Dopo la data zero e la doppia data al PalaLottomatica di Roma si chiude il primo minitour nei palasport
La storia di Niccolò Moriconi parte da lontano, nato nel quartiere di Roma Est San Basilio, si approccia alla musica fin da giovane, studiando pianoforte e composizione, arrivando nel 2016 a firmare per l’etichetta indipendente Honiro, dopo aver vinto il concorso promosso da quest’ultima denominato One Shot Game.
Seppur lontano dalle proposte solite dell’etichetta romana, il giovane Ultimo comincia ad entrare nel difficile mercato musicale con i primi singoli (poi pubblicati nell’album di debutto Pianeti) che lo portano, nel maggio del 2017, ad aprire il concerto del concittadino Fabrizio Moro al PalaLottomatica di Roma, incontro dal quale nasce un forte legame, certificato dalla collaborazione della scorsa primavera in una nuova versione del brano L’eternità (Il mio quartiere).
La vera svolta di Ultimo però è rappresentata dalla partecipazione tra le nuove proposte del Festival di Sanremo 2018 con il brano Il ballo delle incertezze: una vittoria schiacciante sotto tutti i punti di vista, un successo che lo travolge e lo catapulta immediatamente nel mondo dei grandi con un secondo album (Peter Pan) che risulta il disco più venduto dell’intero Festival e un tour nei club completamente sold al quale hanno fatto seguito tre tappe nei principali palazzetti italiani (più la data zero a Roseto degli Abruzzi), primo artista italiano della sua età a riempire quelli che ormai sono considerati templi della musica moderna.
Ed è proprio il Festival di Sanremo che fa da introduzione al concerto del Mediolanum Forum di Assago, una breve intro che ricorda da dove tutto è partito, prima dell’ingresso del giovane cantautore sulle note del brano Sabbia, uno dei primi singoli usciti in carriera. Ultimo si presenta proprio per quello che è: un ragazzo di ventidue anni in t-shirt e jeans che ha appena riempito uno dei luoghi più importanti nel contesto della musica italiana. Non finge, protetto dagli occhiali scuri dialoga con il suo pubblico, lo chiama, ci duetta e ci si rispecchia.
Affiancato da una super band e da un impianto scenografico essenziale ma efficace, il giovanotto romano spara uno dopo l’altro i suoi colpi migliori, pescando tra i due album prodotti finora: c’è spazio per pezzi più leggeri come Canzone stupida e Poesia senza veli e per i brani più intensi e profondi. Il palazzetto esplode letteralmente sulle note di Pianeti, primo vero grande successo dell’artista.
E’ nelle parole dell’artista che troviamo tutto il suo mondo, la timidezza, la rabbia e la voglia di comunicare attraverso le note, la ricerca di un “posto nel mondo” e di un equilibrio esistenziale che passa attraverso la solitudine, scacciata via dall’amore e dall’incoscienza della sua età. La scaletta appare ben costruita e Ultimo pare emozionato e divertito nel sentire le sue parole amplificate dal volume di oltre diecimila voci che cantano all’unisono. Intensi i momenti in acustico, in cui l’artista duetta con il pubblico accompagnato dalla chitarra sulle note de L’eleganza delle stelle e Forse dormirai.
Le luci si spengono, il pubblico resta in attesa ed esplode in un boato al rientro di Niccolò seduto al piano, dove, come se fosse chiuso in cameretta, l’artista crea un’atmosfera intima all’interno della quale propone La stella più fragile dell’universo, seguita da una serie di medley, introducendo poi Mostro, rapper e compagno di etichetta, con il quale duetta sulle note del brano E fumo ancora.
Momento di forte impatto è anche la cover di Albachiara di Vasco Rossi, introdotto come “l’artista italiano più forte di sempre”, nonché grande fonte di ispirazione per lo stesso Ultimo.
Ancora nel segno del pianoforte Ultimo esegue Giusy e Sogni appesi, in particolare il secondo brano appare come il manifesto del cantautore “da quando ero bambino solo un obbiettivo, dalla parte degli ultimi per sentirmi primo”.
Finale affidato alla title track dell’ultimo album, con la quale il giovane artista romano invita il pubblico a volare con lui, chiudendo un concerto che a lungo resterà nella memoria dei presenti e dell’artista stesso che ringrazia il suo caloroso pubblico mostrando i suoi occhi bagnati dall’emozione di chi ha la consapevolezza di aver costruito dal nulla qualcosa di grande, ma che non ha assolutamente intenzione di fermarsi qui.
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