martedì, Marzo 19, 2024

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Clementino, pathos e flow nell’ispirata “Mare di notte” – RECENSIONE

A partire dal 30 agosto disponibile il nuovo singolo del rapper campano, estratto dall’album “Tarantelle

Tempo di nuova musica per Clemente Maccaro, in arte Clementino, che lancia in rotazione radiofonica “Mare di notte”, indubbiamente il brano più bello e ispirato contenuto all’interno del suo sesto album in studio Tarantelle, rilasciato lo scorso 3 maggio. Una ballad intima, profonda e parecchio sentita, composta dal rapper avellinese sulla base dei ricordi e delle esperienze che fanno parte del suo bagaglio di vita, tra difficoltà e desiderio di trovare un po’ di serenità. Prima o poi arriva un momento della propria esistenza in cui ci si sente smarriti, persi tra le vie di sentimenti in stallo, situazioni complicate che alla lunga ti portano ad una sorta di apatia, a pensare al passato più che al presente/futuro, un discorso che si addice sia per una relazione di coppia che per qualsiasi altro ambito.

Così, in un semplice e liberatorio “fanculo l’amore” riversiamo le nostri insicurezze, l’amarezza di stati d’animo che ci portano a pensare che nulla possa dipendere da noi, dalle nostre azioni, riprendendo piano piano possesso della lucidità e delle nostre speranze. Un brano importante, dai sani principi e di grande valore, che avrebbe meritato un palco importante come quello dell’Ariston, soprattutto in questo preciso momento storico dove i messaggi dispensati non sempre fanno rima con i buoni sentimenti.

Musicalmente parlando, “Mare di notte” è frutto di un’interessante ricerca sonora sulle pendici della melodia mediterranea, evocando suggestioni tipiche delle produzioni di Pino Daniele, artista al quale Clementino è sempre stato profondamente legato. Una bella canzone, di quelle che ti provocano e lasciano qualcosa, in cui ci si può riconoscere, immedesimare e trarre qualche stimolante riflessione.

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Mare di notte | Video

Mare di notte | Testo

Ma come si fa
a stare così distanti per ore
quando ti pare andiamo a nuotare
nel mare di notte
come si fa a stare così senza parole
dove si va sotto la luna fanculo l’amore

Io ho perso i miei sentimenti che non provo più
come le mie canzoni vecchie sono déjà vu
e quando già da mesi il sesso qui resta un tabù
noi complici distrutti da sta vita senza groove
passatemi dell’erba accendo sotto questa luna
che mi ricorda quando stavamo nell’avventura
di respirare piano e il mare che ci accarezzava
e noi seduti con i piedi nudi sulla prua
arrivi quando meno me l’aspetto e c’amma fa
che fini hai fatto in questi mesi non lo dici mai
mi chiedi perchè non ti seguo più su Instagram
tanto la foto tua l’ho vista già
dicevi che tutti volevano essere come noi
la sintonia nelle parole i gesti grandi e poi
quando ci siam lasciati io ti aspettavo qui
come si fa a stare così

Ma come si fa
a stare così distanti per ore
quando ti pare andiamo a nuotare
nel mare di notte
come si fa a stare così senza parole
dove si va sotto la luna fanculo l’amore

Ricordi scendevo dagli alberi
ma senza sti contati qui
partiti da sta Napoli se va così
che ostacoli sti cuori rotti natomi
tu mi hai colpito e acceso il beat
a tempo come battiti
tra gli animi fantastici
Campari, Gin e Purple Weed
le pause dentro gli autogrill
io che volevo farlo lì
quando ascoltavo tu che ne sai di sto campo di grano
torno al passato ricordo tanti compagni di banco
tu mi stringevi la mano sotto ma non lo diciamo
piango per il latte versato lotto per come parliamo
fotto con chi non odiamo sciolto come surgelato
vuoto tipo nel mio cranio cotto del tuo primo piano

Ma come si fa
a stare così distanti per ore
quando ti pare andiamo a nuotare
nel mare di notte
come si fa a stare così senza parole
dove si va sotto la luna a fare l’amore

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.