E’ partita anche la fase serale della quindicesima edizione di Amici, il talent show più longevo e di successo della tv italiana. Alla conduzione ovviamente c’è sempre colei che ha creato tutto questo negli anni e che ne è la continua fonte di rinnovamento e miglioramento: Maria de Filippi. Dopo il taglio del nastro di partenza vediamo come si sta presentando questa nuova edizione del talent di Canale 5 dopo due puntate.
L’impressione al primo impatto è quella della solita macchina defilippiana dove tutto funziona alla perfezione alternando musica e spettacolo, canto e ballo, tecnica e sensazioni, ospiti internazionali e nazionali di primo ordine per affiancare e giudicare i talenti che di anno in anno si susseguono su quel palcoscenico. Dopo l’annuncio del fitto cast di stelle della musica (e no solo) scese in campo per questa nuova edizione (ne avevamo parlato qui) le parole si sono concretizzate dimostrando la loro fondatezza o meno nel corso delle prime due puntate del serale.
Emma ed Elisa alla guida della squadra bianca sono sicuramente le due prime donne di questa nuova stagione, ormai esperte del meccanismo e del loro ruolo oltre che delle proprie capacità canore ed artistiche (e anche televisive, diciamolo) sono sempre più saldamente alla guida dei propri ragazzi indirizzandone il percorso e proponendo le cose migliori dal punto di vista delle esibizioni. La friulana è una vera macchina da guerra e dopo la dimostrazione della propria creatività e del grande lavoro fatto lo scorso anno nella costruzione dell’imponente “massiccio The Kolors” quest’anno continua a lavorare su quella rotta: il suo lavoro negli arrangiamenti è palpabile e di vitale importanza nella costruzione delle esibizioni canore non lasciate mai fini a se stesse. Emma è più caciara: s’impappina con le parole, ha sempre con se quella sua dose di sfacciataggine e di scarsa eleganza tipiche della ragazza alla buona divenuta diva quasi a sua insaputa. Le due insieme funzionano costituendo un mix interessante di testa e cuore, tecnica ed impulsività, emozione e grinta che si riflette anche nei ragazzi.
J-Ax e Nek sono, invece, due pesci fuor d’acqua. Ci mettono l’ironia, le rime di Ax e lo sguardo sexy di Filippo ma poi la sostanza è poca rispetto al molto fumo sollevato. Nek è, inevitabilmente, colui sul quale pesa tutto il lavoro (che, però, più di tanto non sembra esserci) mentre, invece, Ax risulta essere quasi un peso per la squadra costretta ad inserire sempre uno spazio appositamente rap per “lo zio” se gli si vuole far fare qualcosa. I ragazzi sembrano essere accompagnati solo fino ad un certo punto nel loro percorso: più avanti non si può andare. Se i bianchi hanno arrangiamenti moderni, di spessore e densi di mille sfaccettature, i blu puntano sull’essenzialità di una base da karaoke o di un pianoforte per un’esibizione “intima”. Non è che forse le idee siano davvero poche e che i due non abbiano ancora capito come poter essere davvero utili ai ragazzi? Forse devono ancora ingranare…
Capitolo giuria è quello forse più poliedrico dell’edizione e quello in cui, forse, Maria ha speso più energie (e qualcosa mi dice che ne dovrà spendere ancora molte per sedare le rivolte…). La Sabrina Ferilli nazionale è definitivamente stata etichettata come “l’ignorante” del gruppo: non ne capisce nulla di canto figuriamoci di quelli che lei chiama “balletti”…e quindi quale ruolo migliore dell’amiccante guardone dei ballerini dai fisici scolpiti con cui chiudersi in una cabina telefonica? Il ruolo le calza a pennello!
Poi ci sono le due prime donne: Loredana Bertè è la solita punk di sempre e lo dimostra dagli abiti alle acconciature fino a quei suoi giudizi che cercano d’individuare dentro i ragazzi l’animo forte che ella per prima possiede ma che poi si scioglie davanti al dolore o ad esibizioni dense d’emozioni. Anna Oxa è la tigre che tutti conoscono: se ne sta buona buona nella sua poltrona parlando solo quando è chiamata in causa e con una gran dose di ambiguità e filosofia fino a quando, stuzzicata, ruggisce. Lei dalla sua ha una carriera invidiabile da chiunque (anzi, diciamo che è quella che lì dentro ha la carriera forse più ricca di successi) e una ricerca non solo musicale ma anche personale che in tutti i modi cerca di trasmettere scontrandosi inevitabilmente con chi non condivide il suo essere così “mistico” (e forse non è un caso che Elisa, probabilmente la più simile alla Oxa, sia stata colei che più apertamente l’ha affrontata fino ad ora). E poi c’è Morgan. O meglio, quell’assurdo showman e genio di Morgan che in queste prime due puntate ha catalizzato l’attenzione su di sé per i suoi giudizi argomentati fino all’esaurimento delle argomentazioni, la poliedricità della sua cultura musicale (e non) e della forza mediatica del suo personaggio.
Tutto funziona alla perfezione: ci sono le storie drammatiche di alcuni ragazzi, gli scontri tra coach che poi si abbracciano per far pace, le lacrime per le critiche e le eliminazioni, i messaggi importanti lanciati con le coreografie dell’inimitabile Giuliano Peparini e i litigi con la giuria (attenzione la Bertè sembra aver lasciato il posto alla Oxa per ora ma durerà ancora per molto?). E i ragazzi? Ecco forse il problema di quest’edizione partita un po’ in sordina dal punto di vista degli ascolti (entrambe le puntate hanno eletto “Amici” il programma più visto del sabato sera ma al di sotto degli standard degli ultimi anni). Il problema è che non c’è nessuno che spicchi davvero, tanti bravi ragazzi che sanno fare il proprio ma nessuno che, per ora, abbia fatto quello scatto rispetto agli altri… Elodie è la voce black tipica di “Amici” (Karima, Alessandra Amoroso, Deborah Iurato vi dicono qualcosa?) affossata dai problemi e che canta il dolore, le storie finite, i ricordi del passato… Le mancano le canzoni giustema potrebbe essere il ritorno del classico pop alla vittoria. La Rua sarebbero la novità dell’anno con il loro stile folk-popolare ma la carenza tecnica del cantante ha il suo contrappeso che fa sì che di loro si parli più per il bacio gay della seconda puntata che per le loro canzoni. Lele è quello con la vocalità più sicura di sé, quello che sa giocare di più musicalmente muovendosi in territori ampi ma è anche quello che appare come la voce di sempre senza un elemento di riconoscibilità abbastanza forte per rimanere sulla cresta dell’onda dopo il primo successo. Dall’altra parte il gigante Sergio è la voce più bella dell’anno ma è racchiuso in esibizioni che non gli rendono giustizia costretto a cantare col freno a mano tirato con Nek (che di black ha davvero poco) o a coprire quel suo stile alla Aretha Franklin che è l’unica cosa che gli renderebbe davvero giustizia. Cristiano è l’ennesimo tentativo fallimentare di inserire un cantautore in un contenitore dove lo spazio per la musica più personale che esista è davvero poco mentre Chiara con quella vocina esile e quella personalità invisibile dà quasi sui nervi mentre canta canzoni che esulano di un millimetro dai propri brani al pianoforte (per esempio l’esibizione con i Modà della seconda puntata dove è uscita tutta la sua fragilità vocale ed interpretativa in un brano per nulla complicato… figuriamoci se si fosse trattato di un brano un gradino più difficile!). Il reparto ballo non lo prendo in considerazione non perché penso sia solo una cornice di questo immenso show (e dico show e non talent per un motivo) ma perché non intendendomene non m’improvviso giurato come qualcuno fa…
Ilario Luisetto
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