Alla vigilia dell’atteso ritorno al Festival di Sanremo, il trio presenta i prossimo progetti discografici
«Tutto è iniziato per noi come un gioco – racconta Ignazio – piano piano si è trasformato in un lavoro a tutti gli effetti, ma conserviamo la stessa voglia e la stessa passione di quando eravamo più piccoli. Negli anni tutto è mutato in meglio, per noi la musica ha sempre rappresentato tutto, aspetto che ci accomuna dal 2009 ad oggi e, molto probabilmente, fino a quando avremo vita».
«Per convivere dieci anni con questi ragazzi ci deve essere davvero una grande amicizia – ironizza Piero – scherzi a parte, siamo cresciuti insieme a abbiamo trascorso l’adolescenza condividendo le stesse emozioni, in pochissime parole posso dire che ci vogliamo davvero molto bene».
«Siamo consapevoli di non poter piacere a tutti – aggiunge Gianluca – posso anche capire il pregiudizio che da sempre c’è nei nostri confronti, è giusto che ci sia perché dipende dai gusti personali. Personalmente sono cresciuto con mio padre che ascoltava artisti come De Andrè, Gaber e Guccini, un certo stile di musica che si allontana completamente da quello che facciamo. Noi siamo un prodotto televisivo, anche se siamo cresciuti apparteniamo ad un genere musicale ben preciso e mai cambieremo. Anche noi tre abbiamo gusti diversi, ci sono brani che personalmente mi piacciono più di altri, ci sta ed è normalissimo».
«Per quanto riguarda il titolo dell’album non è stata una scelta facile – racconta Ignazio – è complicato realizzare un prodotto che unisca in qualche modo i gusti di culture diverse, che possa unire gli ascolti del pubblico di continenti diversi, dal Nord al Sud America, dall’Europa al Giappone. Il titolo ha un ruolo fondamentale, perché deve essere compreso da più lingue, “Musica” è una parola universale e ha un significato, perché la scelta dei brani è la massima espressione di quelli che sono i nostri gusti musicali: “A chi mi dice” si avvicina molto ai miei gusti pop, mentre “People” o “Arrivederci Roma” rappresentano più il mondo di Gianluca, infine “Be my love” si dirige verso gli ascolti di Piero».
«In dieci anni abbiamo cantato tanti brani – aggiunge Piero – per il pubblico statunitense, giapponese e nord europeo facciamo un concerto con caratteristiche più classiche, per il pubblico italiano e latino cerchiamo di donare un tocco più fresco con una produzione pop. Fuori dal nostro Paese apprezzano la melodia e il bel canto, più di quanto non facciamo noi».
«Quello che cerchiamo di fare è non tradire la nostra personalità e quello che abbiamo realizzato in dieci anni – conclude Gianluca – per noi non è stato semplice passare da bambini prodigio a uomini con la barba (sorride, ndr), è stato un processo non facile, il rischio di perdersi c’è sempre. Il riscontro positivo del pubblico ci ha aiutati a non smettere di crederci, a portare avanti la nostra formula, cercando comunque di rinnovarci, per dimostrare di non essere soltanto tenori che cantano la lirica, ma molto di più».
Musica | Tracklist
- Musica che resta
- Vicinissimo
- Arrivederci Roma
- A chi mi dice
- Fino a quando fa bene
- People
- La nave del olvido
- Lontano dagli occhi
- Be my love
- La voce del silenzio
- Meravigliosa creatura
Nico Donvito
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