A tu per tu con la giovane artista milanese, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Tempo“
Tempo di nuova musica (è proprio il caso di dirlo) per Claudia Maccechini, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Claudym. Si intitola “Tempo“ il singolo disponibile in rotazione radiofonica a partire dallo scorso 7 maggio per Island Records, un pezzo che evidenzia le peculiarità vocali e di scrittura della giovane cantautrice milanese. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Claudia, benvenuta. Partiamo da “Tempo”, ci racconti la genesi di questo pezzo?
«Come tutti i miei pezzi, “Tempo” è nato da un’idea di melodia. A livello testuale, non avevo deciso di cosa parlare, le parole sono uscite in maniera molto spontanea, solo dopo mi sono accorta cosa stessi tirando fuori. Successivamente si è trattato solo di sviluppare e confezionare il tutto».
Nel testo parli di “guasto emozionale”, per questo ti chiedo quali sensazioni e quali stati d’animo ti hanno accompagnata durante la fase di scrittura?
«Sicuramente un blocco, la sensazione di colpa e di pentimento. Nel testo parlo di relazioni non vissute fino in fondo, di questa sorta di “fardello” che mi porto dietro da un po’, dei paletti che a volte tendo a mettere alle mie emozioni nel rapportarmi con altre persone. Le sensazioni sono state queste due: da un lato questa gabbia che ogni tanto mi sento attorno, dall’altro il pentimento di non riuscire ad affrontare e rimediare a questo tipo di situazioni».
A livello narrativo, cosa vogliono aggiungere le immagini del videoclip scritto e diretto da te?
«In genere, con i video cerco sempre di creare una connessione con il testo. Mi sono immaginata una sorta di conversazione obbligata, anche se voluta, scandita dal tempo in cui le mani spiegano i vari rifiuti, prima di una persona, poi dell’altra, poi reciproci, fino ad arrivare all’unione finale, che rappresenta in qualche modo una liberazione, un nuovo inizio».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Adesso sicuramente a una fetta di giovani, le analisi mi suggeriscono una fascia di miei coetanei, dai venti ai trent’anni. In generale, mi piacerebbe molto avere un contatto sempre maggiore con il pubblico femminile, creare una sorta di legame e di vicinanza in questo senso».
Nico Donvito
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