A tu per tu con la popolare e talentuosa artista veneta, in occasione del lancio del singolo “Un’estate fa“
A un anno di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Chiara Galiazzo, al suo ritorno discografico con “Un’estate fa”, singolo che riabbraccia la tradizione e la melodia senza cadere nelle insidie dell’effetto-revival. In primis perché l’interprete padovana si è sempre distinta come un’abile artigiana delle cover, personalizzandole con cura, dovizia di particolari e rispetto delle versione originali. In secundis per il grande lavoro realizzato insieme ai produttori Riccardo “Deepa” di Paola e Alessandro Galdieri in termini di arrangiamento, abbracciando sonorità che richiamano la dance degli anni novanta e duemila. Un’intuizione che porterà ad un progetto di ampio respiro, intitolato “Un’estate fa – Live 2022”, un tour estivo in cui l’artista esprimerà la propria idea di musica tra presente, passato e futuro.
Ciao Chiara, bentrovata! Partiamo da “Un’estate fa”, singolo che accompagna la tua nuova tournée estiva. Cosa ti ha spinto a rivisitare una canzone che proprio quest’anno compie cinquant’anni di vita?
«In realtà, prima dell’idea di reinterpretare la canzone è arrivata l’idea del tour. Questo brano non è altro che la ciliegina sulla torta di uno spettacolo che porterò in giro per tutta la stagione estiva. Tutto è partito qualche mese fa, quando mi sono resa conto che soffrivo di una nostalgia… positiva. Passato il periodo del Covid, ritrovo nei pensieri di un tempo, nelle vecchie fotografie e nei ricordi della mia famiglia, un po’ delle zone di comfort che mi fanno stare bene. Mi sono accorta che alla fine si trattava di un sentimento condiviso, così ho pensato di realizzare un concerto dove, oltre ai brani del mio repertorio, mi diverto a riproporre a modo mio le canzoni che rappresentano la mia infanzia, la mia adolescenza e quei momenti in cui sembrava che qualsiasi cosa fosse possibile. Il riassunto di tutto questo è “Un’estate fa”».
Un brano rimodulato da una splendida produzione anni ’90. Com’è nata l’idea di donare al pezzo questo nuovo sapore?
«Non sono nuova a questo tipo di collaborazioni, anzi, adesso che è tornata di moda la dance e visto che ho sempre desiderato farlo, penso che questa sarà la mia strada, ovvero il sound su cui mi piacerebbe concentrarmi in futuro. Anche la scorsa estate ho realizzato una collaborazione con Spada, pubblicata dall’etichetta discografica di Tiësto. In linea generale ho sempre cercato di seguire questo filone sonoro, perché a me piace e trovo che, se fatta bene, la dance possa essere un genere musicale vario e altamente sperimentale, fresco a livello di melodie, molto di più rispetto ad altri ambiti e contesti. Adesso che la cosa sta prendendo piede, posso continuare a dedicarmici con decisione, a pieno titolo, senza sembrare in qualche modo strana (ride, ndr)».
“Un’estate fa” ha vissuto decisamente più vite, prima con le varie versioni anni ’70, poi con Mina, i Delta V ed oggi con te. Una canzone che unisce più generazioni non credi?
«Assolutamente sì. In realtà la versione più “strana” realizzata finora era quella dei Delta V, tutte le altre non è che fossero così diverse rispetto all’originale. La difficoltà per me è stata quella di sforzarmi nel trovare un nuovo modo di cantare, perché mi sono resa conto che la interpretavo un po’ alla vecchia. Insieme ai produttori Riccardo “Deepa” di Paola e Alessandro Galdieri, abbiamo cambiato anche le armonie, c’è stato veramente un grosso lavoro per renderla così. Sai, alla fine, non è una canzone proprio semplicissima, sarà una prerogativa dei grandi capolavori, ma trovo che il testo in italiano sia fortemente attuale. Cioè, va benissimo anche per Tik Tok e non credo che quando il maestro Franco Califano lo ha scritto avesse pensato a questo tipo di possibilità (ride, ndr). Quello che voglio dire, però, è che questa canzone è davvero incredibile e magica. Il grande lavoro poi è stato fatto sull’interpretazione…».
Volevo approfondire proprio questo aspetto, perché il rischio di personalizzare troppo una cover e di cambiare in alcune parti anche la linea melodica può portare il pubblico a storcere il naso. Che tipo di lavoro c’è stato a riguardo?
«L’approccio per le cover deve essere meticoloso, su questo non ho mai avuto dubbi. Forse bisogna studiare molto di più rispetto ad un inedito, proprio per riuscire a trovare la chiave per rendere personale un pezzo che, magari, è stato già riproposto in varie salse. La questione si complica se si tratta, come in questo caso, di un brano che personalmente ho cantato e ricantato mille volte. Non mi reputo una persona presuntuosa, ma credo di aver utilizzato l’approccio giusto, per questo il risultato mi soddisfa davvero tanto!».
Tra le canzoni che canterai quest’estate in tour hai spoilerato che ci sarà anche “Toxic” di Britney Spears ed un mash up tra “Le mille bolle blu” di Mina e “Blue” degli Eiffel 65. Ecco, ci saranno altre simili e meravigliose follie?
«Ma certo! Ci sarà “Torn” di Natalie Imbruglia, ma anche qualcosa degli 883. Ho deciso di cantare tutto ciò che mi piaceva, scelte di pancia ma con una buona dose di pensiero, anche per modulare un po’ il tutto. Poi sto ripassando il francese perché vorrei reinterpretare anche “Voyage, voyage”, altra canzone che è stata già rifatta un sacco di volte e che trovo abbia dei passaggi melodici davvero belli».
“Un’estate fa – Live 2022” partirà il 21 giugno da Los Angeles, con un evento speciale a cui seguiranno altre date in un calendario in continuo aggiornamento. Finalmente si torna dal vivo con capienza totale, all’aperto, senza distanze. Come pensi possa essere cambiato l’approccio del pubblico nei confronti del live?
«Penso che il pubblico abbia tanta voglia di divertirsi, proprio come ce l’ho io. E’ cambiato un po’ l’approccio dell’universo verso l’universo, che poi potrebbe essere anche una cosa positiva. Forse non pensiamo più di avere tutto il tempo del mondo a nostra disposizione e questo ci porta a coltivare i nostri desideri interiori, a dargli più valore. Questo concentrarsi sulle cose che ci fanno realmente star bene, magari porterà ad un numero maggiore di persone felici, o almeno me lo auguro. Io, per esempio, se prima faceva solo quello che mi piaceva, adesso lo faccio ancora di più (ride, ndr). E’ un concetto che ho sempre cercato di applicare, perché dieci anni fa lavoravo in un fondo d’investimento e la mia vita se non ci fosse stato X Factor sarebbe potuta essere completamente diversa. Credo molto nell’importanza che dobbiamo dare in termini di priorità ai nostri sogni, studiando e facendo di tutto per realizzarli».
Il fatto di essere tornata oggi da indipendente, avendo di conseguenza la totale libertà discografica, incide in questo tuo atteggiamento?
«In realtà no, alla fine ho sempre fatto quello che volevo anche prima, assumendomi tutte le responsabilità del caso. Perché altrimenti non ci riesco, non sono una persona in grado di fingere e sono sicuramente consapevole sia degli aspetti positivi che negativi di questo approccio. La consapevolezza è sicuramente un aspetto importante, in qualsiasi ambito».
Da ascoltatrice, prima ancora che da cantante, qual è il tuo rapporto con i tormentoni e con le canzoni estive?
«Diciamo che non per forza i miei gusti e la mia idea di estate si ritrovano sempre in quello che poi viene espresso dai tormentoni, a volte sì e altre no. Ad esempio sono letteralmente impazzita per “Riccione” dei Thegiornalisti, mentre ricordo che la canzone dell’estate dei miei vent’anni era “Il tempo va” di Mauro Di Maggio. Diciamo che i miei gusti possono coincidere con le classifiche, ma non necessariamente, dipende da vari fattori. Di sicuro ascolto di tutto, sia canzoni estive che tormentoni».
Per concludere, alla luce di questo ritorno che mescola passato, presente e futuro… ripensando alla colonna sonora della tua adolescenza, ti chiederei: in cosa ti riconosci oggi e in cosa pensi di essere cambiata?
«Una cosa che mi porto dietro ancora adesso è che non sono una che si mette a scalciare, non perchè io non abbia carattere, ma penso che sgomitare tolga un po’ di magia e di senso a tutto ciò che fai. Oggi mi sento in grado di gestire le mie scelte, mi ritengo una donna più sicura, in grado di portare avanti le proprie decisioni credendoci in prima persona. In realtà questa sensazione di equilibrio tra me e la Chiara cantante l’aspettavo da un po’ e mi rendo conto che, ogni mattina quando mi sveglio, ho sempre più voglia di sperimentare. Non trovo stimoli nel fare solo ciò che funziona o va di moda, per questo motivo non sono mai riuscita a fare sempre le stesse cose. Per tutta questa serie di ragioni, oggi sto sperimentando un sacco di cose nuove, anche le più pazze. D’altronde questo è un lavoro che ho scelto e voluto a tutti i costi… quindi, vale proprio la pena metterci tutto l’amore e l’entusiasmo possibile!».
Nico Donvito
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