giovedì 21 Novembre 2024

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Ciao sono Vale: “La musica mi permette di sfogarmi e parlare alla gente” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane cantautrice lombarda, in uscita a partire dal 5 luglio con il singolo “Cliché”

L’abbiamo vista aprire l’ultimo concertone di Roma del Primo Maggio, la ritroviamo in piena forma artista per proporre la sua nuova musica. Stiamo parlando di Valeria Fusarri, in arte Ciao sono Vale, cantautrice classe ’98, prodotta da Matteo Costanzo per Honiro Ent. Si intitola “Cliché” il singolo scelto per proseguire il discorso iniziato lo scorso marzo dal precedente estratto “Deley”, brano che le ha permesso di calcare il prestigioso palco di Piazza San Giovanni. In occasione del lancio di questa nuova interessante proposta, abbiamo incontrato per voi la giovane artista, per approfondire la conoscenza del proprio mondo musicale, i sogni nel cassetto e i suoi prossimi obiettivi professionali.

Ciao Valeria, partiamo dal tuo nuovo singolo “Cliché”, cosa racconta?

«Ciao! “Cliché! racconta di una storia ormai logora e destinata a finire. Racconta anche però della difficoltà tra le due parti di prendere una decisione definitiva, per questo “Classico Clichè, ancora io e te”».

Stando al tuo vissuto, come si esce da una situazione sentimentalmente complicata?

«Tempo. Ci vuole tempo. Ho sofferto per amore per cinque lunghi anni, senza riuscire a lasciare andare la ragazza di cui ero innamorata. Dopo le continue delusioni, dopo aver incassato tantissime porte in faccia che mi hanno distrutta, con il tempo sono riuscita a lasciarla andare e a mettere da parte il dolore».  

Dal punto di vista musicale, invece, quali sonorità hai voluto abbracciare? 

«”Cliché” è un pezzo molto soft, sonorità pop e trap, ma sempre melodico e cantato. Le mie reference insieme al mio produttore (Matteo Costanzo) vengono al 99% dei casi dall’estero». 

Che ruolo gioca la musica nella tua vita?

«Il più importante. Il ruolo che mi permette di potermi sfogare e parlare con la gente attraverso ciò che scrivo. È la mia vita». 

Ricordi il momento preciso in cui hai capito che da una grande passione potevi farne un vero e proprio mestiere?

«Assolutamente. Era luglio del 2017 e stavo cantando delle cover fuori da un concerto in fila, ad un certo punto, una cosa come duecento persone si sono messe a cantare a squarciagola le canzoni insieme a me, dopo di che hanno voluto farsi il selfie con me, ero gasatissima. Lì ho capito che con costanza, impegno, determinazione e, GRANDISSIMA PAZIENZA, prima o poi imbroccherò la strada giusta». 

Quali ascolti hanno segnato e accompagnato il tuo percorso?

«Sono partita dai Queen, ancora me li porto dietro stretti. Sul mio treno ho caricato anche Ed Sheeran e gli Eagles. Successivamente è arrivata Billie Eilish a rapirmi totalmente, insieme a Lil Peep, mio artista preferito in assoluto. Anche Nitro e Mostro, sopratutto a livello di scrittura e di concetti, mi hanno aperto un mondo». 

Ti senti rappresentata dall’attuale scenario discografico?

«No. Ma farò di tutto per sovvertire le regole, è una promessa che faccio a me stessa ed a chi ci sta mettendo il cuore insieme a me».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?

«Sicuramente nuova musica alla quale tengo moltissimo. Ci stiamo lavorando davvero tanto e non vedo l’ora di poter dire qualcosa di più». 

Per concludere, dove e a chi desideri arrivare con la tua musica?

«Vorrei  arrivare in cielo, sedermi su una stella insieme alle persone che la pensano come me, salutare mia nonna, dirle che la amo e, guardare in basso senza più aver paura di niente. Un bacio! Grazie». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.