La storia della kermesse canora europea: viaggio nel decennio che porterà una ventata di aria fresca per la manifestazione
Dopo aver ripercorso quanto accaduto negli anni anni ’50, anni ’60 e anni ’70, prosegue il nostro viaggio nella storia dell’Eurofestival, o come lo conosciamo oggi Eurovision Song Contest. Le prime ventiquattro edizioni hanno visto trionfare cinque volte la Francia, quattro volte il Lussemburgo e i Paesi Bassi, tre volte il Regno Unito, due volte la Spagna e Israele, una volta la Svizzera, l’Irlanda, la Danimarca, il Principato di Monaco, l’Austria, la Svezia e la nostra Italia. Il nostro viaggio prosegue dagli anni ’80, un decennio segnato dall’ innovazione che porterà una ventata d’aria fresca per la manifestazione.
1980: mister Eurovision
La venticinquesima edizione della kermesse ha sede nei Paesi Bassi, di nuovo a L’Aia, dopo il forfait di Israele che si rifiuta di ospitare l’evento per il secondo anno consecutivo. Diciannove stati in concorso, si ritira il Principato di Monaco e partecipa per l’unica volta nella storia il Marocco. Per l’Italia gareggia Alan Sorrenti, reduce dal grande successo di “Figli delle stelle” e “Tu sei l’unica donna per me”, con un altro brano che ottiene un buon successo commerciale, intitolato “Non so che darei”. Il risultato? Grandi vendite in patria, ma soltanto il sesto posto in territorio europeo. Sul gradino più alto del podio si afferma “What’s another year” dell’irlandese Johnny Logan, soprannominato “Mister Eurovision” poiché è l’unico artista ad aver vinto due volte la manifestazione europea. Infatti, ne riparleremo più avanti in questo stesso articolo.
1981: l’Italia diserta
Dieci anni dopo il precedente soggiorno irlandese, la kermesse torna a Dublino. Per la prima volta dalla nascita dell’Eurovision, l’Italia si ritira e non partecipa al concorso. La causa? Il presunto basso interesse del pubblico nei confronti dell’evento. L’edizione è vinta dal Regno Unito, che si aggiudica il quarto titolo con “Making your mind” dei Bucks Fizz.
1982: primato tedesco
La ventisettesima edizione del Festival torna in territorio inglese, più precisamente a Harrogate, una cittadina del North Yorkshire. Oltre all’Italia, assente per il secondo anno consecutivo, non prendono parte alla kermesse anche la Francia e la Grecia. Ad aggiudicarsi il titolo finale è per la prima volta la Germania Ovest con “Ein bißchen Frieden”, eseguito dalla cantante Nicole in ben quattro lingue: tedesco, francese, inglese e olandese.
1983: la cinquina del Lussemburgo
L’Eurovision si svolge per la prima volta in Germania, Monaco di Baviera è la location designata. L’Italia torna in gara dopo il biennio sabbatico, per l’occasione viene scelto come rappresentante Riccardo Fogli, che ci classifica all’undicesimo posto con “Per Lucia”. Vince la favorita della vigilia, ovvero Corinne Hermes, rappresentante lussemburghese, con il brano “Si la vie est cadeau”.
1984: la volta della coppia Alice-Battiato
Dopo aver raggiunto quota cinque titoli come la Francia, la manifestazione ha nuovamente luogo in Lussemburgo. L’Italia gareggia con Alice e Franco Battiato, vincitori del concorso “Azzurro 1983”, classificandosi al quinto posto con la canzone “I treni di Tozeur”. A trionfare è il trio svedese degli Herreys con la canzone “Diggi-Loo Diggi-Ley”. Dieci anni dopo gli Abba, la kermesse torna in Scandinavia.
1985: il titolo resta nella stessa penisola
La trentesima edizione dell’Eurovision è organizzata per la seconda volta dalla Svezia, che sceglie Göteborg come città ospitante. Per l’Italia scendono nuovamente in campo Al Bano e Romina Power, a nove anni dalla loro precedente partecipazioni. La loro “Magic, oh Magic” si classifica al settimo posto, mentre svetta per la prima volta in prima posizione la Norvegia, con la canzone “La det swinge” interpretata dal duo vocale dalle Bobbysocks.
1986: l’Italia assente ingiustificata
La manifestazione trasloca di circa 750 km, dalla Svezia alla Norvegia, più precisamente a Bergen, la città più a nord ad aver ospitato la kermesse. Per motivi interni, l’Italia sceglie di non prendere parte al concorso. A vincere è comunque una cantante di origine italiana, ma con passaporto belga: Sandra Kimcon la canzone “J’aime la vie”. Con i suoi tredici anni d’età, resterà nella storia come la cantante più giovane ad aver trionfato all’Eurovision.
1987: gente di mare che se ne va
La vittoria del Belgio permette a Bruxelles di ospitare la manifestazione. In gara ci sono ventidue Paesi, tornano la Grecia e l’Italia, quest’ultima rappresentata da Umberto Tozzi e Raf, che si classificano al terzo posto con la celeberrima “Gente di mare”. Ad aggiudicarsi il titolo, proprio come dicevamo all’inizio, è per la seconda volta l’irlandese Johnny Logan, l’unico nella storia ad aver vinto per due volte la manifestazione, con la canzone “Hold me now”.
1988: una sconosciuta futura stella
Il trionfo di “Mister Eurovision” riporta il concorso in Irlanda, più precisamente a Dublino, dopo sette anni di assenza. L’Italia partecipa con Luca Barbarossa, che si piazza dodicesimo posto con “Ti scrivo”. Ad imporsi al primo posto è una giovane ragazza, all’epoca sconosciuta, che di lì a poco si appresterà a conquistare il mondo con la sua voce e la sua eleganza: Céline Dion. La cantante canadese vince in rappresentanza della svizzera con la canzone “Ne partez pas sans moi”, battendo di un solo punto lo scozzese Scott Fitzgerlad con “Go”. Da segnalare la presenza di un’altra potentissima ugola, ovvero Lara Fabian in gara per il Lussemburgo con “Croire”, che chiuderà la serata al quarto posto.
1989: il vento sta per cambiare
A trentaquattro anni dalla prima storica edizione, l’Eurovision torna in Svizzera, questa volta a Losanna. A sorpresa vince la Jugoslavia con “Rock me” dei Riva, mentre l’Italia gareggia nuovamente in duo con la coppia formata da Anna Oxa e Fausto Leali, già vincitori di Sanremo dello stesso anno con “Ti lascerò”. La loro canzone “Avrei voluto” si piazza soltanto al nono posto, ma il vento sta davvero per cambiare. Appuntamento al prossimo episodio.
Nico Donvito
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