”. Venerdì 6 gennaio 1967, sul Secondo Programma Rai, debutta un programma rivoluzionario al grido “Lelio Luttazzi presenta Hiiiit Paareeeid”. Mutuata dalla Hit Parade americana e adattata al contesto italiano, il programma proseguì fino al 31 dicembre 1976.
La trasmissione era trasmessa dagli studi di Via Asiago e consisteva nella messa in onda degli otto 45 giri più venduti della settimana secondo le rilevazioni della Doxa nei negozi di quaranta città. La domenica andava poi in onda una “Vetrina di Hit Parade” riepilogativa, sempre a cura dello stesso Luttazzi.
Lelio Luttazzi non seguiva rigorosamente l’ordine crescente della classifica, ma si spostava dalla decima alla quarta posizione, inframezzando la musica con i suoi interventi. Specificava poi le posizioni della settimana precedente e metteva in evidenza i dischi che apparivano per la prima volta, definiti ancora “nuova entrata” o “nuovo ingresso”.
Il Podio costituiva la parte conclusiva della puntata, con le prime tre canzoni: la seconda classificata era la “damigella d’onore”, mentre la prima era la “canzone regina”. A volte Luttazzi, per accrescere la suspense, citava la seconda in classifica prima della terza. La canzone prima classificata della puntata d’esordio fu “Bang Bang”, cantata da Dalida.
Celebri alcuni casi di censura di alcune canzoni e fra queste vi furono nel 1967 “Dio è morto” di Francesco Guccini, cantata da I Nomadi e “Je t’aime, moi non plus” di Serge Gainsbourg e Jane Birkin. In particolare, quest’ultimo brano, ritenuto indecente, venne escluso dalla classifica, nonostante il quarto posto, ed al presentatore fu addirittura vietato di pronunciare il titolo.
Alcune curiosità su Lelio Luttazzi:
– al liceo Petrarca di Trieste, strinse una forte amicizia con Sergio Fonda Savio, nipote di Italo Svevo, e da qui iniziarono i contrasti con la madre convinta sostenitrice del fascimo;
– nel 1943 compose una canzone e nel dopoguerra scoprì dalla SIAE, che questa gli aveva fruttato 350000 lire, cifra che gli consentì di trasferirsi a Milano e di iniziare a lavorare alla CGD fondata da Teddy Reno;
– compose tantissime canzoni, tra cui “Una zebra a pois” portata al successo da Mina; Nel maggio del 1970, all’apice del successo, viene arrestato insieme a Walter Chiari con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti;
– l’arresto avviene in seguito all’intercettazione di una telefonata in cui Luttazzi si era limitato a girare a uno sconosciuto un messaggio avuto da Walter Chiari. Lo sconosciuto si rivelò uno spacciatore. Walter Chiari, che si trovava a Bologna, aveva telefonato a casa Luttazzi, lasciando alla governante un messaggio: “Maria, sono Walter Chiari, dica al maestro Luttazzi di chiamare questo numero perché io qui dal Baglioni di Bologna non riesco a chiamare” . Tornò alla conduzione di Hit Parade il 26 febbraio del 1971. Nel periodo della detenzione, fu sostituito alla conduzione prima da Renzo Arbore e poi da Giancarlo Guardabassi. Nonostante la provata innocenza, il periodo della carcerazione, segnò il Maestro sia moralmente che fisicamente, ma ebbe conseguenze anche nella carriera.
Pio Russo
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