Il tempo è agli sgoccioli e i giochi sono quasi chiusi
Nel 1951 Nilla Pizzi trionfava alla prima edizione del Festival di Sanremo con la sua celebre Grazie dei fiori dando il via alla gloriosa storia della kermesse canora ligure che, il prossimo febbraio, giungerà alla sua 69° edizione. Ma si sa, ogni anno a Sanremo c’è una storia a sé e per il 2019 i giochi sono particolarmente confusi: inizialmente sembravano esserci molte proposte ma poche canzoni davvero valide (qui), poi le canzoni sono state cercate e con qualche combinazione fortuita anche assegnate ai giusti interpreti riuscendo a stilare il famoso cast dei big. O quasi. Eh già, quasi. Quasi perchè, a quanto ci risulta con sufficiente sicurezza, Claudio Baglioni e la commissione artistica di Sanremo 2019 ha le idee non ancora pienamente chiare. Al momento, alla lista dei partecipanti alla kermesse sono iscritti in 16 e, per gli ultimi 6 posti (22 saranno gli artisti big in gara ai quali si affiancheranno 2 giovani), si sta ancora combattendo.
Andiamo a vedere, dunque, quali sono i nomi dei big in procinto a poter festeggiare usando, iconicamente, il linguaggio dei fiori per creare delle fasce di probabilità:
ALLORO = trionfo
Partiamo, dunque, dai 16 nomi che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, saranno quasi certamente della partita. E partiamo, quasi fosse come un gioco del destino, dal più giovane e, contemporaneamente, dal più quotato per un’eventuale vittoria finale senza giudicare le canzoni: Ultimo. Il ragazzo ha ufficializzato una data allo Stadio Olimpico di Roma la prossima estate (qui i dettagli) il che presume una confermazione di un successo pazzesco raccolto negli ultimi 12 mesi. La canzone c’è.
La quota preponderante, anche quest’anno, sarà occupata dai cantautori italiani di media generazione che annoverano tra le proprie fila i nomi, fortemente voluti dalla commissione, di Simone Cristicchi, che farà leva su di un nuovo tema sociale, e di Daniele Silvestri, giunto al traguardo dei 25 anni di carriera da festeggiare in grande stile nei palazzetti con un disco decisamente trascinante. Abbastanza sicuro anche il nome di Tricarico che a Baglioni ha proposto un pezzo da 90 che gli ha letteralmente spianato la strada. Tra le nuove leve, invece, il nome inaspettato è quello di Motta che proporrà presumibilmente un brano co-firmato con Pacifico come già ad agosto vi svelammo in anteprima.
Il 2019 sarà proprio l’anno di Caterina Caselli e della sua Sugar Music visto che oltre a Motta sul palco dell’Ariston saliranno sicuramente anche Arisa (che come vi avevamo anticipato non proporrà per la prima volta un brano firmato da Giuseppe Anastasi, suo storico autore, ma da Matteo Buzzanca, firma proprio di casa Sugar), in una veste completamente rivista.
A chiudere il cerchio ci sarà Il Volo, altro nome che vi svelammo in totale anteprima nelle scorse settimane e che si proporrà con un brano firmato da Emilio Munda come da lui stesso confermato. Sul fronte donne spazio a Paola Turci, che si augura di poter colpire nuovamente come nel 2017 con un pezzo pop-rock da lei co-firmato, e Anna Tatangelo, che sicuramente si è proposta (anche in solitaria) con un brano scritto da Giuseppe Anastasi. Ad aggiudicarsi la quota rap, quanto mai complicata da assegnare, dovrebbe essere, infine, proprio Achille Lauro visto e considerato che di proposte (oltre alle solite riproposizioni mal gradite da Baglioni) non dovrebbero essercene davvero altre di convincenti. Da capire resta soltanto se alla fine delle trattative si sia optato per un brano da solista o per un probabile duetto.
AZALEA = speranza
A sperare in un posticino sono soprattutto donne, nemmeno a farlo apposta. Ci spera fino in fondo Chiara Galiazzo che al Festival l’ultima volta aveva realizzato un vero tonfo e che crede di poter risorgere soltanto ripartendo da lì grazie ad una nuova veste ultra-pop ed una produzione azzeccata di Katoo. Per lei un posto la Sony dovrebbe essere riuscita ad ottenerlo contrariamente a quanto si mormora di Federica Carta e Shade che Universal feat. Warner non sarebbero riuscite a condurre in porto per il secondo anno di fila.
In sospeso rimangono anche Giusy Ferreri, che il pezzo giusto dovrebbe avercelo stavolta, Irene Grandi, invitata dalla commissione ma propostasi con una canzone non troppo efficacie, e Dolcenera, che da mesi ha lasciato il suo progetto in standby sperando proprio in Baglioni e nella sua affinità da musicista.
Tra le band il discorso è ancora tutto aperto tra Modà, che si sono proposti da subito ma che hanno faticato non poco a soddisfare le richieste musicali della commissione per nulla entusiasta dei loro brani, Ex-Otago, passati in minoranza visto che la quota indie è fortemente rappresentata, e i Negrita, che sono stati corteggiati fino all’ultimo e che non è dato sapere se abbiano ceduto o meno alle offerte. In dubbio anche le scelte riguardo a Raphael Gualazzi, altro nome di Sugar Music, e di Francesco Renga, che non ha convinto affatto Baglioni con uno dei suoi ultimi pezzi leggeri ed electropop tanto da indurre il direttore artistico a convocare Nek, anch’egli impegnato nella realizzazione del nuovo album. Il fatto è che il secondo, a quanto ne sappiamo, avrebbe rifiutato cortesemente l’invito.
LAVANDA = diffidenza
Se Nek ha rifiutato lo stesso non si può dire di Deborah Iurato e Noemi entrambe accorse al canto del cigno per mano di Sony Music. La prima è figlia di già due bocciature e rischia di incorrere nella terza visto che la sua proposta anche questa volta non ha convinto proprio nessuno lasciandole come ultima possibilità l’insistenza di una casa discografica che in lei, in realtà, non ha mai creduto troppo. La seconda, invece, aveva in mente un rilancio per il decennale di carriera ma pare che le sia stato imposto un “niente repliche” da Baglioni.
BOCCA DI LEONE = capriccio
I duetti al Festival, soprattutto negli ultimi anni, sono in notevole via di sviluppo e crescita vuoi perchè conviene a tutti (commissione, etichette ed artisti) o perchè c’è davvero un picco di spirito collaborativo tra gli artisti italiani di oggi giorno. Fatto sta che anche quest’anno, ne siamo certi, le collaborazioni abbonderanno rasentando, talvolta, il ridicolo e l’inaspettato. Prevederle risulta pressochè impossibile visto e considerato che a Baglioni e alle stesse etichette piace il gioco dell’incastro che, fino all’ultimo momento, consente continui scambi e nuove soluzioni aggregative. Staremo a vedere…
Ilario Luisetto
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