Recensione del nuovo album d’inediti della cantante salentina
Fortuna. Fortuna come un buon auspicio, certo, ma anche, e soprattutto, Fortuna come gratitudine verso la vita ed i suoi regali che in questi anni sono capitati tra le mani di Emma perchè, lo sappiamo, non sempre il talento e la determinazione bastano per fare quello che si desidera, a volta ci vuole anche un po’ di fortuna, per l’appunto. E la cantante salentina se lo ricorda bene e, gioco del destino, lo ricorda ai propri fan mentre spegne le candeline dei 10 anni di carriera e vince l’ennesima sfida personale con la vita che, altre volte, invece dei regali ti dona qualche batosta.
Emma rimane Emma e presta la propria voce ai temi e alle parole che spesso ha cantato in questi anni ma stavolta lo fa con uno spirito forse nuovo, più leggero e spensierato. Uno spirito che si legge fin da subito dalla title track Fortuna in cui il testo racchiude tutta la vera essenza della cantante salentina che, non a caso, firma in solitudine la parte testuale del pezzo dicendo: “più di dicono male e più mi va bene”. I suoni si fanno elettronici spingendosi ancora oltre rispetto alle ultime tendenze che Emma aveva sperimentato in alcuni episodi dei suoi ultimi lavori ed è proprio questa caratteristica a differenziare sostanzialmente questo album dai precedenti.
Emma, all’inerno dell’album, torna come autrice anche per altri due episodi: Alibi, dove l’ambiente sonoro viene estremizzato a favore dei sintetizzatori, della distorsione musicale e di un tappeto di tastiere che rendono il tutto meccanico ed in contrapposizione ad una voce autentica e carnale che racconta la fine inesorabile di una relazione, e Dimmelo veramente, in cui la quotidiana superficialità delle relazioni viene superata dalla voglia di scoprirsi vicendevolmente nel profondo.
Tra tutti gli episodi spicca, ovviamente, l’energia di Io sono bella che racchiude anche la firma più prestigiosa dell’intero lavoro, ovvero quella di Vasco Rossi che con Gaetano Curreri degli Stadio, Gerardo Pulli e Piero Romitelli tira fuori una lode al genere femminile, alla propria autostima, alla felicità di scoprirsi indipendenti e capaci di sentirsi unici o, più semplicemente, belli.
Energia è la parola chiave di quasi l’intero progetto che presenta, in primo piano, la volontà di farsi sentire forte, deciso ed immediato nei propri messaggi. L’amore è il tema di tutto quasi per ricordare che tutto nella vita è riconducibile al sentimento del cuore come giustamente s’impone Manifesto che a gran voce dice, anche con dinamiche che strizzano nuovamente l’occhio al parlato, “si all’amore”. Anche un amore che si conclude viene proposto sotto la chiave dell’energia e delle sperimentazione sonora come avviene in Quando l’amore finisce che gioca con intelligenza con le tastiere in perfetto stile Dario Faini che il pezzo lo produce. Questo nuovo modo di cantare schietto, decisamente più vicino anche al linguaggio della dinamica del rap e particolarmente attento soprattutto a dare corpo all’arrangiamento piuttosto che al tono vocale si evidenzia anche in brani come Succede che, che potrebbe derivare tranquillamente da una penna come quella di Tommaso Paradiso per come punta particolarmente su di una ritmica sintetica, e Stupenda allegria, in cui è, invece, l’amore si piega al suono di una chitarra che lascia, poi, il posto ad un inciso più ricco musicalmente e sempre particolarmente orecchiabile.
Elisa interviene per scrivere Mascara che gioca in levare sulle doppie voci e sui cori sparsi per tutta la durata di un brano che non rinuncia alla volontà di continuare a confrontarsi con nuovi mondi e nuovi linguaggi musicali sempre pronti a mischiarsi al pop. Corri rappresenta la gemma di questa sperimentazione: grazie alla penna ispiratissima di Daniele Magro la cantante salentina ha l’opportunità di confrontarsi con un brano intenso, arrangiato e prodotto alla meraviglia all’interno dell’universo ritmico.
Non mancano, ovviamente, le ballate che, però, non ricadono mai nè nella banalità testuale delle storie d’amore struggenti nè nella classica struttura musicale dell’arrangiamento agli anni ’90. La gemma è indiscutibilmente rappresentata da Luci blu in cui la voce della cantante salentina si mette al servizio di una canzone che gioca le proprie carte sfruttando la delicatezza di un amore che vuole proteggere il proprio amato da ogni pericolo del mondo per tutelare l’essenza del “noi” che, quasi, vorrebbe isolarsi da tutto il resto per sopravvivere in un eterno abbraccio. C’è tempo per pensare anche a I grandi progetti che ogni vita, dentro di sè, conserva per “provare ad essere quello che vogliamo essere, amare quelli che vogliamo amare, fare tutto quello che mi fa sentire bene”.
A concludere il viaggio sono due ispratissime ballate: Basti solo tu, la più classica tra le tracce proposte in questo disco ma anche una delle più immediate e spendibili per la sua capacità di raccontare con verità un amore che basta per riempire l’intero senso di una vita, e A mano disarmata, in cui la firma di Giovanni Caccamo torna a mettersi a disposizione della voce di Emma per raccontare una storia come fosse un film che con cautela parte dal presentare lo scenario e che, dopo lo svolgimento della propria trama, si concede un lungo tappeto musicale conclusivo che accompagni il pubblico al di fuori di questo lavoro come quando si esce felici dalla sala del cinema.
Quattordici tracce sono tante, tantissime per un disco del 2019 eppure ascoltando Fortuna si ha la sensazione che non si avrebbe potuto fare a meno di niente, di nemmeno una di queste canzoni e non perchè ognuna di esse sia una hit o un sicuro successo ma perchè, cosa più importante, ognuna di esse fa parte di un racconto che, senza un suo pezzo, risulterebbe incomprensibile a chiunque. Al contrario di quello che ci si aspetterebbe, forse, manca la canzone manifesto, quella canzone che sia davvero capace di passare alla storia come la canzone di questo disco. Eppure nemmeno questa è una novità per Emma che negli ultimi anni non è mai riuscita, o forse non ha mai voluto, basare i suoi dischi su di una sola canzone che, per propria natura, non può esaurire da sola il racconto. Emma ha voglia di raccontarsi e per farlo sceglie la sincerità, la verità, la pienezza e non per forza la moda, il suono o il tormentone.
Migliori tracce | Fortuna / Luci blu / Corri / A mano disarmata
Voto complessivo | 8.3/10
Tracklist |
- Fortuna
[Emma – Dario Faini, Vanni Casagrande] - Io sono bella
[Vasco Rossi – Gaetano Curreri, Gerardo Pulli, Piero Romitelli] - Stupida allegria
[Dario Fiani, Franco 126, Giovanni De Cataldo] - Luci blu
[Simone Cremonini – Davide Simonetta, Simone Cremonini] - Quando l’amore finisce
[Maurizio Carucci – Dario Faini, Maurizio Carucci] - Alibi
[Emma – Dario Faini, Vanni Casagrande] - Mascara
[Elisa, Davide Petrella – Elisa] - I grandi progetti
[Dario Faini, Diego Mancino] - Manifesto
[Giulia Anania, Marta Venturini] - Succede che
[Alex Andrea Germanò – Katoo] - Dimmelo veramente
[Emma, Antonio Di Martino, Gianclaudia Franchini – G. Franchini, A. Di Martino, Daniele Dezi, Daniele Mungai] - Corri
[Daniele Magro] - Basti solo tu
[Amara – Antonio Maggio] - A mano disarmata
[Giovanni Caccamo, Lorenzo Vizzini – Placido Salomone, Giovanni Caccamo, Lorenzo Vizzini]
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Ilario Luisetto
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