domenica 24 Novembre 2024

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Il Volo si dedica alla “Musica” con senso d’eternità – RECENSIONE

Recensione del nuovo album

Nell’epoca della contemporaneità in cui i suoni si fanno immateriali, le voci vengono corrette in ogni loro espressione e le canzoni si fanno ricordare per i motivetti radio-friendly più che per ciò che raccontano ci sono ancora artisti che puntano all’eternità rinunciando anche all’attualità. Il Volo, indubbiamente, fa parte di questo gruppo di artisti e con il loro nuovo album Musica, uscito a quasi 4 anni di distanza dal precedente progetto, i tre ragazzi puntano a ribadirlo.

Non a caso le undici tracce di questo nuovo progetto internazionale prendono il via proprio dalla Musica che resta, il brano inedito presentato in gara al Festival di Sanremo 2019 dove ha ottenuto il terzo posto parziale. La ricetta di Ignazio, Piero e Gianluca rimane fedele alla loro essenza più pura: una classica ballata che racconta d’amore con un testo semplice e lineare ed il focus che viene posto sulle vocalità dei tre ragazzi che crescono mano a mano fino all’inciso arioso. “Siamo musica vera che resta” cantano con tutto il fiato i tre ragazzi ricordando che “il tuo posto è per sempre qui” rivolgendosi si all’amore ma anche alla bella musica ed al bel canto di cui sono rappresentati.

Il compito dei tre ragazzi per quest’album è duplice: da una parte confermare quanto fatto e dimostrato finora e, dall’altra, aprirsi verso nuove frontiere e quella contemporaneità che ora più che mai sembra voler andare in tutt’altra direzione. Anche per questo la produzione del progetto è stata affidata a Michele Canova Iorfida, numero uno della produzione electropop italiana degli ultimi anni. Proprio a questo proposito per gli altri due inediti del disco sono stati chiamati alcuni degli autori più attuali della scena: Dario Faini e Davide Petrella firmano la delicata Vicinissimo, che non esaspera eccessivamente le voci mantenendo soft l’orchestrazione per riflettere sul senso della solitudine, mentre Tony Maiello confeziona Fino a quando fa bene, l’esperimento più serio verso un pop più attuale e più modulato verso il canto più popolare e disteso.

La parte restante dell’album si dedica alla reinterpretazione di classici vecchi e nuovi del repertorio italiano ed internazionale. C’è spazio per la musica che fu grazie al classico internazionale e cinematografico di Arrivederci Roma, che lascia l’ascoltatore immerso in una dolce melodia, o alla potenza evocativa de La voce del silenzio, arrangiata sorprendentemente in modo più contemporaneo e ritmico di quanto ci si poteva aspettare anche a costo di sacrificare (almeno fino al finale in crescita) l’effetto d’onda d’urto

L’internazionalità del progetto viene onorata da People, classico interpretato originalmente da Barbra Streisand e qui reso sempre molto cinematografico grazie all’accompagnato poderoso degli archi, La nave del Olvido, storico brano del messicano José José che risveglia anche la parte ritmica, e da Be my love, altro classico del cinema internazionale affidato a Mario Lanza.

Le interpretazioni più “fresche” arrivano dal repertorio italiano più tipicamente pop: A chi mi dice, riadattata da Tiziano Ferro nel 2004 per i Blues, si rivela essere una scelta azzeccata per dar il giusto valore a voce ed orecchiabilità mainstream esattamente come la Meravigliosa creatura di Gianna Nannini che chiude delicatamente l’album non prima di aver rispolverato, con la maestosità che l’interpretazione originale esigeva, un altro classico della nostra musica come Lontano dagli occhi di Sergio Endrigo.

Musica è un album con un compito gravoso non totalmente compiuto. Da una parte i ragazzi de Il Volo hanno compreso la necessità di evolversi, di trovare nuova linfa e di fare un passo verso quel mondo attuale che negli ultimi anni ha corso decisamente veloce verso una destinazione parecchio lontana dal loro genere musicale. Dall’altra parte, però, questo tentativo è fallito non riuscendo a rendere onore alle intenzioni dei tre ragazzi. Il repertorio scelto spesso e volentieri continua ad ancorarli a quella dimensione stilistica che finora li ha classificati come “tradizionali” e che, ad oggi, non gli permette più nemmeno di impressionare solo tramite le proprie voci potenti. Occorre trovare una scintilla, un nuovo brano manifesto che sappia andar oltre le categorie e riesca ad imporsi in modo diverso. E’ una sfida difficile ma se si è decisi a rinnovarsi è una sfida che va fatta e va vinta.

Migliori tracce: Musica che resta – A chi mi dice

Voto complessivo: 6.9/10

Tracklist:

  1. Musica che resta  
    [Gianna Nannini, Antonello Carozza, Piero Romitelli, Emilio Munda, Pasquale Mammaro]
  2. Vicinissimo 
    [Davide Petrella, Dario Faini]
  3. Arrivederci Roma
    [Pietro Garinei, Sandro Giovannini – Renato Rascel]
  4. A chi mi dice
    [Tiziano Ferro -Lars Halvor Jensen, Martin Michael Larsson, Lee Ryan]
  5. Fino a quando fa bene
    [Tony Maiello]
  6. People
    [Bob Merrill – Jule Styne]
  7. La nave del olvido
  8. Lontano dagli occhi
    [Sergio Bardotti – Sergio Endrigo, Luis Bacalov]
  9. Be my love
    [Sammy Cahn – Nicholas Brodzsky]
  10. La voce del silenzio
    [Mogol, Paolo Limiti – Elio Isola]
  11. Meravigliosa creatura
    [Gianna Nannini, Mara Redeghieri – Gianna Nannini]

Video-recensione: (in aggiornamento)

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.