giovedì 21 Novembre 2024

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“Tutti matti”, Daniele Silvestri e il concetto di distrazione di massa – RECENSIONE

Dal 5 luglio il nuovo singolo del cantautore romano, estratto dall’album “La terra sotto i piedi

Reduce dal buon piazzamento e dal Premio della Critica ottenuti al Festival di Sanremo 2019 conArgentovivo, per Daniele Silvestri (qui la nostra recente intervista) è tempo di lanciare un nuovo estratto dal suo ultimo album intitolato La terra sotto i piedi, rilasciato lo scorso 3 maggio. “Tutti matti” è il singolo designano per accompagnarci in questa estate, un brano che riflette sia l’animo scanzonato che quello più riflessivo dell’artista, mai banale e sempre molto ispirato a livello narrativo. Ancora una volta il cantautore romano osserva il mondo in maniera autocritica, mettendosi in discussione anche in prima persona (“nemmeno un popolo vigliacco come questo, di cui faccio parte anch’io, doveva consegnarti un mondo così brutto, amore mio”).

Nel testo viene analizzata l’evoluzione tecnologica, sviscerandone i lati negativi, questa sorta di processo di disumanizzazione che ci sta spingendo ad omologarci (“il trucco sopra i difetti e tutto per somigliare, per non sembrare diversi”), quasi come a voler a tutti i costi rifugiarci in una dimensione parallela, per la paura di prendere in mano le redini del gioco e il timore di affrontare la nostra vita reale (“i telefoni sono specchi, ma solo se sono spenti, per questo ricaricare è fondamentale, non pensi? Per non rischiare di vedersi tristi”).

In questo clima di somma distrazione e di enorme futilità, un barlume di speranza si accende nell’inciso (“ma tu non sei così, ancora no, non sei così, nemmeno un po”), sottolineando l’importanza di chi riesce     a dare ancora un valore alle cose, perché un piatto è importante che sia appetitoso e non fotogenico. Forse sì, ha ragione Daniele Silvestri, stiamo diventando un po’ Tutti matti perché perdiamo costantemente il contatto con ciò che ci circonda e, spesso e volentieri, anche con la terra sotto i nostri piedi, concentrandoci più su quella che tendiamo a creare con le nostre dita.

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Tutti matti | Video

Tutti matti | Testo

Ti sembrano tutti matti
ti sembrano tutti matti
e allora li lasci fare
li lasci stare
li lasci
ti sembrano tutti falsi
ti sembrano tutti persi
a furia di farsi male
di farsi male, di farsi
le case come confetti
il trucco sopra i difetti
e tutto per somigliare
per non sembrare diversi
i telefoni sono specchi
ma solo se sono spenti
per questo ricaricare
è fondamentale, non pensi?
per non rischiare di vedersi tristi

Ma tu non sei così
no, no, non sei così
tu non sei così
ancora no, non sei così
nemmeno un po’

Il suono di te che ridi
non entra in nessuna foto
o il fatto stesso che quando arrivi
non c’è più il primo accesso
e mi sembrano tutti matti
quelli intorno così distratti
dovrebbero innamorarsi
solo a guardarti

Perché tu non sei così
tu non sei così
no, no, tu non sei così
ancora no, non sei così
nemmeno un po’

Nemmeno un popolo vigliacco come questo
di cui faccio parte anch’io
doveva consegnarti un mondo così brutto, amore mio
e mi vergogno di quest’aria che anche tu respirerai
e temo il giorno in cui crescendo mi dirai

Tu non sei così
(tu non sei così)
tu non sei così
(non sei così)
no, tu non sei così
(tu non sei così)
non sei così
(non sei così)
tu non sei così
nemmeno un po’

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.