giovedì 21 Novembre 2024

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“Che vita meravigliosa”, Diodato e la poetica che fa rumore

Disponibile a partire dal prossimo 14 febbraio il terzo progetto discografico del cantautore classe ’81

A Sanremo per lanciare un segnale musicale importante, proprio come suggerisce il titolo del brano in gara, Diodato torna al Festival per la terza volta con “Fai rumore”, canzone che rappresenta l’evoluzione ideale di “Adesso”, presentata in coppia con Roy Paci due anni fa, sia per quanto concerne il sound che per quanto riguarda i modi e il tipo di tematica affrontata. Il brano, firmato a quattro mani con Edwyn Roberts, ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi un posto importante nella classifica finale di questa edizione della kermesse, un pezzo che rappresenta un invito ad abbattere le barriere dell’incomunicabilità, a bruciare quei silenzi che spesso creano delle distanze enormi, a volte anche incomprensioni.

Un’esortazione a farsi sentire, talvolta anche manifestando il proprio dissenso per un mondo che urla in continuazione, questa canzone ci invita al dialogo e al confronto. In concomitanza con la partecipazione festivaliera, il prossimo 14 febbraio uscirà per Carosello Records il terzo album in studio di Diodato, intitolato Che vita meravigliosa, proprio come l’omonimo singolo attualmente in rotazione radiofonica, colonna sonora dell’ultimo film di Ferzan Özpetek intitolato “La dea fortuna”, un manifesto romantico e sensuale nei confronti della nostra esistenza e di tutto ciò che scorre davanti ai nostri occhi.

«E’ una riflessione sul vissuto di questi ultimi anni, di cose che sono successe attorno a me – racconta l’artista a proposito del brano – una dedica a tutte le montagne russe che mi sono scelto e mi fanno sentire come un navigante in questo mare in tempesta, onde sul quale talvolta mi diverto, mentre in altri momenti mi spavento». Prodotto da Tommaso Colliva, il disco è composto da tracce che si legano l’un l’altra in modo da formare un unico rappresentativo mosaico emotivo. «Non credo di essere mai stato così tanto me stesso – prosegue Diodatod’essere mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo prima a una canzone e poi a questo album. Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di eterno bambino innamorato di questa giostra folle».

L’artista dimostra con questo lavoro il ruolo centrale che ha saputo ritagliarsi come uno degli avanguardisti del nuovo pop d’autore, passo dopo passo, canzone dopo canzone, senza lasciarsi contaminare da ciò che lo circonda, bensì influenzare e ispirare dal punto di vista creativo. Un mondo di emozioni e suggestioni che traspare anche attraverso la copertina realizzata da Paolo De Francesco, un’opera surreale e descrittiva che richiama per tematiche il contenuto di ogni singola traccia del disco.

Per certi versi un’evoluzione, per altri una consacrazione, Diodato si conferma il grande artista che conosciamo, ricercatore accanito sia del suono che delle parole, capace di trasformare un flusso di coscienza in una piacevole retrospettiva, un po’ come accade quando ti capita di guardare una trasposizione cinematografica di un libro, in questo caso fedele in ogni sua singola intenzione. Tra le tracce in scaletta, spiccano due vecchie conoscenze, i due singoli pubblicati lo scorso anno, ovvero Non ti amo più e Il commerciante

Tra gli inediti colpisce “Fino a farci scomparire”, che racconta la fine di una storia ponendo l’accento su  quello che resta, come a voler cristallizzare e valorizzare ciò che sopravvive. Personale e interessante la lettura di “La lascio a voi questa domenica”, canzone che si ispira ad una storia vera: «Stavo tornando a Milano in treno – racconta Diodato – eravamo in ritardo perché una persona si era tolta la vita. Il pezzo racconta le reazioni delle persone in quel vagone, il pensiero e le dichiarazioni di individui  che hanno dato vita ad un circo impazzito di qualunquismo, quasi come se a nessuno importasse realmente dell’accaduto». 

L’ascolto si chiude con una delle perle dell’intero progetto, vale a dire “Quello che mi manca di te”, che regala un finale corale e orchestrale di forte impatto, per uno spaccato di vita intimo e sentitamente autobiografico. In tal senso, Che vita meravigliosa è un disco suggestivo, volutamente intimo e dalle nobili intenzioni, che non lascia davvero nulla al caso.

Che vita meravigliosa | Tracklist

  1. Che vita meravigliosa
  2. Fino a farci scomparire
  3. La lascio a voi questa domenica
  4. Fai rumore
  5. Alveari
  6. Ciao, ci vediamo
  7. Non ti amo più
  8. Solo
  9. Il commerciante
  10. E allora faccio così
  11. Quello che mi manca di te

© foto di Giuseppe Gradella

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.