Le parole che contano nell’era digitale: un viaggio tra i cantautori della Gen Z e oltre, alla scoperta della bellezza nascosta nelle canzoni degli ultimi anni. A cura di Sara Garlaschelli
“Dillo con una canzone” è una rubrica dedicata a chi crede ancora nel potere delle parole, anche in un’epoca digitale che sembra prediligere la velocità all’essenza. Sara Garlaschelli ci guiderà in un viaggio tra i cantautori del nuovo millennio, esplorando le loro opere.
In un mondo sovraffollato e pieno di rumore, scavando con attenzione si possono trovare autentici gioielli: storie, emozioni e bellezze nascoste nelle canzoni di oggi, che sanno ancora parlare al cuore, attraverso concetti ed emozioni che non passeranno mai di moda.
Dillo con una canzone: “Le cose che ho fatto per piacerti” di Ariete
Essere noi stessi è la missione più grande. Proteggere il sé, l’identità propria, i valori e il credo fondante della personalità è difficile, nel 2024. Difficilissimo, nell’era digitale.
Omologarsi agli altri è annientare l’io, pratica nemica dell’amor proprio e dell’autostima.Se questo avviene per “amore”, è intimamente distruttivo.
“Le cose che ho fatto per piacerti” è un brano di Ariete, al secolo Arianna del Giaccio, sesta traccia dell’album “La notte” del 2023. Cantautrice e compositrice italiana, classe 2002, Ariete nasce ad Anzio e inizia giovanissima il suo viaggio musicale. La chitarra, il piano, poi la penna e la voce fresca, i suoi pensieri lungo le note, le sue paure condivise.
“La notte” è un album evocativo di un momento di passaggio – la strada verso il mondo “dei grandi” di una giovane ventenne – attraverso timori, domande, errori ed un “Mare di guai”. La notte porta consiglio, ma indirizza il pensiero alle cose rotte. Snaturarsi per piacere è la riflessione in musica del brano di oggi. Indossare una veste che non ci appartiene per compiacere l’altro è tendenza subdola, sinuosa, che tutti, più o meno forte, viviamo sulla pelle almeno una volta nella vita.
“Per piacerti, ho cambiato colore di tutta la casa.
Ho tagliato i capelli alla giusta lunghezza.
Ho comprato un profumo più buono dell’altro.
Ho ascoltato la musica che non mi piaceva”.
Per finire, inconsapevolmente, a sentire che “per piacerti, non mi piaevo più.” Per piacerti, son diventata quello che non sono. Perdendomi.
Ariete si riferisce a una storia d’amore, eppure questa spinta a “ridisegnarsi” per attrarre l’altro a sé,per desiderio di accettazione, è generalizzabile a tanti rapporti, dal gruppo di coetanei all’ambiente famigliare, dal contesto lavorativo alla società intera. Tutti vogliamo piacere, camaleontici ci adattiamo alle aspettative altrui. A volte, fino a dimenticare chi siamo.
Michela Marzano – filosofa, docente e scrittrice italiana – nel libro “Cosa fare delle nostre ferite?” propone a ognuno di noi un percorso volto a conquistare un piccolo (ma solido) spazio di “certezze” interiori, su cui fare affidamento sempre, da non esporre a repentaglio. Marzano scrive: “Ho imparato ad accettare la mia stessa alterità, quell’alterità che, per anni, non ero stata capace di riconoscere e accogliere, che mi aveva fatto talmente paura che avevo preferito negarla.” Magari tagliandosi i capelli, magari cambiando colore alla casa.
Sara Garlaschelli
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