Disponibile da oggi, in tutto il mondo, il nuovo inedito della cantante romagnola, intitolato “Io sì (Seen)“
Si intitola semplicemente “Io sì (Seen)“, il brano che segna il ritorno di Laura Pausini, da sempre votata all’autenticità e alla naturalezza. Ancora una volta la sua musica è in grado, attraverso parole semplici e dirette, di rappresentare e raccontare mille storie, mille vissuti, mille esperienze diverse, che possono andare anche al di là della trama di un film, soprattutto in periodo storico come questo.
Una semplicità universale che può arrivare e appartenente a chiunque, proprio come ci ha raccontato lei stessa nel corso della conferenza stampa di presentazione del brano: «Questo è quello che ho sempre cercato nelle canzoni degli altri, quando ho bisogno di musica per sfogarmi o per salvarmi. E’ un po’ quello che cerco di fare anche con le mie canzoni. Questo smuove la mia curiosità».
«Molte persone oggi mi chiedono se ho ancora voglia di fare questo mestiere – prosegue Laura – visto che sono passati già ventisette anni. Personalmente non mi è mai passata la fame di capire cosa c’è oltre una canzone scritta e stampata in un libretto, dentro quelle parole ci sono tantissime alle storie, che non sono uguali tra di loro. Tutto questo mi emoziona e mi smuove, fare musica è una roba pazzesca!».
Carica e serena, la cantante romagnola torna sulle piattaforme digitali con “Io sì (Seen)”, disponibile a partire dal 23 ottobre in ben cinque versioni: italiano, inglese, spagnolo, portoghese e francese. Il brano, la cui musica è scritta dalla compositrice statunitense Diane Warren, si avvale dell’ormai rodato e profondo sodalizio artistico con Niccolò Agliardi (qui la nostra ultima intervista).
«Niccolò in questi anni mi ha aiutato tante volte a mettere in pratica i miei pensieri all’interno dei testi, sviluppati in maniera più emozionante attraverso la sua visione e il suo talento» racconta Laura a proposito del brano che accompagna l’uscita del film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti, con protagonista una straordinaria Sophia Loren, disponibile su Netflix a partire dal 13 novembre.
Un progetto nato la scorsa estate, dopo essere stata chiamata dalla stessa Warren: «La canzone è nata in inglese, dopo aver visto il film e aver parlato con Edoardo, ho deciso di buttarmi in questa nuova avventura, perchè mi riconosco al 100% nella storia raccontata. Personalmente non mi era mai capitato di immedesimarmi e sentirmi partecipe di un progetto come questo».
«Qualcosa di più di una semplice colonna sonora – sottolinea la cantante – per la versione in italiano abbiamo dovuto tener conto di una serie di fattori, dalla metrica al rispettare il significato originale, il tutto collegandosi al film. Ci sono voluti venticinque giorni, mettendomi a completa disposizione più come interprete che come autrice, volevo essere la voce narrante di quel momento».
Prodotta dal californiano Greg Wells (già al lavoro con Adele, Celine Dion, Aerosmith, Elton John, Mika, Adam Lambert, OneRepublic, Katy Perry e Dua Lipa), “Io sì (Seen)“ è candidata per le nomination agli Oscar 2021 nella categoria per la miglior colonna sonora originale. «Meglio non gasarsi – dice Laura – per carattere devo pensare che non vinco. In questi anni ho imparato a gestire le situazioni improvvise».
Sul rapporto con Sophia Loren aggiunge: «Ci siamo conosciute nel 2003, abbiamo avuto occasione di conoscerci e di parlare. Lei è la classica donna italiana, materna e protettiva. Quando le parli hai la sensazione di avere a che fare con un’icona, anche se a lei non le piace essere considerata una diva. Sa capirti al volo, in più è in grado di dirti cose che ti avvolgono».
Riguardo ai lavori del nuovo album, puntualizza: «E’ in programma per Natale 2021 ma, come accaduto in precedenza con “Fatti sentire”, non escludo che possa essere pronto anche prima. Non saprei ancora, certo è che sono indietrissimo con i lavori, ho ricevuto ben 524 canzoni e ne ho ascoltate solo alcune, per la precisione solo quelle che iniziano con la lettera “A”, che non mi sono piaciute».
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© foto di Tara Moore e Julian Hargreaves
Nico Donvito
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