Recensione del brano portato in gara al Festival di Sanremo 2021
Essere giovani musicalmente è impresa difficile da realizzarsi. Soprattutto se ci si trova impegnati con la lingua italiana, con il palco più storico che disponiamo e con un periodo di grande fremito creativo che, di fatto, ha già riempito quasi tutte le caselle del creabile. Gaia ha provato a vincere questa sfida proponendosi con Cuore amaro, un brano che fa della contemporaneità la propria linfa pur avendo dovuto fare i conti con la cornice del Festival di Sanremo.
Questa ricerca della giovinezza musicale viene assicurata e raggiunta grazie il rinnovamento dell’utilizzo di dinamiche e suoni esteri ben integrati all’immaginario nostrano. Le radici sudamericane di Gaia si esprimono perfettamente in una melodia particolarmente intinta del carattere latino. Dinamicamente la scelta risulta vincente proprio nel momento in cui l’arrangiamento riesce a rivelarsi coerente ma poco invasivo a livello di suono. E proprio su questo aspetto Gaia si garantisce un’idea di attualità vincente assecondando quell’istinto di minimalismo apparente che le produzioni sonore più innovative stanno proponendo internazionalmente.
Questa pulizia di suoni per la ricerca di un’essenzialità primitiva (ma non banale) si riflette, poi, anche nel lato testuale del pezzo dove il racconto si fa coerente con questa scelta. Gaia (a cui qui la nostra intervista) si concede, quindi, un salto nel proprio mondo musicale di riferimento senza pensare di doverlo cambiare per piacere o assecondare le esigenze. Anzi, la forza di questa ‘Cuore amaro’ è proprio quella che permette a Gaia di riuscire a far adattare le esigenze esterne alla propria personalità artistica. O al DNA di una canzone leggera, radiofonica, immediata ed internazionale nella sua costruzione sonora.
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Testo | Cuore amaro
Fedele ai miei sogni
Senza paura poi di cadere
Fedele ai ricordi
Ricadere
Benedico gli errori più grandi
Perché ho fatto di peggio più tardi
Io volevo soltanto portarmi
La giungla tra questi palazzi
Sotto una lacrima che bagna tutta la città
Strada di arterie che ritorna da me
Ma il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Mani, radici, sole sulla schiena
Parole, pioggia che mi disseta
A volte mi sveglio la sera
E strappo pensieri di seta
Foglia nuda per strada
Luna chiara, nirvana
Quella che ho dentro è una notte lontana
Quella di chi non sa tornare a casa
Sotto una lacrima che bagna tutta la città
Strada di arterie che ritorna da me
Ma il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Sa di un giorno lontano questo cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Il mio cuore è amaro
È un disordine raro
Sa di un giorno lontano questo cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Anche se mi resta
Sulla pelle l’ultima
Goccia di tempesta
Ormai non mi interessa
Se il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Il mio cuore amaro
Un disordine raro
Sa di un giorno lontano questo cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Ilario Luisetto
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