Recensione della canzone tormentone dell’ultimo Festival di Sanremo
Dopo un disco di pregevole fattura come I mortali, Colapesce e Dimartino decidono di consacrare la loro proficua collaborazione passando dalla porta principale, ovvero il palco dell’Ariston. Musica leggerissima è il titolo del brano diventato in poco tempo il simbolo dell’ultima edizione di Sanremo, capace di guidare le classifiche di vendita e quelle radiofoniche e di catapultare la coppia di cantautori in una nuova dimensione: quella del mainstream.
Colpapesce e Dimartino non sono certamente gli ultimi arrivati, sono artisti che hanno costruito due carriere importanti partendo dal basso, canzone dopo canzone, live dopo live, contribuendo come autori nella realizzazione di numerose hit degli ultimi anni e arrivando a questo Sanremo con il pezzo giusto nel momento giusto.
Musica leggerissima, contenuta nell’album I mortali2, disponibile da venerdì 19 marzo per 42 Records/Sony Music Italy, è una canzone molto più “impegnata” di quello che il titolo potrebbe far trasparire. La metafora della musica e dell’orchestra viene qui utilizzata per parlare della depressione, con una richiesta esplicita di poter ascoltare musica leggera, dettata dalla voglia di niente. Il duo siciliano (a cui qui la nostra intervista) ha spiegato più volte l’intento di voler “appesantire la musica leggera” e questo pezzo ne è la dimostrazione più lampante.
Solitamente nelle canzoni pop non si parla di certi argomenti, ma Colapesce e Dimartino compiono l’impresa di portare al grande pubblico un brano che si appoggia ad atmosfere leggere parlando di argomenti pesanti. Il suono dei violini come guai che arrivano crescendo e diventando adulti, quello dei tamburi che annunciano un temporale interiore e un maestro che se na va, come un pensiero o una certezza, lasciando l’individuo nel silenzio assordante di un momento di vuoto, ad un passo dal baratro, rappresentato dal buco nero.
Acquista qui il brano |
Musica leggerissima | Testo
Se fosse un’orchestra a parlare per noi
Sarebbe più facile cantarsi un addio
Diventare adulti sarebbe un crescendo
Di violini e guai
I tamburi annunciano un temporale
Il maestro è andato via
Metti un po’ di musica leggera
Perché ho voglia di niente
Anzi leggerissima
Parole senza mistero
Allegre, ma non troppo
Metti un po’ di musica leggera
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Più o meno
Se bastasse un concerto per far nascere un fiore
Tra i palazzi distrutti dalle bombe nemiche
Nel nome di un Dio
Che non esce fuori col temporale
Il maestro è andato via
Metti un po’ di musica leggera
Perché ho voglia di niente
Anzi leggerissima
Parole senza mistero
Allegre, ma non troppo
Metti un po’ di musica leggera
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Rimane in sottofondo
Dentro ai supermercati
La cantano i soldati
I figli alcolizzati
I preti progressisti
La senti nei quartieri assolati
Che rimbomba leggera
Si annida nei pensieri, in palestra
Tiene in piedi una festa anche di merda
Ripensi alla tua vita
Alle cose che hai lasciato
Cadere nello spazio
Della tua indifferenza animale
Metti un po’ di musica leggera
Metti un po’ di musica leggera
Metti un po’ di musica, metti un po’ di musica
Metti un po’ di musica leggera
Metti un po’ di musica leggera
Perché ho voglia di niente
Anzi leggerissima
Parole senza mistero
Allegre, ma non troppo
Metti un po’ di musica leggera
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Più o meno
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