giovedì 21 Novembre 2024

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J-Ax alla conquista dell’estate con “Ostia Lido” – RECENSIONE

Il rapper milanese non tradisce le aspettative e si conferma assoluto protagonista dell’estate 2019

Tra le hit da spiaggia di questa afosissima estate, J-Ax si impone come uno degli assoluti protagonisti “summer king” della stagione. “Ostia Lido” ha tutto il sapore di una piacevole birra ghiacciata e di un calippo al limone sul bagnasciuga, proprio come raffigurato nella copertina del singolo, refrigerante e assai interessante perché elementi tipici, se vogliamo anche un po’ retorici, con la solita ironia e la voglia di divertirsi. Lo zio si conferma un abile veterano ma, allo stesso tempo, incarna lo spirito dell’eterno Peter Pan che contraddistingue la sua poetica sin dai tempi degli Articolo 31, di conseguenza piace a tutti: donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini. Dopo averci fatto commuovere con il precedente inedito Tutto sua madre, il neo-papà torna nella sua zona di comfort proponendoci un po’ di sano spensierato cazzeggio.

Prodotto da Alessandro Merli e Fabio Clemente, alias Takagi & Ketra (e da chi sennò), “Ostia Lido” racconta l’estate alternativa e disillusa tipica di questo preciso periodo storico, un fedele manifesto vacanziero 2.0 che si rivolge a coloro i quali riescono a godersi le proprie giornate al mare, lasciando i  vari problemi a casa o in ufficio, accontentandosi di ciò che si possiede per assaporare, attimo dopo attimo, la bellezza di quello che i nostri occhi fotografano quotidianamente, riscoprendo il valore delle piccole cose. Così l’inciso diventa un incentivo a prendere le cose alla leggera, a tuffarsi nel mare blu profondo, sulla pelle il vento e con intorno solo gente che balla, che balla, che balla. Lo vedete? Funziona! Il disco di platino raggiunto in sole cinque settimane (di questi tempi è un record) non è un caso.

J-Ax mette a segno il suo quarto tormentone di fila, il primo da solista senza l’ex socio Fedez, che in questo pezzo ci sarebbe stato come il limone tra le cozze. Archiviata l’era “Comunisti col Rolex”, dopo aver scalato le classifiche estive per un intero triennio (prima con Vorrei ma non posto, poi con Senza pagare, fino ad arrivare alla precedente annata con Italiana), il rapper classe ’72 si rimette in gioco sotto il segno della leggerezza, riuscendo a risultare credibile semplicemente perché non fà altro che mostrare e cantare se stesso, senza trucco e senza inganno. Questo basta e avanza per fare centro al giorno d’oggi, arrivando al pubblico in forma diretta, anche senza la spinta del Cornetto Algida.

Ostia Lido | Video

Ostia Lido | Testo

Tutti parlano di fare la vacanza colta
ma poi alla fine vanno dove c’è gnocca
sai la gente quando il sole la scotta
come Peter Pan vuole fotterti l’ombra
quando penso agli anni passati (che flash)
noi così proletari (white trash)
altro che Bali Bali (ganesh)
sognavamo Bari Bari (uagnedd)
no fricchettoni, sì racchettoni e gavettoni
no ombrelloni e money money
neanche per gli asciugamani invece dei castelli
con la sabbia facevamo case popolari

Cosa importa se
sognavi Puerto Rico
ma se restiamo insieme
sembra un paradiso
anche Ostia Lido
brucia il sole in ufficio
che voglia che hai di scappare
uscire dall’acqua coperti di sale
mare blu profondo, sulla pelle il vento
intorno solo gente che balla
che balla, che balla
intorno solo gente che balla
che balla, che balla

Sulla riva letti ricoperti di stoffa
musica new wave gente che sboccia
sembra quel privè da scambi di coppia
ma io sono lo scoglio e tu la mia cozza
viva col bikini sei già eccitata per il seitan
e Calcutta o Baudelaire
un po’ l’afa, un po’ la dieta suda
le cola il make-up a fissare il mio panino allo speck
tra i maschi lo sport più diffuso sulla spiaggia
è ancora trattenere il fiato, tenere dentro la pancia
lui si porta i libri di Kafka
ma poi studia solo ogni culo che passa.

Cosa importa se
sognavi Puerto Rico
ma se restiamo insieme
sembra un paradiso
anche Ostia Lido
brucia il sole in ufficio
che voglia che hai di scappare
uscire dall’acqua coperti di sale
mare blu profondo, sulla pelle il vento
intorno solo gente che balla
che balla, che balla
intorno solo gente che balla
che balla, che balla

Perché la tua fisicata
mi fa asciugare la bocca
anche se l’acqua è gelata
portami dove si tocca
forse non saremo vip
ma va bene così
finché ho la birra ghiacciata
e due fiori dentro la borsa

Cosa importa se
sognavi Puerto Rico
ma se restiamo insieme
sembra un paradiso
anche Ostia Lido
brucia il sole in ufficio
che voglia che hai di scappare
uscire dall’acqua coperti di sale
mare blu profondo, sulla pelle il vento
intorno solo gente che balla
che balla, che balla
intorno solo gente che balla
che balla, che balla

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.