A tu per tu con il deejay vicentino classe ’87, in uscita con il nuovo singolo realizzato con Cristina D’Avena e Amedeo Preziosi
Si intitola “Musica da giostra Vol. 7” il nuovo album di Matteo Schiavo, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dj Matrix, uno dei disc jockey più amati dal popolo della notte e più seguiti dall’esercito del web. Possiamo considerarlo un giovane veterano, se rapportiamo l’età alle molteplici esperienze, alle collaborazioni, ai palchi e agli anni di attività alle spalle. “Faccio la brava” è il singolo scelto per anticipare questo lavoro, un brano impreziosito dalla presenza di Cristina D’Avena (qui la nostra ultima intervista) e Amedeo Preziosi (qui la nostra recente intervista), un brano che ci aiuta ad assaporare un pizzico di normalità e di spensieratezza in questa strana e particolare estate.
Ciao Matteo, bentrovato. Partirei dal singolo “Faccio la brava”, che sapore ha per te questo pezzo?
«Innanzitutto è un onore per me aver coinvolto Cristina D’Avena in questo progetto, perché l’ho sempre legata alla musica dance. Trovo che il mio pubblico e il suo siano molto simili, quelli che ascoltano oggi questo genere sono gli stessi che guardavano da bambini i cartoni animati. Per cui, questo pezzo ha un sapore veramente figo, non saprei come altro definirlo, perché per me rappresenta un sogno che si è realizzato».
Nella nostra precedente chiacchierata avevamo parlato proprio di Cristina, io stesso ti avevo suggerito e spronato a coinvolgerla in un pezzo. Mi incuriosisce chiederti come ti sei trovato a lavorare con lei e che persona hai trovato?
«Ho trovato una persona più avanti di me, superattiva, sul pezzo, una gran lavoratrice, si è subito buttata a fare video su Tik Tok, una vera perfezionista. Penso di non aver mai visto una persona che è entrata in un social network riscuotendo un successo del genere così rapidamente. E’ una persona che sa osare e mettersi in gioco, che sa divertire e sa divertirsi».
Con Amedeo il sodalizio prosegue ormai da tempo, quali sono i punti di contatto che vi spingono a creare tanta musica insieme?
«Secondo me Amedeo non è uno youtuber, bensì un cantante a tutti gli effetti, un musicista consolidato, ha usato YouTube per poter raggiungere del pubblico. Scrive molto bene, per me è un talento puro che ha avuto bisogno di usare il web per arrivare senza talent o programmi tv, quindi è un grande stratega e un grande artista».
“Faccio la brava” sta ottenendo degli ottimi risultati su tutte le piattaforme, te l’aspettavi questa accoglienza?
«In realtà no, ripeto, mi ha stupito Cristina, il pubblico di Tik Tok l’ha accolta e l’ha amata sin dal primo video, si è calata completamente in questo progetto e gran parte del merito è suo e di Amedeo, io sono veramente di passaggio, raccolgo gli streaming ma non riesco ad essere tanto social, ho provato a buttarmici ma non è il mio mestiere».
Beh, in realtà ti sei occupato del pezzo e non è poco. Com’è nato esattamente?
«Ti dico la verità, è nata prima l’idea di poter realizzare qualcosa con Cristina, da lì ho sviluppato parecchi pezzi, glieli ho proposti e lei ha voluto osare scegliendo proprio questo».
Un brano del genere, pubblicato in questo periodo dell’anno, in automatico entra a far parte di quello che è considerato il campionato dei tormentoni estivi, qual è l’obiettivo stagionale che ti piacerebbe raggiungere con questo pezzo?
«Guarda, in realtà non gli ho dato un risvolto estivo come testo, infatti penso sia l’unico pezzo uscito in questo periodo che non ha all’interno la parola estate o vari riferimenti a questa stagione. Personalmente penso che possa trovare la sua giusta dimensione quando riapriranno le discoteche, perché lo considero un disco da battaglia, nel senso che viene scoperto e apprezzato dal vivo nei club. Non fa parte del giro delle playlist, non passa nelle grandi radio, bensì è uno di questi brani che fa il proprio corso attraverso i live. Diciamo che i club avevano bisogno di “Faccio la brava” e “Faccio la brava” ha bisogno dei club, questo è un po’ il mio punto di vista a riguardo. Penso possa essere un pezzo a lunga durata, magari un evergreen, diciamo che lo considero un diesel, deve ancora carburare e partire come si deve».
Questa sarà sicuramente un’estate diversa, tu personalmente come te la immagini?
«Beh, meglio di quello che mi aspettavo in febbraio, l’impressione era che andasse più per le lunghe e che non ci fosse alcuno spiraglio per noi lavoratori dello spettacolo. Onestamente penso che tutto quello che arriverà sarà una specie di regalo, con quello che abbiamo vissuto bisogna andarci cauti. Lo Stato ha un po’ dimenticato il mondo della notte e il mondo della musica, ma sono anche consapevole che abbia tanti mal di testa, problemi e situazioni a cui pensare. Appoggio il fatto che il Governo debba aiutare, ma non forzo la mano su un ritorno immediato».
A tal proposito sono stati fatti tanti appelli in favore di tutta la categoria dei lavoratori dello spettacolo, riferendomi in particolare al tuo settore, ai live, alle discoteche e ai club, come pensi ne uscirà l’industria del divertimento dalle conseguenze del Covid?
«Sinceramente ho molta paura, mi hanno spaventato alcune dinamiche di come si è sviluppata questa cosa, sento odore di una situazione che possa diventare permanente, naturalmente spero di sbagliarmi, diciamo che ce l’hanno fatta annusare così. Ho letto una frase che mi è piaciuta molto: “Non abituiamoci a una nuova normalità ma recuperiamo le vecchie abitudini”, io sono del parere di ripartire quando si potrà farlo completamente con le nostre vecchie abitudini, a metà o con una nuova normalità non lo trovo lungimirante».
“Faccio la brava” ha anticipato l’uscita di “Musica da giostra Vol.7”, a livello di attrazioni cosa hai voluto aggiungere a questo luna park in questo nuovo capitolo della saga?
«Partiamo dal presupposto che il disco doveva essere completamente diverso, perché comunque incitava assembramenti, feste e casino. Praticamente mi sono ritrovato a dover riscrivere un album in tre mesi, spiazzato da quanto accaduto. Fondamentalmente ho coinvolto la gente che poteva lavorare da casa, molte altre produzioni sono state sospese, diciamo che sono già pronto per il volume 8, dove ci saranno delle grosse collaborazioni. Diciamo che è una situazione generale, perché ho ascoltato alcuni dischi estivi di altri artisti che dovevano uscire quest’anno e che sono stati posticipati all’anno prossimo».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica? A chi si rivolge questo disco?
«Intanto ai fedelissimi del disco fisico, infatti abbiamo fatto circa 3.000 cd in pre-order, numeri che non esistono praticamente più. Diciamo che la fascia a cui si rivolge la mia musica è 18-30, alle persone che non hanno pregiudizi, che non seguono un determinato genere musicale o la tendenza del momento. Non essendo mai stati di moda, praticamente, non andremo mai fuori moda».
Nico Donvito
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