giovedì 5 Dicembre 2024

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Giulia Mutti: “Racconto l’estate dal mio punto di vista” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista toscana classe ’93, disponibile in radio e nei digital store con “L’estate con me”

Tempo di nuova musica per Giulia Mutti, giovane cantautrice che abbiamo il piacere di ritrovare dopo averla incontrata alla vigilia della sua partecipazione a Sanremo Giovani, in gara con il brano “Almeno tre”,  e in occasione della pubblicazione dell’Ep “Le favorite vol.1”. Si intitola “L’estate con me” (qui la nostra recensione) la canzone scelta per accompagnarci in questa calda stagione, una proposta originale sia dal punto di vista musicale che a livello testuale, risuonando fresca ed interessante sin dal primo ascolto.

Ciao Giulia, bentrovata. Partiamo dal tuo nuovo singolo “L’estate con me”, che sapore ha per te?

«Innegabilmente un sapore estivo, ma diverso dal solito brano tipico di questa stagione, il tutto condito da un video che non ha riferimenti ai soliti cliché. Con un titolo del genere ci si aspetta uno scenario più marittimo e vacanziero, invece abbiamo scelto un bellissimo orto botanico per sposare questo tipo di concetto, mi piaceva l’idea di raccontare l’estate in maniera diversa, da un altro punto di vista».

“L’onestà è un tatuaggio che va via dopo un lavaggio”, ci credi che non potevi trovare frase migliore per fotografare l’attuale momento storico?

«Ci credo perché altrimenti non l’avrei scritta (sorride, ndr), ho cercato di fare una descrizione coerente di quello che vedo attorno a me, una situazione di cui faccio parte anch’io in prima persona, non mi piace assolutamente puntare il dito sentendomi sopra le parti. Siamo tutti immersi fino al collo, credo che sia un periodo molto delicato, i social network hanno dato molta più velocità ai sentimenti e ai rapporti interpersonali, gli approcci sono sicuramente più immediati, mentre è diventato più complicato gestire le relazioni nel tempo, soprattutto scoprire la sincerità, le persone si nascondono più facilmente. Personalmente cerco di utilizzare questi mezzi nel modo più sano possibile, senza farmi prendere troppo la mano».

A tal proposito, che pennarello usi per scrivere sulle mani? Visto e considerato che con ‘sto caldo si sciolgono davvero anche i tatuaggi…

«Esatto (ride, ndr), guarda, te lo dico… uso l’hyaliner waterful, quello che si usa per gli occhi che non va via con l’acqua e di questi tempi è perfetto, perché non si scioglie col caldo!».

Tornando seri, chi ha lavorato con te per la realizzazione di questo brano?

«Per quanto riguarda la scrittura ho collaborato con Niccolò Bossini e Susanna Bartolini, mentre in studio il pezzo è stato prodotto dallo stesso Bossini e da Fabrizio Barbaci, con cui lavoro ormai da anni. Tanti i musicisti, Niccolò alle chitarre, Cesare Valdi alla batteria, Paola Alberta come ingegnere del suono. Questa è la mia fantastica squadra».

Mi ha molto colpito il sound, che non è tanto diverso da ciò che ci hai fatto già ascoltare, ma ti ho trovata più a fuoco, completamente a tuo agio. Pensi di aver trovato il giusto abito sonoro?

«Credo di sì, mi fa molto piacere quello che dici, il nostro obiettivo è proprio quello di fare sempre un passetto avanti nel focalizzare quella che sia veramente la mia direzione musicale. Volevamo spingere un po’ di più sulle chitarre e sento che siamo riusciti a confezionare un prodotto che mi rappresenta al 100%, in cui si definisce la linea che desideriamo prendere».

In tal senso, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Stefano Poletti?

«Secondo me aggiungono serenità, una parola che non molto spesso viene associata all’estate, è una stagione che viene collegata più alla confusione, al divertimento, alla festa. Per come sono fatta io, l’ho sempre vissuta in un’altra maniera e volevo che il video richiamasse i miei valori, la ricerca di uno spazio di serenità in mezzo al caos che ha intorno. Credo che attraverso la natura dell’orto botanico, i fiori, la scelta dei vestiti bianchi che richiamano candore e purezza, si riesca a trasmettere bene questa sensazione».

Che ruolo gioca la musica nella tua vita di tutti i giorni?

«Primario, mi dedico al 100% ogni giorno alla musica, se non sono in studio mi trovo da qualche parte a cogliere in giro l’ispirazione. Essendo una cantautrice, mi sento in dovere di fare esperienze e sperimentare per raccontare il mio punto di vista delle cose. Insomma, ci sono dentro fino al collo, ovunque mi trovi e in qualsiasi momento».

Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?

«Poter raccontare qualcosa che accomuni più persone possibili, non c’è gioia più grande di quando qualcuno mi dice di essersi ritrovato nelle mie parole, lo trovo appagante, perché riuscire a raccontare i sentimenti, a volte intimi e personali, non è assolutamente facile. Cogliere nel segno, riuscire ad arrivare agli altri è la parte che più mi piace».

In un momento storico in cui si fa a gara per sfornare un tormentone da spiaggia, hai deciso di proporre qualcosa di diverso, per intenderci senza accenni reggaeton. Come ci si sente a nuotare controcorrente?

«Mah benissimo, guarda. Si è molto più tranquilli se non si inseguono le mode, per lo meno si fa molta meno fatica quando ci si dedica a quello che si è più portati, cercando di perseguire se stessi fino alla fine, senza cercare il consenso a tutti i costi. Credo non si possa piacere a tutti, è bene essere sempre sinceri, per arrivare alle persone che la pensano come te, anche se è più difficile e meno immediato, personalmente tendo a guardare a lungo raggio, costruendo un percorso che sia il più omogeneo possibile, proiettandomi nel tempo, pensando da qui a dieci anni».

E, per l’appunto, come ti vedi tra dieci anni?

«Eh (sorride, ndr), appagata, con il mio pubblico che mi segue, spero con molti live alle spalle, perché il palco ti regala un’esperienza tale che nient’altro ti può dare, la risposta del pubblico sarà sempre l’aspetto principale di questo mestiere, qualcosa di fondamentale».

Lo scorso marzo hai pubblicato l’EP di cover “Le favorite vol 1”, dunque: ci sarà un seguito in futuro?

«L’Ep mi è servito per far vedere un lato di me che in tanti ancora non conoscevano, la parte diciamo più acustica. Abbiamo voluto mettere “volume 1” perché crediamo prima o poi di riproporre quel tipo di progetto, magari puntando l’attenzione non più sulle cantautrici ma su altro, per cui un seguito potrebbe esserci in futuro, per ora l’attenzione è rivolta sulla produzione di materiale inedito».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?

«I prossimi step, sicuramente, dopo l’estate uscirà un nuovo singolo, mentre continua la fase di preparazione dell’album che uscirà nella prima metà del prossimo anno, stiamo cercando di finalizzare e scegliere le tracce definitive. Per quanto riguarda l‘attività live, invece, partirò con il primo concerto il 22 agosto da Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, per proseguire in un tour nei club che si svilupperà dall’autunno in poi».

Per concludere, dove e a chi desideri arrivare con la tua musica?

«Spesso gli artisti amano dire che fanno musica per loro stessi, personalmente reputo di voler arrivare a più persone possibili, non ti so dare una fascia di persone, un target specifico, il mio desidero è riuscire ad arrivare a tutti coloro che si riconoscono nelle mie parole e fare breccia nei loro cuori».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.