giovedì 21 Novembre 2024

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“Domenica”, il manifesto della spensieratezza di Coez – RECENSIONE

Dopo aver inaugurato il 2019 con il singolo “E’ sempre bello”, l’artista campano torna con “Domenica

Si intitola semplicemente Domenica il singolo estivo di Silvano Albanese, meglio noto con lo pseudonimo di Coez, artista che nel corso degli ultimi anni è riuscito ad imporsi sul mercato con il proprio stile schietto e versatile, che contempla i gusti sia del pubblico teen che dei seguaci dell’old school. Il brano, in rotazione radiofonica dallo scorso 26 aprile, rappresenta il secondo estratto dal suo quinto album in studio, intitolato E’ sempre bello, che ha debuttato direttamente al primo posto della classifica FIMI/Gfk, rimanendo tuttora uno dei dischi più streammati di questo 2019.

Se per molti la “Domenica” è associata ai pranzi in famiglia o alla pasta al forno della nonna, per il cantautore campano il senso di questa giornata è molto più profondo. Così scorrono le immagini di bambini spensierati che vanno in in bici senza mani, di statali piene di traffico, dei piedi sul cruscotto, il braccio che penzola fuori dalla macchina, il vento tra i capelli e l’orologio sotto il sole che scotta.

Le sonorità sono molto anni ’80, con le tastiere belle predominanti e l’elettronica ben dosata, il tutto a servizio di una melodia orecchiabile e facilmente canticchiatile, che ben si colloca all’interno del filone indie-pop tanto in voga di questi tempi. Il suo modo di interpretare resta pressoché lo stesso, la sua cifra non viene scomodata, sinceramente non riesco a capire se questo è un bene o un male.

Di sicuro la personalità di Coez è piuttosto ingombrante, al punto da restare impresso nell’ascoltatore e non ricordare nessun altro artista in particolare, d’altra parte il suo modo di cantare risulta simile e non varia a seconda del mood di ogni singola canzone. Sulla poetica, invece, nulla da eccepire, se non che riesce a rievocare le liriche del primissimo Vasco Rossi, d’altronde… che sia lunatica o meno, stiamo parlando pur sempre di “Domenica”, il giorno più amato e spensierato della settimana.

Domenica | Video

Domenica | Testo

Vorrei fosse domenica
andare in bici senza mani
una risata isterica
e sconvolgere i tuoi piani
e volare senz’elica
senz’elica con te
vorrei fosse domenica
niente stadio né partite
una coda patetica
su questa statale andare
volare senz’elica
senz’elica io e te

È come se fossimo bambini
come se fossimo destini
che si corrono accanto
con le mani nel vento
come fosse domenica con te, con te

Vorrei fosse domenica
tu coi piedi sul cruscotto
io il braccio che penzola
l’orologio sotto al sole che scotta
e ripenso alla mia vita senza te
vorrei fosse domenica
e tua madre fosse meno, un po’ meno nevrotica
e tuo padre oggi bevesse soltanto acqua tonica
io e te a ridere

È come se fossimo bambini
come se fossimo destini
che si corrono accanto
(che si corrono accanto)
con le mani nel vento
(con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te

Vorrei fosse domenica
vorrei fosse domenica
e stringi la giornata fra le dita
che tra poco è già finita
così è la vita, così è la vita

È come se fossimo bambini
come se fossimo destini
che si corrono accanto
(che si corrono accanto)
con le mani nel vento
(con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te
come fosse domenica con te
(che si corrono accanto)
con te (con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te

Come fosse domenica con te
(che si corrono accanto)
con te (con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.