Recensione del nuovo singolo di Elisa
“Tienimi su quando sto per cadere, tu siediti qui. parlami ancora se non ho parole” è così che inizia la nuova poesia musicale irrinunciabile ed imperdibile di Elisa.
Anche fragile, questo il titolo del singolo del nuovo estratto radiofonico tratto da Diari aperti (qui la nostra recensione), è un inno alla forza, al coraggio di sapersi dichiarare fragili, deboli ed indifesi di fronte alla vita e ai problemi che essa pone a ciascuno. La cosa spettacolare, però, sta nel modo in cui questo messaggio viene espresso: un intesa ballata orchestrale che fa dell’emotività il proprio punto di forza, che rende naturale quel tirare un sospiro nel momento in cui l’emozione tocca il proprio apice, che induce l’ascoltatore a volersi quasi scrollare di dosso le lacrime che scendono scroscianti di fronte al proprio ritratto fatto canzone.
“Sai quando ti dico che va tutto bene così, e perdonami, sono forte si ma poi sono anche fragile”. La Toffoli tira fuori così la sua ennesima perla musicale, una nuova canzone capace di rendere onore alla sua scrittura, alla sua pluriventennale carriera e alla sua carica interpretativa degna del successo collezionato. Non occorrono urla o cariche esplosive all’interno dell’arrangiamento, non sono necessarie le tastiere dell’indie contemporaneo o le parolacce proibite della trap: la canzone viaggia su di un binario parallelo a tutto questo e si rivela essere semplicemente magica.
Elisa si dimostra così la solita fuoriclasse, la cantautrice italiana che più di ogni altra riesce a conferire ad ogni sua realizzazione quell’aurea di trasparenza e leggerezza riconoscibile e rintracciabile a primo ascolto. Anche fragile è uno di quei brani che senza troppo pensarci si colloca a meraviglia all’interno di un repertorio acustico, di cui il pianoforte la fa da padrone insieme agli archi, in cui stanno sempreverdi della musica italiana come Dancing o Qualcosa che non c’è. Un’orchestrazione classica, dei suoni reali, concreti e voluminosi avvolgono l’atmosfera e la rendono sospesa, ultraterrena ricordando che tutto ciò si adagia sull’invito a “piangiamo insieme che non piangi mai, mai…” perchè la giusta ricetta è quella che vuole che “ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre ma non basta mai, mai”.
Ilario Luisetto
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