lunedì 16 Settembre 2024

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Dillo con una canzone: “Pastello bianco” dei Pinguini Tattici Nucleari

Le parole che contano nell’era digitale: un viaggio tra i cantautori della Gen Z e oltre, alla scoperta della bellezza nascosta nelle canzoni degli ultimi anni. A cura di Sara Garlaschelli

“Dillo con una canzone” è una rubrica dedicata a chi crede ancora nel potere delle parole, anche in un’epoca digitale che sembra prediligere la velocità all’essenza. Sara Garlaschelli ci guiderà in un viaggio tra i cantautori del nuovo millennio, esplorando le loro opere.

In un mondo sovraffollato e pieno di rumore, scavando con attenzione si possono trovare autentici gioielli: storie, emozioni e bellezze nascoste nelle canzoni di oggi, che sanno ancora parlare al cuore, attraverso concetti ed emozioni che non passeranno mai di moda.

Dillo con una canzone: “Pastello bianco” dei Pinguini Tattici Nucleari

Per ogni “per sempre” c’è un grande amore che finisce. Il punto di non ritorno, spesso preceduto da ostacoli (provocano cadute e ricadute), è l’ultima tappa di storie che hanno perso la meta. Momento doloroso, coraggioso, alle volte dovuto, per certo formativo.
Vissuta intensamente ad ogni età e grado di coinvolgimento, l’ultima pagina lascia una scia dietro sé di ricordi, rituali, domande e oggetti sparsi qua e là.

I Pinguini Tattici Nucleari sono un gruppo bergamasco che canta di giovani, amato anche dai grandi. Raccontano l’amore e l’accettazione di sé, in uno slalom di reference che balla sulla linea del tempo, dagli anni ’80 al nostro presente. “Pastello Bianco” è un pezzo publicato il 17 settembre 2021, quarto estratto dell’EP “Ahia!”, una ballad piano, voce, archi e chitarre. Un brano che ci prende per mano e accompagna in un viaggio fra ciò che ha reso tale una prima, forte, storia d’amore.

“E scrivevo tutti i miei segreti col pastello bianco sul diario, speravo che venissi a colorarli..” Ma che cos’è questo Pastello Bianco? Un ponte, nascosto, fra cuore e verbo. Risponde all’umanissima urgenza emotiva di esprimere l’amore, in tutte le sue forme, attraverso le parole. “Bianco su nero”, si direbbe. “Bianco su bianco”, ribatte Zanotti.

Una spirale di non-detti, spesso genesi di incomprensioni, quella in cui scivolano i protagonisti (che si conoscono bene, “dalla prima elementare”). “Mi chiedi come sto e non te lo dirò, il nostro vecchio gioco era di non parlare mai”… sembra suggerirci risieda proprio qui, l’origine del loro non ritorno.

Un gioco senza regole né vincitori, arbitrato dall’orgoglio. Lo stesso che spinge a negare il pianto, debolezza da eliminare, altro non è che “un’illusione ottica”, un “mare negli occhi” da togliere presto. Eppure, conoscersi. Cresciuti insieme, accogliendosi a vicenda, stretta in mano una Coca-Cola ed una “tisana thai”.

É forte il dolore di lasciarsi andare, ma è viva una gratitudine, accesa, verso ciò che è stato. Fra i tanti ricordi alcuni sbiadiranno, destinati a lasciarre il loro spazio a dei nuovi. Resteranno, invece, dei memorandum di quel “noi” in forma intima, un canto stonato sotto la doccia, la segreta password del Wi-Fi, la differenza fra le ciliegie e le amarene.

Riascolta “Pastello bianco” dei Pinguini Tattici Nucleari

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Sara Garlaschelli

Classe 2001, gusto anni ‘80. Conduttrice e autrice radiofonica, collaboratrice giornalistica, laureata in Comunicazione, Innovazione e Multimedialità. Penna della newsletter settimanale “SaraCinesca” su Substack. Quando non scrive, pensa a cosa scrivere.