lunedì 9 Dicembre 2024

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“Glicine” fa riscoprire Noemi con colori nuovi – RECENSIONE

Recensione del singolo del ritorno della rossa interprete romana

Noemi ha una grande voce. Su questo non si discute. Da qualche tempo le mancavano le grandi canzoni. E questo può essere più o meno vero perchè la rossa interprete romana ha visto passare per le sue corde vocali fior fior di autori che, spesso, le hanno regalato pezzi assolutamente notevoli in questi più di dieci anni di carriera. A volte, semplicemente, non è stato il momento giusto per quei brani, altre volte, invece, le logiche discografiche non l’hanno messa adeguatamente sotto i riflettori per così come avrebbe meritato. In questo senso il suo approdo al Festival di Sanremo 2021 dopo 3 anni di lunghissimo silenzio e una canzone come Glicine, capace di ripresentarla sia fedele a se stessa che completamente nuova, fanno di questo ritorno proprio quello di cui aveva bisogno.

Per questa rinascita Noemi scopre l’underground, la musica scritta dai giovani, con influenze nuove ma capaci di arrivare anche al pubblico che fin qui ha accompagnato la carriera della voce di ‘Sono solo parole’. E così, dalla penna di Ginevra Lubrano, Trattoli Francesco Fugazza nasce un brano che, con la collaborazione di Dario Faini, suona nuovo e, contemporaneamente, anche “vecchio” nella sua accezione più positiva.

C’è l’intro che ha nel pianoforte il suo protagonista, c’è il tema dell’amore a due da vivere tra “una primavera che non sento da un po’” come “i brividi sulla mia pelle” ma c’è anche una produzione che si colora di nuovi suoni e la costruzione di una forma-canzone capace di guardare come non mai all’attualità anche nella ricerca delle immagine evocate testualmente.

E così tra il racconto di un amore in bilico, i continui ricordi di un passato “lontano come Marte” e la voglia di riprovarci ancora Noemi si dona nuovamente al suo pubblico. Lo fa con il suo solito graffio timbrico che in quel “parla, parla, parla con me” dell’inciso raggiunge il proprio apice. Lo fa con quella sua voglia di sperimentare musicalmente da sempre presente. E lo fa riabbracciando con convinzione il tema di un certo tipo di narrazione d’amore pur senza risultare prevedibile o già sentita.

Ad uscirne è una ‘Glicine’ che risulta essere una gran bella canzone capace di riproporre Noemi come un’assoluta protagonista del nostro miglior pop al femminile. Una protagonista capace, questa volta come non mai, di sposare i nostri tempi a livello sonoro e testuale pur senza rinunciare a quella sua vocazione soul e blues della voce, ad una tradizionalità musicale rassicurante e ad una compostezza narrativa importante, fedele e coerente con il proprio percorso di ricerca interpretativa di spessore.

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Glicine | Testo

Mi dici che
Che non funziona più
Siamo soli adesso noi
Sopra a un pianeta blu
E quando arriva sera
Invadi la mia sfera
Non è la primavera
Che non sento da un po’
Non sento da un po’
I brividi sulla mia pelle
Il tuo nome fra le stelle

Sembra ieri, sembra ieri che la sera
Ci stringeva quando tu stringevi me

Ricordo ancora quella sera guardavamo le
Le code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi che son qui che tremo
Parla, parla, parla, parla con me
Ma forse ho solo dato tutto per scontato e
E mi ripeto: “Che scema a non saper fingere”
Dentro ti amo e fuori tremo
Come glicine di notte

Scommetto che
Ora non prendi più
L’abitudine di far
Sempre come vuoi tu
E quando arriva sera
Mi manca l’atmosfera
Non è la primavera

Sembra ieri, sembra ieri che la sera
Ci stringeva quando tu stringevi me

Ricordo ancora quella sera guardavamo le
Le code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi che son qui che tremo
Parla, parla, parla, parla con me
Ma forse ho solo dato tutto per scontato e
E mi ripeto: “Che scema a non saper fingere”
Dentro ti amo e fuori tremo
Come glicine di notte

Dietro di noi vedo giorni spesi su treni infiniti
Forse è solo che mi manca parte
Di un passato lontano come Marte
Tu cosa dirai vedendomi arrivare
Quando ti raggiungerò

Ricordo ancora quella sera guardavamo le
Le code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi che son qui che tremo
Parla, parla, parla, parla con me
Ma forse ho solo dato tutto per scontato e
E mi ripeto: “Che scema a non saper fingere”
Dentro ti amo e fuori tremo
Come glicine di notte

Ora che non posso più tornare
A quando ero bambina
Ed ero salva da ogni male
E da te, da te, da te

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.