Disponibile dallo scorso 16 ottobre il nuovo singolo del cantautore calabrese, intitolato “Che canzone siamo“
Le ferite intese come vere e proprie medaglie, trofei di cui poter andare fieri. I ricordi come monito, esperienze che ci rendono migliori di ciò che siamo oggi. Di questo e di molto altro ancora parla “Che canzone siamo”, il nuovo singolo di Antonio Aiello, in arte Aiello (qui la nostra ultima intervista), cantautore che nel corso degli ultimi mesi ha saputo mostrarci la sua personale visione di pop in continua evoluzione, sia con pezzi più nelle sue corde come “Arsenico“ e “La mia ultima storia“, ma anche con episodi inaspettati e, al tempo stesso, convincenti… proprio come la proposta estiva “Vienimi (a ballare)“.
Ancora una volta la passionalità è l’elemento che contraddistingue la narrazione, che a tratti si tinge di malinconia… ma mai di rimpianto. Incontrarsi e perdersi, vale a dire l’inizio e la fine di una storia d’amore, possono avere più punti in comune di quanto immaginiamo, nonché rappresentare in entrambi i casi una vera e propria fortuna, una salvezza per entrambi. Spesso nelle canzoni si elogia l’eternità, concetto che nulla a che fare con la vita stessa, figuriamoci con i sentimenti notoriamente a scadenza, al massimo può rimanere in piedi una relazione forzata, un rapporto di facciata, ma a che pro?
Così decidi di darci un taglio, per il tuo bene e per quello dell’altra persona.. e questo, scusate, è il più bel gesto d’amore che possa esistere, in primis verso noi stessi, ma anche nei confronti del partner e di quella stessa storia, per salvarla da inutili e logoranti strascichi. La musica ci accompagna nelle scelte personali, anche in quelle più difficili, una canzone è in grado di suggerire spunti di riflessioni, ma anche di farti rivivere in on demand le scene più belle. Come a dire: le persone passano e le canzoni restano, con loro i nostri ricordi, fotografie che il tempo potrà sbiadire ma mai cancellare.
“Che canzone siamo“ ci sprona questo tipo di ragionamento, a partire dalla scelta del titolo, rigorosamente coniugato al presente. Al capolinea di una storia verrebbe più facile domandarsi “che canzone siamo stati”, ma la musica continua a vivere e ha il potere di tenere unito ciò che non c’è più. Leccare le proprie ferite e sfoggiare le proprie cicatrici, sono i primi passi verso questo tipo di consapevolezza. Se siamo in grado di accettarlo, anche il dolore può restituirci serenità, mood ideale per cominciare a pensare di intraprendere una nuova vita, senza tabù e senza quei fantasmi che possono sbucare dal passato da un momento all’altro.
L’approccio urban aiuta il brano sottolineandone l’aspetto introspettivo e terapeutico, donando maggiore risalto al significato dei versi, a loro volta impreziositi dal pathos espresso dalla particolare timbrica e dalla suggestiva vocalità dell’ugola cosentina. Un lavoro di sottrazione e di sperimentazione, frutto della duplice collaborazione con i producer Iacopo Sinigallia e Alessandro Forte, che cuciono su misura per lui il miglior vestito possibile, a metà strada tra ciò che va di moda al momento e quel tocco classico destinato a non poter mai tramontare. Una specie di compromesso, un mush up sonoro di ciò che ha saputo farci ascoltare sino ad ora: a tratti innovativo, a tratti rassicurante.
Aiello si racconta con il suo solito slancio, aprendo le finestre del proprio vissuto per indicare prospettive e angolazioni su cui, magari, non avevamo mai riflettuto, troppo coinvolti e presi dalla rabbia per la cocente sconfitta. Ma è proprio questo il problema: quando ci ostiniamo a portare avanti un qualcosa per non ammettere a noi stessi un fallimento, stiamo perdendo il nostro tempo e sprecando le nostre energie. Certe volte vale proprio la pena ricordarsi che “incontrarsi è stata una fortuna, esattamente come perdersi”, un esercizio che all’inizio può farci del male, ma che ci rende decisamente migliori. Che dire? Comunque vadano le cose, il segreto è metterci l’anima.
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Che canzone siamo | Video
Che canzone siamo | Testo
Incontrarsi è stata una fortuna
esattamente come perdersi
come perderti
maledetta Roma
e le canzoni della notte
nelle macchine
non accenderla se poi
è l’ultima
Non mi hai detto
che canzone siamo
e adesso non so scordarti
che qualsiasi musica alla radio
sembra quella nostra
giusta per scappare al mare
per svegliarsi assieme
e fare l’amore e mangiare bene
Ho trovato cicatrici
sotto il letto che piangevano
le ho lasciate lì, non le trovo più
ho incontrato la vicina
che ti odiava e mi ha sorriso un po’
come a dire che fortuna che non c’è
Non mi hai detto
che canzone siamo
e adesso non so scordarti
che qualsiasi musica alla radio
sembra quella nostra giusta
non mi hai detto che indirizzo siamo
e adesso non so trovarti
che qualsiasi bici, moto e auto
sembrano portarmi a te
per scappare al mare
per dormire insieme
e fare l’amore
e mangiare bene
Incontrarsi è stata una fortuna
esattamente come perdersi
come perderti
Nico Donvito
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